Venerdì 19 Aprile 2024

Errani se ne va, la reazione dei sindaci. Pirozzi: "Ecco la mia proposta"

Il commissario per la ricostruzione lascia l'incarico. In agitazione i primi cittadini di Arquata e Acquasanta Terme. Fuori dal coro il sindaco di Visso

Vasco Errani e Paolo Gentiloni (Ansa)

Vasco Errani e Paolo Gentiloni (Ansa)

Bologna, 20 agosto 2017 - Come anticipato dal nostro giornale, Quotidiano Nazionale, Vasco Errani a settembre lascia l'incarico di commissario per la ricostruzione del terremoto in Centro Italia. L'annuncio - che dovrebbe essere dato ufficialmente lunedì dal premier Paolo Gentiloni - lascia molti nello sconcerto, in particolare i sindaci delle zone colpite dal sisma. Errani sarebbe pronto a candidarsi alle politiche coi bersaniani.

IL SINDACO DI AMATRICE (RIETI) "La mia proposta - dice Sergio Pirozzi -, un commissario unico, con quattro sub-commissari, sindaci di ogni regione, ma devono avere le zone rosse: la conoscenza di chi ha avuto la distruzione non è paragonabile a quella di chi sta nel cratere senza troppi danni. Le Regioni devono fare solo i soggetti attuatori, perché non so’ capaci".

CAMERINO - Secondo il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui dare più potere ai sindaci è la ricetta giusta per una nuove governance della ricostruzione.

IL SINDACO DI ARQUATA (ASCOLI) - "Mi auguro che ci ripensi". La notizia ha messo subito in agitazione il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci che ha cercato contatti con l'entourage di Errani. "È una cattiva notizia, perché ormai Errani era un punto di riferimento. È una grossa perdita - dice Petrucci all'ANSA - ormai il commissario conosceva tutte le pratiche, quanto si doveva fare, per esempio, per un passaggio importante in vista della ricostruzione, quello della microzonazione". "Non so a chi verranno attribuite le sue funzioni in una situazione che io ritengo sia ancora di piena emergenza, almeno per il mio comune. Curcio ha lasciato per motivi strettamente personali ed è comunque stata una grossa perdita. Per quanto riguarda ora Errani - conclude Petrucci - se è una scelta sua, mi auguro che ci possa ripensare; se è una scelta governativa, che ci pensassero due volte prima di sostituire un uomo che ha acquisito una grande esperienza".

ACQUASANTA (ASCOLI) - Con l'addio dell'ex capo della Protezione civile nazionale Curcio e quello di Errani, "la ricostruzione si fa più difficile, più lontana". È il parere del primo cittadino di Acquasanta Terme, uno dei Comuni più colpiti del sisma del 24 agosto, Sante Stangoni. "Sarebbe opportuna una proroga - dice all'ANSA - almeno sino alla fine dello stato di emergenza, che è stato a sua volta prorogato, mi sembra fino a febbraio 2018". Secondo Stangoni, "sono necessari alcuni aggiustamenti alle varie ordinanze, per lo più firmate da Errani e chi meglio di lui può occuparsene?". Dare più responsabilità alle Regione e in particolare ai presidenti, che potrebbero diventare commissari, può essere un'idea, "ma non so se se le regioni hanno la presenza necessaria, i presidenti si debbono occupare anche dei territori non colpiti dal sisma. Io, sindaco di un Comune terremotato, non riesco più ad occuparmi dell'ordinaria amministrazione".

VISSO (MACERATA) - "Prima o poi ci si sarebbe arrivati. Se i presidenti di Regione avranno maggiori responsabilità o meglio, diventeranno commissari alla ricostruzione, sarà un vantaggio operativo". È il commento fuori dal coro del sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini. "Ora bisogna adeguare l'impianto normativo", dice all'ANSA Pazzaglini, che ha preparato una serie di osservazioni alle varie ordinanze commissariali, segnalando gli aspetti "che ostacolano la ricostruzione". "Un altro commissario a mio avviso non serve - conclude -, per me non è una struttura necessaria, anzi è una infrastruttura di cui non vedo l'utilità".

UMBRIA - Più laconica la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. "Parleremo lunedì dopo l'incontro con il premier Paolo Gentiloni", dice la governatrice scegliendo di non commentare la notizia. 

DI STEFANO (FI) - "Ormai, a un anno dal primo sisma, si delinea chiaramente come i governi di sinistra non abbiano gestito il post-sisma e la ricostruzione con criteri di operatività ma con logiche prettamente politiche". Così Fabrizio Di Stefano (Fi). "Errani - ha continuato Di Stefano - "non fu nominato per gestire l'emergenza ma direttamente per la ricostruzione, quando l'emergenza era ancora nel vivo, visto che neanche le macerie sono state ad oggi rimosse. Evidentemente lo scopo politico della sua nomina si era esaurito: tacitare, all'epoca, la corrente - bersaniana - del Partito Democratico, che oggi è fuoriuscita nel Movimento Democratico e Progressista. Quali risultati ha prodotto Errani? E' forse concluso il suo compito? Forse non è nemmeno iniziato. Una cosa è certa, a differenza di Bertolaso nel sisma del 2009 all'Aquila - conclude il deputato di Forza Italia - Errani non sarà rimpianto e forse nemmeno ricordato".