Giovedì 25 Aprile 2024

La lezione ai moderati

Sarà stato spregiudicato come Andreotti e rapido come Fanfani, e sarà che adesso nessuno vorrà più comprare un’auto usata da lui. Ma la vera sceneggiatura del film «Quirinale» che – se stamani Mattarella salità al Colle – Renzi ricorderà come un musical trionfale ed Alfano e Berlusconi un horror, è stata scritta soprattutto dalle contraddizioni di quello che intende farsi chiamare centrodestra. Un ammasso di voti e di consensi che un po’ stanno all’opposizione e un po’ al governo, che quando stanno all’opposizione collaborano col governo ma quando stanno al governo remano contro. Il conto non poteva non arrivare. Perché è evidente che le tre maggioranze permettono al premier di giocare al gatto col topo, sia col Berlusconi nazareno sia con l’Alfano di lotta e di governo. L’abilità e spregiudicatezza tattica dell’ex sindaco non fanno però che accentuare i danni di una situazione che in sé, per il centrodestra, è disatrosa.  Così è andata anche stavolta, e così per il fronte moderato andrà anche in futuro se continuerà l’effetto ottico di una causa comune da portare avanti stando seduti su due vagoni diversi, e a meno che il fantomatico partito della Nazione di Renzi non scomponga la politica italiana al punto da rendere inutile il concetto stesso di centrodestra. 

L’Iillusione, perseguita fin dall’inizio di questa partita, di poter ergere blocco insieme all’onda d’urto renziana si è sbriciolata quando, ufficializzato Mattarella, Renzi ha fatto presente ad Alfano che un ministro dell’Interno non può votare contro un presidente della Repubblica. O forse era morta prima, quando Renzi aveva stretto un’intesa a due sulle riforme solo con Berlusconi balenando al Cavalliere l’idea di un presidente della Repubblica condiviso. Alfano, Berlusconi e gli altri centristi da mesi trattano con Renzi tanti piccoli accordi separati, ognuno dei quali ha un oggetto diverso, che sia il governo, qualche posto in una partecipata, il decreto fiscale o le aziende per il Cavaliere, senza accorgersi che fanno solo il gioco del premier.  Poi arrivano le partite vere, come questa del Quirinale, e si stupiscono se ne escono con le ossa a pezzi. Dando magari la colpa alla spregiudicatezza di Renzi. Chi si accontenta gode.