Mercoledì 24 Aprile 2024

Roma, Virginia Raggi: "Ormai non decido più nulla"

La linea del Movimento 5 Stelle: ha forzato la mano, ora meno autonomia

Il sindaco di Roma Virginia Raggi (Lapresse)

Il sindaco di Roma Virginia Raggi (Lapresse)

Roma, 24 dicembre 2016 - Grane giudiziarie, il fiato sul collo del Movimento 5 Stelle che controlla ogni sua mossa, lotte di potere, il rimpasto. Per Virginia Raggi sono ore, giorni, settimane difficili. «Ormai non decido più nulla», avrebbe detto ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Sono lontani i tempi dei festeggiamenti per la conquista di Roma con il 67 per cento dei voti. A distanza di sei mesi il sindaco capitolino è costretto a subire un ‘commissariamento’ di fatto. Fonti del Movimento 5 Stelle non nascondono una certa delusione, ammettendo che «non c’era altro da fare». Le nomine nel mirino, il valzer degli addii di assessori e fedelissimi, l’arresto dell’ex braccio destro della Raggi, Raffaele Marra, l’arrivo sempre più probabile di un avviso di garanzia, hanno fatto correre ai ripari i vertici stellati, inviando i propri luogotenenti. Alfonso Bonafede (vicino a Luigi Di Maio) e Riccardo Fraccaro, mandati a ‘controllare’ la situazione, pare siano mal tollerati dalla Raggi. Il sindaco, pur essendo riuscito ad evitare di avere come vice Massimo Colomban, l’imprenditore assessore alle Partecipate, ha comunque l’«uomo di Casaleggio» al suo fianco. E pure il nuovo assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, definita l’anti-Muraro, è in pratica una sconfessione alle scelte di Virginia prima del caos capitale. La linea dei vertici, d’altra parte, è chiara: sostenere Virginia per evitare ripercussioni nazionali sul Movimento, ma affiancarle un ‘cordone’ di sicurezza per evitare altri clamorosi inciampi. Ambienti grillini ammettono che «Virginia ha forzato la mano, continuando a sostenere Marra nonostante gli avvertimenti che le erano arrivati. Ora si accontenti: finché è difendibile verrà sostenuta, ma, in quanto ad autonomia, dovrà fare un passo indietro. In una situazione del genere è il minimo sindacale. Fraccaro e Bonafede? Sono solo stati mandati a Roma per aiutare: ce n’è un gran bisogno».    La verità è che la Raggi, come nel video (postato da Grillo) che la ritrae mentre cammina titubante al Quirinale in mezzo alle sedie vuote, è isolata. Del resto, l’avviso di garanzia per abuso di ufficio (in primis per la nomina di Renato Marra, fratello dell’ex fedelissimo, al Turismo del Campidoglio) è dato come sempre più probabile. E già circola con insistenza pure la data in cui Virginia potrebbe comparire davanti ai pm: il 9 gennaio. Da qui, c’è chi azzarda i passi successivi: autospensione modello Sala e il vicesindaco Luca Bergamo a subentrare al posto della prima cittadina. Bergamo nega («il problema non si pone»), ma non si vedono alternative. L’ipotesi di togliere il simbolo alla Raggi pare accantonata, anche se c’è chi sibila che «ogni giorno c’è una sorpresa». Ieri, quella delle cimici in Campidoglio. Pare, infatti, che la Raggi e il suo staff fossero stati avvisati delle intercettazioni e, per questo, il sindaco si fosse rifugiato sui tetti a parlare con l’altro fedelissimo, Salvatore Romeo. Una ‘mossa’ che fonti della giunta capitolina hanno definito «imbarazzante», perché «fa intendere che ci sia qualcosa da nascondere».  L’unico spiraglio resta sull’approvazione del bilancio. Martedì riprende la maratona e in giunta si scommette di avere un parere positivo dopo l’Epifania. Rimane il nodo dei 137 milioni concessi dal ministero dell’Economia per coprire i debiti fuori bilancio. A causa di alcune istruttorie non complete, sarà difficile impegnarli tutti entro la fine dell’anno.