Renzi: "Al lavoro per il ceto medio. Riforme? M5S e Lega temono per la poltrona"

Pensioni? "Studiamo un intervento sulle minime". Sulla Libia: "Non interveniamo con il nostro esercito"

Matteo Renzi: ora pensiamo al ceto medio (Ansa)

Matteo Renzi: ora pensiamo al ceto medio (Ansa)

Roma, 24 maggio 2016 - "Sul tavolo ci sono necessità di intervenire per le pensioni, per gli autonomi, per il ceto medio e famiglie. Il problema è che il ceto medio ancora soffre", così il premier Matteo Renzi a Repubblica. "Nessuno deve temere per le propria pensione, tranquillità per tutti", ha poi spiegato il premier. "La vera scommessa - ha aggiunto - è sapere se possiamo dare un anticipo pensionistico, l'Ape, a chi deve aspettare per la legge Fornero. Ne stiamo discutendo. Chi va in pensione prima deve rinunciare a qualcosa. I tempi sono quelli della legge di stabilità, cioè i prossimi 3-4 mesi". Il premier ha spiegato che il governo sta valutando un intervento sulle pensioni minime: "Sono troppo basse".

Ma il presidente del Consiglio ha toccato praticamente tutti i temi del dibattito politico. Anche strettamente collegati alla campagna elettorale, a partire da Roma. Virginia Raggi, candidata del M5s a sindaco, è "una sorta di co.co.pro della Casaleggio associati", dice il presidente del Consiglio. "Ieri Giachetti ha presentato la lista degli assessori: io l'ho scoperta su Facebook. Non è che gli mando una mail anonima con la lista degli assessori. Lo staff di Renzi, lo staff di Guerini... Con Giachetti una mail simile finisce nello spam... E' l'opposto di chi apre una casella di posta elettronica e riceve una mail, oppure firma un contratto come fosse un Co.Co.Pro della Casaleggio e associati. Io se fossi un cittadino romano sceglierei una persona libera, non un co.co.pro di un'azienda milanese".

La replica della Raggi: "Dura la vita del follower..."

Tornando in Parlamento, le polemiche su Verdini. "All'improvviso si è svegliato chi votava la fiducia con Verdini e faceva accordi con Verdini", chi in Forza Italia "trattava con la prima linea del Pd di Bersani", attacca Renzi a proposito del  supporto di Ala al governo. "Le ultime elezioni - ha aggiunto - noi non abbiamo vinto, sono presidente del Consiglio perché il Pd non ha vinto le elezioni. C'è un modo infallibile per non fare accordi: è vincere le elezioni e purtroppo non abbiamo vinto".

Riforme e referendum. "I parlamentari dei Cinque stelle e della Lega li capisco. Sanno che se passa il referendum uno su tre resta a casa. Sono terrorizzati di perdere la poltrona e vivere l'esperienza mistica di tornare a lavorare", ha accusato. E ancora: "L'elettore della Lega o del M5s, che mi odia, non mi sopporta, potrà dire 'Non voterò Renzi, ma non voglio un sistema bloccato e voto sì al referendum'. I dirigenti politici invece sanno che se passa il sì gli spazi per i politici si riducono in modo impressionante". Partigiani? "Io voglio bene ai partigiani, ci credo nell'Anpi, mi sono emozionato quando ho visto che ci sono partigiani che votano Sì. Chi vota No lo rispettiamo". Poi guarda in casa: "Se è un referendum cosa c'entra il congresso? Trovo incomprensibile che una parte del Pd alimenti polemiche" sulle riforme. "Assurdo continuare in una discussione interna, ma se vogliono farlo lo facciano", dice il premier.

Lavoro. Il Jobs act "è la più grande operazione di lotta al precariato mai fatta da un governo, è la cosa più di sinistra: non c'è stata una operazione più di sinistra fatta in Italia da ultimi 30 anni".

Capitolo Tripoli. "Noi non interveniamo in Libia con il nostro esercito", a meno che non ci sia una decisione degli organismi internazionali "e lavoriamo perché il Governo Al Serraj possa essere nelle condizione di mettere in pace e stabilità la Libia".