Martedì 23 Aprile 2024

Lettera di Renzi agli iscritti Pd: "La vecchia guardia vuole lo scontro ideologico". Fassina: "Basta inventare nemici"

Il premier all'attacco dei malpancisti del suo partito: "Chi difende il sistema vigente difende le diseguaglianze". E attacca: "Noi di destra? Essere di sinistra significa combattere le ingiustizie"

Matteo Renzi (Lapresse)

Matteo Renzi (Lapresse)

Roma, 20 settembre 2014 - Sulla riforma del Lavoro il premier Renzi gioca ormai su due fronti: quello con i sindacati e quello dello scontro interno al Pd. Come spesso usa fare, il segretario si rivolge direttamente agli iscritti, scrivendo una lettera aperta pubblicata sul sito del partito, in cui tra l'altro dà una tirata d'orecchie alla componente più di sinistra che critica il suo jobs act e l'intervento sull'articolo 18.

LA LETTERA - "Il 29 settembre presenterò in direzione nazionale il Jobs Act. Dobbiamo attirare nuovi investimenti, perché senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo anche cambiare un sistema ingiusto che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari". 

"Chi oggi difende il sistema vigente - è uno dei concetti principali - difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla provenienza o dall'età. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si è occupato fino ad oggi".

Matteo Renzi insiste: vuole "cambiare l'Italia" e non intende fare da "foglia di fico" alla "vecchia guardia". "Davanti a un problema c'è chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come sono. Anche nel nostro partito c'è chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il Pd del 25%. Noi no". 

"Bloccare l'emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere, semplificare il fisco pagando meno (ma pagando tutti, finalmente!) e, prima di tutto, investire sull'educazione e sulla scuola: questa è la nostra sfida", aggiunge Renzi che poi sottolinea: "Ci hanno detto che siamo di destra per questo. Ci hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli anni Ottanta. A me - conclude - hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla".

LA REPLICA DI FASSINA - Se la proposta di riforma del mercato del lavoro del governo passasse con i voti di Forza Italia "sarebbe gravissimo", ha dichiarato al Tg2 il deputato del Pd Stefano Fassina. Il testo, secondo l'ex viceministro, non apporta "nessun miglioramento" alle condizioni dei precari e "fa arretrare" quelle degli altri lavoratori. "Se arrivasse il soccorso di Forza Italia, vorrebbe dire che saremmo veramente sulla strada sbagliata", afferma Fassina.

"Caro Matteo - è la replica di Fassina - basta inventare nemici per coprire le difficoltà che incontra in governo a mantenere, nel quadro della Legge di Stabilità in arrivo, la valanga di promesse fatte. La discussione tra di noi non è, come ti piace rappresentare, tra innovatori e conservatori, ma tra visioni diverse di innovazione: i cambiamenti possono essere regressivi o progressivi. E non c'è nulla di ideologico nella nostra discussione: sono in gioco le condizioni materiali di vita e di lavoro di milioni di persone". 

"Ora - prosegue - la Delega Lavoro è una delega in bianco scritta da Sacconi: aggrava la precarietà per svalutare il lavoro, data l'impossibilità di svalutare la moneta. Entriamo nel merito dell'emendamento del governo. Quali tipologie di contratti precari il governo vuole abolire? Noi vorremmo un radicale disboscamento della giungla della precarietà. Quali tipologie di lavoratori e lavoratrici intende coprire con la riforma dell'indennità di disoccupazione e delle altre tutele fondamentali, come la maternità? Noi vorremmo universalizzare le tutele fondamentali e essere sicuri delle risorse disponibili. I due miliardi di euro indicati dal governo per estendere le tutele sono quelli previsti per la Cassa in Deroga o sono aggiuntivi, come dovrebbero essere per evitare una guerra tra poveri? Perché per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici in caso di licenziamento senza motivi abbandoni il modello tedesco, da te più volte evocato, e ripieghi sulle ricette liberiste di Sacconi e della destra? Affrontiamo il merito per trovare la necessaria convergenza e determinazione a portare avanti riforme progressive".