Domenica 14 Aprile 2024

"Odori dei cani intollerabili". Condannato per molestie

Ciano, la Cassazione conferma: ha ragione la vicina di casa

Giudici della Corte di Cassazione (Foto Olycom)

ROMA 24-01-2014 PALAZZO DI GRAZIA E GIUSTIZIA. CERIMONIA DI APERTURA DELL'ANNO GIUDIZIARIO PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE. , - POLITICA, GIUSTIZIA, TRIBUNALE, ANNO GIUDIZIARIO CASSAZIONE, GIUDICI, TOGHE,

Ciano (Reggio Emilia), 29 novembre 2014 - E' andato fino in Cassazione per tentare di farsi annullare la condanna. Franco Claudio Benassi, combattivo imprenditore 57enne di Ciano, il ricorso se l’è scritto da solo. Ma non c’è stato verso, la battaglia non l’ha vinta: se hai dei cani che infastidiscono un vicino col cattivo odore e abbaiando, il vicino ti fa causa, arriva l’Ausl per i controlli e l’Ausl verifica quanto denunciato, alla condanna - un’ammenda complessiva di 200 euro, nel suo caso - non sfuggi.

Il punto su cui discutere era il seguente: fino a che punto deve essere forte la puzza? In questi giorni gli «ermellini», chiamati ad esprimersi sul ricorso di Benassi, hanno scritto nella motivazione che «quando non esista una predeterminazione normativa dei limiti delle emissioni (era questo il caso, ndr), si deve avere riguardo, condizione nella specie sussistente, al criterio della normale tollerabilità... per il cui accertamento non è certo necessario disporre perizia tecnica»: al giudice possono bastare come prova le dichiarazioni testimoniali dei confinanti. In altre parole, per la Suprema Corte il cattivo odore è da ritenersi molestia olfattiva quando è un dato acquisito come tale da un odorato «normale», in questo caso dei vicini.

La vicenda contestata nel capo di imputazione era durata quasi tre anni, dal settembre 2008 al luglio 2011. Si era costituita parte civile la vicina di casa Carla Lari, assistita dall’avvocato Rossella Ognibene. A Benassi era stato imputato di provocare esalazioni maleodoranti «idonee a provocare molestie» ai condomini del confinante condominio La Fornace, e questo perchè «non provvedeva ad adeguata pulizia dei recinti in cui custodiva i propri cani e dell’area cortiliva circostante mantenendovi a lungo le deiezioni degli animali». Il reato è il 674 del codice penale, «getto pericoloso di cose». C’era poi un’altra contestazione: «disturbo del riposo delle persone», perchè per l’accusa non impediva l’abbaiare e latrare continuo anche notturno dei propri cani (erano da caccia).

La difesa chiese l’assoluzione «perchè il fatto non sussiste» ma il giudice Alessandra Cardarelli dichiarò Benassi colpevole di entrambi i reati (ora i giudici togati hanno sottolineato la bontà della sua sentenza). Oltre all’ammenda (che ha reso impossibile appello e prescrizione), gli toccò pagare le spese processuali e una provvisionale immediatamente esecutiva di mille euro (con danni da liquidarsi alla parte civile in separato giudizio), nonchè la rifusione delle spese di parte civile per 1.500 euro più Iva. La Cassazione lo condanna al pagamento delle spese processuali e di mille euro in favore della Cassa delle Ammende.