Prescrizione, Alfano blocca il Pd. Salta la soluzione che piace ai grillini

Zanda: gli emendamenti solo ipotesi. Il relatore Cucca: ritiro la firma

Angelino Alfano blocca il Pd sulla prescrizione (Ansa)

Angelino Alfano blocca il Pd sulla prescrizione (Ansa)

Roma, 28 maggio 2016 - IL SENATO starà anche per essere abolito, ma fin quando c’è crea, ogni giorno, i suoi bei grattacapi alla maggioranza di governo. Prendiamo il caso della prescrizione: sotto forma di ‘panino’ (è inserita nella riforma del processo penale), giace a palazzo Madama da mesi, ma al Senato, si sa, i numeri sono ballerini. In pratica, ogni ddl o lo fai con alfaniani e verdiniani o con i grillini. La riforma della prescrizione è spiaggiata, e ormai da mesi, cioè all’esame della commissione Giustizia, ma è lì che si consuma il ‘fattaccio’. Sui 41 articoli del testo tutti i partiti hanno presentato emendamenti (300 di FI, 10 di M5S, 60 del Pd, 100 del Misto), ma ne sono passati due, a prima firma Felice Casson (civatiano critico anche con Civati, molto critico con Renzi) e Giuseppe Cucca (renziano), grazie all’appoggio, entusiasta, del M5S. I due senatori propongono, in sostanza, di fermare definitivamente il decorrere della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Un regalone insperato per i magistrati inquirenti e per il nuovo verso dell’Anm di Davigo, critica verso il governo. Il guaio è che, non appena i centristi si sono accorti dell’inciucio al contrario (Pd-M5S), hanno alzato alti gli scudi contro il testo, il cui esame, peraltro, non riprenderà che dopo le elezioni comunali. «Le proposte emendative dei due relatori, entrambi esponenti del Pd – dice il capogruppo di Ap al Senato, Renato Schifani – si pongono in direzione esattamente contraria agli impegni assunti dal ministro Orlando», a sua volta tirato dentro la contesa. L’invito che Schifani rivolge al Pd è «il ritiro immediato di proposte mai discusse e non condivise dentro la maggioranza». Va pure detto che gli alfaniani, alla Camera, si erano astenuti sul testo: la pressione del ‘partito dei giudici’, che a loro dire ancora alligna nel Pd, aveva fissato a 21 anni i termini della prescrizione. Insomma, mentre Ncd faceva a braccio di ferro con il Pd su una mediazione, tra i 15 e i 18 anni, la sinistra Pd disfaceva di notte la tela che Pd e Ap tessevano di giorno.

A FINE SERATA, il capogruppo dei senatori Pd, Luigi Zanda ci mette la pezza: «Gli emendamenti di Casson e Cucca sono solo ipotesi di lavoro». E Zanda il risultato l’ottiene: il senatore Cucca, spaventato dall’essere accostato al ribelle Casson, annuncia che lui «voleva solo dare un contributo alla discussione, ma davanti a inaccettabili strumentalizzazioni, ritiro la mia firma». E mentre il leader di Ncd, Angelino Alfano, punta il dito («nella commissione Giustizia c’è un residuo di area giustizialista storica della vecchia sinistra») e Ala insorge («non ci avete consultato! Siamo o no in maggioranza?»), il Pd di Renzi ritrova il bandolo. La riforma della prescrizione si farà con l’accordo blindato Pd-Ap.