Giovedì 18 Aprile 2024

Province, allarme Cgil: "A rischio gli stipendi dei dipendenti". Madia: "Paura infondata"

Secondo Michele Gentile, responsabile Settori Pubblici della Cgil, l'impasse dipende dai tagli della legge di Stabilità e dai ritardi nel ricollocare gli esuberi derivanti dalla legge Delrio. Ma il sottosegretario Bresso e il ministro tagliano corto: "I dipendenti pubblici sono e saranno garantiti nei loro diritti. Sindacato irresponsabile"

Susanna Camusso e Marianna Madia

Susanna Camusso e Marianna Madia

Roma, 9 maggio 2015 - Allarme stipendi per i dipendenti delle province. "C'è il forte rischio che da giugno i dipendenti delle province non prendano più lo stipendio, visti i tagli della legge di Stabilità e i ritardi, lo stallo, nel ricollocare gli esuberi derivanti dalla legge Delrio". A lanciare l'allarme è il responsabile Settori Pubblici della Cgil, Michele Gentile.

Il pericolo per il sindacalista quindi è che da metà anno, o meglio dal prossimo mese, "in molte province non ci saranno più i soldi per pagare i dipendenti pubblici e nel frattempo non si è provveduto a ricollocare gli esuberi" derivanti dal superamento previsto dalla riforma Delrio. "Un'operazione - aggiunge - che doveva partire a inizio anno e che è invece bloccata". Gentile punta il dito contro "l'inerzia del governo, le lentezze delle regioni e i tagli della legge di stabilità 2015". Il responsabile Settori Pubblici di Corso d'Italia elenca tutti i tasselli che ancora mancherebbero: "Non sono uscite le tabelle di equiparazione", strumento base per effettuare i trasferimenti dei dipendenti pubblici, "non c'è il decreto sui criteri di mobilità, se le leggi regionali sono state varate non lo sono ancora tutti i procedimenti attuativi, restano i nodi sui centri per l'impiego e la polizia provinciale". Tutto ciò, spiega, "mentre si fanno sentire gli effetti dei tagli sulle risorse destinate alle Province. Effetti spaventosi". Il sindacalista della Cgil riepiloga così la sforbiciata: "Un miliardo per il 2015, due miliardi per il 2016 e tre miliardi per il 2017".

Dunque secondo quanto riferisce la Cgil il riordino degli enti procede a rilento e a fine maggio scatterà il prelievo di un miliardo di euro da parte dello Stato, previsto dai tagli della legge di stabilità. Per molte Province le difficoltà si aggraveranno, non solo nel garantire i servizi ma anche nel pagamento degli stipendi ai lavoratori. E da alcuni enti arrivano già segnali poco rassicuranti, con ritardi e interventi sul salario accessorio. 

"La legge di stabilità - spiega il segretario nazionale della Fp-Cgil, Federico Bozzanca - stabilisce un prelievo di un miliardo nel 2015, due miliardi nel 2016 e tre miliardi nel 2017. Quando è stato votato, questo prelievo è stato condizionato al trasferimento delle funzioni in applicazione della legge Delrio sul riordino delle Province. Ma questo trasferimento non sta avvenendo, per ritardi delle Regioni e perchè il governo non sta sostenendo il processo. E più si ritarda - sottolinea - e più le Province dovranno mantenere le stesse funzioni con lo stesso personale, ma senza avere le risorse per farlo. Questo sta generando un grande problema sia per i servizi sia per il mantenimento del personale". 

"Già in questi mesi - secondo Bozzanca - si sta riducendo la qualità dei servizi e nei prossimi si rischia di toccare gli stipendi. A Torino è stato messo in discussione il buono pasto, a Vibo Valentia non si paga lo stipendio da cinque mesi. Sono segnali preoccupanti e c'è il pericolo che queste situazioni eccezionali possano diventare la norma. Entro giugno - aggiunge - ci sarà il prelievo di un miliardo e la riduzione di liquidità potrebbe comportare problemi di gestione". 

LA REPLICA - Ma il sottosegretario agli Affari Regionali ridimensiona l'allarme e taccia la Cgil di 'irresponsabilità'. "Lanciare allarmi come fa la Cgil non solo è sbagliato ma è anche irresponsabile soprattutto nei confronti dei dipendenti, che sono e saranno garantiti nei loro diritti". Lo sostiene Gianclaudio Bressa, Sottosegretario di Stato agli Affari regionali. "Non c'è nessuna inerzia da parte del governo" assicura Bressa. "La Legge Delrio si sta attuando. I provvedimenti previsti dalla legge di stabilità stanno trovando applicazione. Le Regioni stanno facendo la loro parte. Si sta realizzando la più grande riforma della pubblica amministrazione della storia della Repubblica". Si tratta, sottolinea, di "un processo complesso che ha bisogno di tempo".

Sulla questione interviene anche il ministro per la Funzione pubblica Marianna Madia: "Allarme infondato - dice -. Nessuno perderà lo stipendio e il lavoro". 

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