Referendum fuori tempo

Sandro Rogari

 PASSATA la stagione dei referendum. Inutile invocarli contro l’Italicum. Dalla sconfitta l’opposizione passerebbe all’annientamento. Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. E non c’è peggior politico di chi non sta in sintonia col suo tempo e con i sentimenti della gente. Per come è stata posta la battaglia è tempo di adeguarsi ad una onorevole sconfitta. La minoranza dem aveva tutte le condizioni per evitarla. Ma ha evocato la madre di tutte le battaglie, fuori tempo e fuori luogo, con referente solo se stessa. Prospettive, zero. Renzi che si presenta come l’uomo del fare e loro che gridano, denunciano e soprattutto chiacchierano. Una brutta storia e una brutta posizione in cui ritrovarsi. Non perché sia una legge perfetta. Per carità, ha mille difetti. Non abbiamo lesinato critiche e proposte, a partire dall’uninominale a doppio turno di modello francese che nell’Italia liberale ha funzionato egregiamente per cinquant’anni. Quando fu introdotta la proporzionale, nel 1919, fu il disastro. Ma Berlusconi era ostinato a non volerlo. Era convinto, a torto, che lo condannasse alla sconfitta. Quello che è accaduto al centro destra negli ultimi mesi dimostra il contrario.

 

N BUON candidato di destra in un qualsiasi collegio uninominale avrebbe potuto tranquillamente vincere. Ma tant’è, l’ex Cavaliere si è intestardito e anche per lui vale la regola che chi esce di sintonia perde battuta. Poi si è accorto dell’errore e si è messo a strepitare e a fare strepitare contro l’Italicum che aveva votato, contando sulla memoria corta degli italiani.

 

GRAVE errore, come lo è sempre, a destra e a sinistra, oscillare come un pendolo incerto sul da farsi. Ha perso e ha fatto perdere la bussola. Non si può essere l’uomo delle riforme e diventare di punto in bianco il loro oppositore. È troppo, anche per i berlusconiani sfegatati. Addio carisma.

Ora questa è la legge e non si cambia. È tempo per la sinistra dem di ricucire lo strappo. Cuperlo garantisce che non ci saranno agguati? Meglio così. L’errore politico, di sostanza e di comunicazione, è stato palese. Saggezza vuole che se ne prenda atto. Letta preferisce chiudere col no rancoroso una onorata carriera? Peccato per lui. Poteva chiudere in bellezza. Ha bruciato in una settimana il rispetto accumulato in un anno. Per tutti gli altri è bene rientrare nei ranghi. Domani è un altro giorno.

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