Mercoledì 24 Aprile 2024

Usa, il rischio guerra civile tra i democratici e il sorpasso di Trump sulla Clinton

Sorpresa nei sondaggi. Ma è testa a testa di impopolarità

Donald Trump sorpassa Hillary Clinton nei sondaggi (Ansa)

Donald Trump sorpassa Hillary Clinton nei sondaggi (Ansa)

dall’inviato Giampaolo Pioli

New York, 23 maggio 2016 - A poco più di 5 mesi dal voto di novembre, prima ancora di tutti i dibattiti presidenziali, Donald Trump ha visto ieri per la prima volta il suo nome davanti a quello di Hillary Clinton nei sondaggi nazionali pubblicati dall’autorevole RealClearPolitics. Il numero generale dei voti in America non conta per l’elezione del presidente perché sono le vittorie nei singoli stati che valgono. Ma quello di Trump  è un 'sorprasso' simbolico rilevante anche se si tratta solo dello 0,2% in percentuale, (entro il margine di errore) perché indica una tendenza del momento. Anche se minimo da solo basta e avanza a far tremare l’ex first lady che adesso è ancora costretta a proteggersi dai continui morsi ai polpacci dell’altro candidato democratico, Bernie Sanders, il quale non molla continua a rosicchiare voti e delegati. Saranno solo i voti della California e del New Jersey il 7 giugno a stabilire il 'matematico' vincitore delle primarie.

Quella che sembrava una convention di sangue per i repubblicani a Cleeveland in Ohio si sta trasformando in una vera marcia trionfale per Trump impegnatissimo nel ricucire col partito. Quella che veniva annunciata invece come l’incoronazione di Hillary a Filadelfia, potrebbe diventare una guerra civile fra democratici che rischiano di andare alla convention lacerati, divisi e scontenti. Hillary ha smesso di attaccare Sanders e si concentra sulle tasse non rivelate di Trump. Il senatore del Vermont invece, spara contro la presidente del partito democratico Debbie Wasserman Schultz accusandola di sostenere "regole arbitrarie nell’assegnazione dei super delegati" già schierati nella stragrande maggioranza con la Clinton.

La minaccia più forte dei 'Sanders boys' però è l’astensione del voto a novembre se non addirittura un appoggio di protesta a Trump. Hillary ha mille ragioni di preoccuparsi perché oltre il 50% degli americani ha di lei un’impressione "sfavorevole". E’ la stessa prcentuale riservata a Trump anche se lui ha il vantaggio di essere un "outsider". Bruciando le tappe il re del mattone newyorkese ha incontrato ieri alla Trump Tower il senatore Bob Coker, presidente repubblicano della potente commissione degli affari esteri del Senato al quale potrebbe offrire il posto da vice presidente. Hillary invece potrebbe essere costretta a scegliere Sanders come numero due, l’unico indicato positivamente in tutti i sondaggi.