Mercoledì 24 Aprile 2024

Re Edoardo e l'amico Hitler

LA DIVULGAZIONE di un filmato del 1933 in cui si vede l’odierna regina di Inghilterra, Elisabetta II, allora soltanto una bambina di 7 anni, fare il saluto nazista ha suscitato un clamore che a ben vedere risulta eccessivo, specie se si contestualizza l’evento. Di per sé l’età della piccola protagonista già basterebbe a evitare qualsiasi strumentalizzazione, mentre la precisazione giunta da Buckingham Palace a proposito dello scoop compiuto dal popolare The Sun, se da un lato rivela l’imbarazzo e la delusione degli ambienti di Corte, dall’altro cerca giustamente di ricondurre la questione nei suoi termini, insistendo sul clima familiare e scherzoso del gesto, compiuto quando gli orrori del regime hitleriano erano ancora ben al di là da venire. 

DUNQUE, se da quelle immagini non può essere certo desunta nessuna simpatia o responsabilità della futura sovrana per il nazismo, più critico e di ben altro tenore appare il caso dello zio paterno che è insieme a Elisabetta in quel filmato e che spinge lei e la sorella Margaret a compiere il saluto, l’allora principe di Galles, salito tre anni dopo al trono con il titolo di Edoardo VIII. Un regno durato neppure un anno e concluso con l’abdicazione a favore del fratello Giorgio (padre di Elisabetta) per la rinuncia a scindere il suo legame sentimentale con l’americana Wallis Simpson, donna di natali non aristocratici e per di più divorziata. Le simpatie di Edoardo VIII per il nazismo erano note all’epoca e pare che non siano state estranee alla sua stessa abdicazione. Certi suoi legami con uomini vicini a Hitler si susseguirono in quegli anni, specie dopo la rinuncia al trono e il matrimonio con Wallis, quando come duchi di Windsor girarono a più riprese l’Europa e furono anche ospiti del dittatore in Germania. 

DOPO lo scoppio della seconda guerra mondiale, Edoardo fu nominato governatore delle isole Bahamas, un incarico formale che altro non era se non un modo per allontanarlo dall’Europa e da qualsiasi posto di responsabilità. Come ha rivelato una biografia uscita all’inizio di quest’anno, opera dello studioso inglese Andrew Morton, pare che Edoardo approvasse il piano di Hitler di riportarlo sul trono dopo la vittoria tedesca. Il filmato uscito dagli archivi reali contribuisce così ad accrescere le ombre sulla figura di quel monarca, anche se non va dimenticato che il suo non fu un caso isolato: nel corso degli anni Trenta le simpatie per la Germania nazista erano infatti abbastanza diffuse nell’high society britannica. Le testimonianze in tal senso non mancano, come ben risulta dal romanzo autobiografico ‘Figlie e ribelli’ (1960) di Jessica Mitford, aristocratica inglese che aveva vissuto quel clima, o dal più recente ‘Quel che resta del giorno’, il romanzo di Kazuo Ishiguro da cui James Ivory ha realizzato la trasposizione cinematografica magistralmente interpretata da Anthony Hopkins, devoto maggiordomo di un Lord filo-nazista.  ALLA VIGILIA del conflitto e anche nei primi mesi di guerra, lo stesso Hitler avrebbe voluto evitare lo scontro con gli inglesi e trovare una forma di collaborazione, assegnando loro un ruolo subordinato nel vagheggiato «nuovo ordine mondiale». Fu la fermezza del padre di Elisabetta, re Giorgio VI, e soprattutto quella del primo ministro Winston Churchill (un uomo che pure in passato non aveva nascosto la sua ammirazione per Mussolini) a rendere impossibile ogni compromesso e a spingere la Gran Bretagna in una lotta ad oltranza per la libertà.