Achille Perego
MILANO
I PREZZI scendono, compresi quelli del carrello della spesa e i consumi non ripartono tanto che lIstat lancia lallarme su un secondo trimestre dellanno che potrebbe ancora vedere un Pil negativo. Così, nonostante la Bce di Mario Draghi continui a escluderla, cresce il pericolo deflazione. Quella micidiale miscela nella quale linflazione viaggia verso lo zero come la crescita producendo un ristagno che dura per anni e contro la quale non esistono cure. Se non la prevenzione, e lo sa bene anche la Bce, a cui tutti guardano sperando che il suo pacchetto di misure sia sufficiente per evitare il contagio. E, se necessario, diventi anche più efficace con larma straordinaria dellacquisto di bond.
INTANTO lo spettro della deflazione si è materializzato ieri nel nostro Paese con i dati dellIstat su Pil e inflazione. Dopo un primo trimestre negativo (-0,1%), lIstat ha gelato le attese di una ripresa. Nel secondo trimestre infatti «la variazione congiunturale del Pil è prevista ricadere in un intervallo compreso tra -0,1 e +0,3%». La revisione delle stime (in precedenza fissate in una forbice da +0,1 a +0,4%) sono la conseguenza di «un recupero dei ritmi di attività economica più graduale di quanto atteso a inizio danno». Gli «alti livelli di incertezza» e le «condizioni ancora difficili sul mercato del credito», giudicato solo in lieve miglioramento (aspettando la Bce), rischiano di frenare la svolta attesa nel 2014.
E IN QUALCHE modo lIstat sembra dare ragione alla revisione delle stime fatta dagli economisti di Confindustria che avevano rivisto la scorsa settimana la crescita del Pil nel 2014 da un più 0,7 a un più 0,2% nonostante il governo continui a credere in un più 0,8%. A completare il quadro del rischio deflazione si è aggiunto il dato sullinflazione. Oltre alla pericolosa discesa dei prezzi alla produzione (-1,4% su base annua a maggio) a giugno linflazione ha rallentato ancora fermando (con un +0,1% mensile) la crescita annua allo 0,3% dallo 0,5% di maggio. Il livello più basso da quasi cinque anni (ottobre 2009). A frenare il carovita è stato soprattutto il carrello della spesa i cui prezzi sono scesi dello 0,5% (-0,6% gli alimentari), il risultato più basso da 17 anni (settembre 1997).
IL DECIMO mese consecutivo con uninflazione sotto l1%, il periodo a più bassa inflazione degli ultimi cinquantanni ricorda Confcommercio, aumenta i rischi di un 2014 di stagnazione. Un pericolo paventato anche da Confesercenti, Coldiretti (che parla di deflazione a tavola), sindacati e persino i consumatori anche se Federconsumatori e Adusbef giudicano «inverosimile» le rivelazioni dellIstat e comunque stigmatizzano come un più 0,3% significhi per le tasche di una famiglia di tre persone una maggiore spesa di 106 euro allanno.
MILANO
I PREZZI scendono, compresi quelli del carrello della spesa e i consumi non ripartono tanto che lIstat lancia lallarme su un secondo trimestre dellanno che potrebbe ancora vedere un Pil negativo. Così, nonostante la Bce di Mario Draghi continui a escluderla, cresce il pericolo deflazione. Quella micidiale miscela nella quale linflazione viaggia verso lo zero come la crescita producendo un ristagno che dura per anni e contro la quale non esistono cure. Se non la prevenzione, e lo sa bene anche la Bce, a cui tutti guardano sperando che il suo pacchetto di misure sia sufficiente per evitare il contagio. E, se necessario, diventi anche più efficace con larma straordinaria dellacquisto di bond.
INTANTO lo spettro della deflazione si è materializzato ieri nel nostro Paese con i dati dellIstat su Pil e inflazione. Dopo un primo trimestre negativo (-0,1%), lIstat ha gelato le attese di una ripresa. Nel secondo trimestre infatti «la variazione congiunturale del Pil è prevista ricadere in un intervallo compreso tra -0,1 e +0,3%». La revisione delle stime (in precedenza fissate in una forbice da +0,1 a +0,4%) sono la conseguenza di «un recupero dei ritmi di attività economica più graduale di quanto atteso a inizio danno». Gli «alti livelli di incertezza» e le «condizioni ancora difficili sul mercato del credito», giudicato solo in lieve miglioramento (aspettando la Bce), rischiano di frenare la svolta attesa nel 2014.
E IN QUALCHE modo lIstat sembra dare ragione alla revisione delle stime fatta dagli economisti di Confindustria che avevano rivisto la scorsa settimana la crescita del Pil nel 2014 da un più 0,7 a un più 0,2% nonostante il governo continui a credere in un più 0,8%. A completare il quadro del rischio deflazione si è aggiunto il dato sullinflazione. Oltre alla pericolosa discesa dei prezzi alla produzione (-1,4% su base annua a maggio) a giugno linflazione ha rallentato ancora fermando (con un +0,1% mensile) la crescita annua allo 0,3% dallo 0,5% di maggio. Il livello più basso da quasi cinque anni (ottobre 2009). A frenare il carovita è stato soprattutto il carrello della spesa i cui prezzi sono scesi dello 0,5% (-0,6% gli alimentari), il risultato più basso da 17 anni (settembre 1997).
IL DECIMO mese consecutivo con uninflazione sotto l1%, il periodo a più bassa inflazione degli ultimi cinquantanni ricorda Confcommercio, aumenta i rischi di un 2014 di stagnazione. Un pericolo paventato anche da Confesercenti, Coldiretti (che parla di deflazione a tavola), sindacati e persino i consumatori anche se Federconsumatori e Adusbef giudicano «inverosimile» le rivelazioni dellIstat e comunque stigmatizzano come un più 0,3% significhi per le tasche di una famiglia di tre persone una maggiore spesa di 106 euro allanno.
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