Prescrizione, stop all'asse Pd-M5S. Di Maio: "Renzi affonda una buona legge"

Anche Di Battista attacca: "Vergognatevi". E Alfano: "C'è un rilancio giustizialista di settori del Pd"

I grillini Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio (Ansa)

I grillini Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 28 maggio 2016 - C'era una volta la possibilità di cambiare i termini della prescrizione con un'inedito asse Pd-M5S: i dem avevano presentato un emendamento, appoggiato dai 5 stelle, che prevedeva di fermare il decorrere della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Ma poi si è messo di mezzo il ministro Alfano con tutti i centristi della maggioranza, e tutto si è bloccato.

L'IRA A 5 STELLE - Evidente l'ira del Movimento 5 stelle, che mette in campo i suoi uomini più in vista. Luigi Di Maio attacca:  "Quello che sta avvenendo sulla prescrizione è una cosa ridicola, un parlamentare del Pd ha proposto una norma che noi condividiamo, ma Renzi preferisce accordarsi con Verdini e con Alfano". Insomma, accusa, "Renzi sta affondando, ancora una volta, una buona legge in materia di prescrizione".

Non da meno è Alessandro Di Battista, che twitta: "Caro Orfini sulla prescrizione subito dietrofront. Vergognatevi. Anche voi avete uno staff ed è composto da Alfano, Azzollini e Verdini". E sempre sui social, ma questa volta su Facebook, Di Battista incalza: "Fatemi capire. Casson, senatore del Pd, propone un emendamento per sospendere la prescrizione dopo la sentenza di I grado. Per noi non è il top (vorremmo sospenderla con il rinvio a giudizio) ma comunque diciamo che ci stiamo. Che lo voteremo. A quel punto partono le telefonate verso Palazzo Chigi. Alfano scalpita, Verdini minaccia. Zanda (capogruppo Pd Senato) dice subito che questo emendamento non è sicuro. Osceno dietrofront del Pd insomma. Questo è il Pd, ignora Casson (ripeto suo senatore, un magistrato tra l'altro) e prende ordini da Verdini, uno che ha più processi che elettori. Ora la domanda è: 'c'è qualche elettore del Pd a cui viene da vomitare?'".

ALFANO - Sulla questione torna a parlare anche il ministro dell'Interno: "Io sono una persona ragionevole, di buon senso, io non sono per diminuire la prescrizione e neanche per lasciarla così com'è, sono per aumentare la prescrizione, ma non all'infinito, perché se l'aumentiamo all'infinito cancelliamo i diritti e le garanzie per i cittadini". Poi attacca gli alleati del Pd: "C'è qualcosa di incomprensibile nel comportamento di settori del Partito Democratico, che non fanno riferimento a Renzi e alla leadership, è incomprensibile che il consiglio dei ministri ha approvato un testo e da quel giorno c'è stato un rilancio giustizialista di settori del Pd". "Se un cittadino viene indagato a quaranta anni e archiviato o assolto a settanta - ha aggiunto il ministro - che cosa è rimasto della sua vita? Credo di dire una cosa di buon senso se affermo che la prescrizione va incrementata ma non può cancellare il tema delle garanzie nei confronti di quei cittadini che se vengono indagati entro un tempo ragionevole è compatibile con la vita umana devono essere in grado di sapere se sono innocenti o colpevoli, e lo deve saper anche la società".