Martedì 23 Aprile 2024

Ragazzo morto al Cocoricò, "Mio figlio pusher? L'errore della sua vita"

La madre del diciannovenne: "Distrutto, ma non è uno spacciatore"

Città di Castello (Perugia), 26 luglio 2015 - "PER venti volte almeno ho afferrato il cellulare per chiamare la mamma di Lamberto. Avrei voluto dirle che sono con lei, che una mamma non dovrebbe mai passare per un dolore così grande, ma non sapevo come fare. Io, la madre dell’altro, ora che conforto le posso dare?". Gloria C. è una donna minuta con due occhi grandi pieni di lacrime vere. È la madre di T.C. 19 anni, accusato di aver ceduto la dose di Mdma che ha ucciso Lamberto Lucaccioni, 16 anni. Anche in questo appartamento semplice e dignitoso nel rione Riosecco, a Città di Castello, dove Gloria e papà Massimo siedono accanto sul divano, abita un pezzo di dolore della tragedia al Cocoricò. 

Gloria, magari vorrebbe parlare con i genitori di Lamberto... "Mio figlio minore e Lamberto sono andati a scuola insieme. Erano amici, io mi sentivo con la madre. Volevamo essere vicini a loro, volevamo andare al funerale. Ci hanno consigliato di no. Abbiamo timore di come possano prenderla. Rispettiamo il loro dolore. Al posto loro, mi rendo conto solo adesso, potevo esserci io. Poteva essere toccato al mio ragazzo. E ora provo tanta vergogna".

E suo figlio? "Avrebbe voluto salutare Lamberto in chiesa, gli abbiamo detto che poteva sembrare una provocazione...".

Ma lui cosa le ha detto? "È distrutto, pentito. Si sente responsabile per quello che è accaduto. Non fa altro che piangere e dormire. Mi ha detto 'mamma ho fatto un errore grandissimo, il più grande, e me ne pentirò per tutta la vita'". 

Lei sapeva che suo figlio aveva a che fare con la droga? "Non me ne sono mai resa conto e lui ha detto che è stata la prima volta. Sicuramente l’ultima. È un ragazzo solare, tranquillo. Non mi ha mai dato un pensiero. Quando usciva mi chiamava, ma non era uno che stava in giro la notte, anche perché lo sarei andata a riprendere. Non so cosa possa essersi messo in testa".

Come ha saputo? "Domenica mi hanno detto che Lamberto era morto. Era allucinante. Poi sono arrivati i carabinieri. Sentivo mio figlio confessare tra le lacrime. Lui parlava e io non riuscivo a crederci". 

Gli ha chiesto perché? "Continua a dire ‘ho fatto una cazzata, non so perché. Eravamo tutti insieme, l’abbiamo fatto tutti’". 

E nessuno si rende conto dei rischi? "L’ha imparato ora, con la lezione più difficile della sua vita".

Che ragazzo è? "Si è diplomato al liceo scientifico dell’Itis a luglio. È appassionato di grafica e fotografia e aveva cominciato a fare qualche pubblicità, qualche volantino. Voleva fare la facoltà di grafica e web designer... ma adesso che ne sarà di lui? E se finisce in galera? Sarà rovinato per sempre".

Qualcuno lo chiama spacciatore.... "Mi rendo conto che per chi non lo conosce è così ma le persone vicine, i suoi amici, sanno che non è vero. Vorrei che la gente capisse che mio figlio non è uno spacciatore. Ha fatto una cazzata e gli è costata cara".