Giovedì 18 Aprile 2024

M5s, dal telefono alle cene. "Ecco quanto spendono i grillini"

Nel sito di Canestrari e Biondo si fanno i conti in tasca ai parlamentari pentastellati. Per Luigi Di Maio 108mila euro in eventi. Roberto Fico, chiamate per 12mila euro

Luigi Di Maio e Roberto Fico (Ansa)

Luigi Di Maio e Roberto Fico (Ansa)

Roma, 19 ottobre 2016 - Ma quanti soldi spendono, questi (parlamentari) grillini? Forse troppi. Almeno a un occhio ora diventato esterno, una volta parte integrante della Casaleggio Associati. Quello di Marco Canestrari e Nicola Biondo, autori del libro "Supernova, Chi ha ucciso il Movimento 5 stelle" che hanno anche varato un sito, ‘Maquantospendi.it?!’ dove fanno le pulci ai parlamentari grillini e al loro 'ti rendiconto.it", dove mettono on line le loro spese.

Secondo i calcoli dei due transfughi, i soldi 'denunciati' dai parlamentari non collimano con quelli effettivamente spesi. E questo perché oltre a quelli spesi dallo stipendio, ci sono anche quelli che sono stati spesi dal 'budget' del gruppo parlamentare e mai denunciati, a dire di Supernova, dai 5 stelle nelle Camere. Una discrepanza di non poco conto, che i due hanno voluto mettere in rilievo nel sito 'Ma quanto spendi' scarnificando ogni 'cedolino' secondo ogni voce di spesa, dalla più piccola alla più gravosa.

E così si scopre che Luigi Di Maio ha speso (sì, davvero) 108 mila euro in quasi tre anni per “eventi sul territorio”. Il secondo parlamentare del Movimento nella classifica delle note spese sullo stesso fronte è il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, con 31.600 euro di rimborsi chiesti nello stesso periodo considerato per Di Maio, poi il senatore Carlo Martelli con poco più di 28 mila euro, Carla Ruocco, circa 26 mila e così via, a scendere (Alessandro Di Battista è al diciottesimo posto della classifica, con poco più di 16 mila euro).

I parlamentari del Movimento 5 Stelle, si difendono sostenendo che - ed è vero - rinunciano a parte della loro “indennità” (5 mila euro mensili) versandola in due speciali fondi creati dal Movimento stesso che vanno alle piccole e medie imprese italiane (se ne trovano i conti sul sito ufficiale dei gruppi parlamentari M5S ‘tirendiconto.it’). Ma l’indennità è solo una parte dello “stipendio”, se lo si può chiamar così, di ogni deputato. Ad essa vanno aggiunte altre due consistenti voci: la “diaria” (3500 euro mensili, decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza dalle sedute d’Aula) e il “rimborso per esercizio del mandato” (3690 euro diviso al 50% a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese attestate e per il 50% di spese forfettarie, quindi senza alcun obbligo di rendicontazione). Su queste voci i grillini si limitano a dire che “trattengono quanto speso”.

Senza dire del fatto che per ogni deputato sono previste tessere per la libera circolazione su treni, aerei e navi e un rimborso annuale per le spese telefoniche, voci che balzano agli occhi e fanno impressione, a leggerle su ‘quantospendi.it’: altro che 'politica low cost'.

Eccole, dunque (da specificare che si parla dell’ultimo anno e mezzo di legislatura, quindi tutte le spese coprono quasi due anni solari, dal 2014 al 2016).

CONSULENZE, CENE E ZTL - Luigi Gaetti, senatore di Mantova, professione medico, sconosciuto ai più, ma vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia, spende in “consulenze” non meglio specificate 35 mila euro, in “eventi” 15 mila euro, per cene e pranzi si ferma, beato lui, a 12 mila. Cene e pranzi di lavoro che danno un bel da fare anche ad Alberto Airola (9 mila euro), Di Maio (3 mila), Taverna e Di Battista (2 mila euro a testa). Paola Taverna, deputata romana verace, spende 1800 euro per “spese di alloggio” (nella sua città), Di Maio – che almeno è campano – 3 mila. Ma le spese per entrare e uscire dalla Ztl, la zona a traffico limitato della Capitale, lasciano ancora più perplessi: la Taverna ne dichiara 3 mila (quante macchine ha?), la Lombardi 1300, Airola arriva fino a 4 mila.

CONVENTION ED EVENTI - Per le missioni “non ufficiali” (per quelle “ufficiali”, come è ovvio, paga la Camera o il Senato di default), Di Maio arriva alla bella cifra di 28 mila euro, Carla Ruocco si ferma a 13 mila, segue Roberto Fico a 9 mila come pure Di Battista mentre il povero Fraccaro ne dichiara solo per 5 mila euro. Poi ci sono – e come potrebbero mancare? – le partecipazioni ad eventi (presentazioni di libri, convention, iniziative): Di Maio è indaffaratissimo, non se ne perde nessuna, visto che ne dichiara per 37 mila euro, la Taverna ne ha per 18 mila euro e Fico, che forse legge un po’ meno, per 16 mila.

COLLABORATORI - Una voce classica, nelle spese di ogni deputato, è quella dei ‘collaboratori’ e anche qui i gruppi largheggiano in soldi (tanti) dati ai loro parlamentari. Il catalogo è questo: Roberta Lombardi spende 126 mila euro in collaboratori (insomma, una quadrata legione romana), Di Maio solo 3400 (poco, si dirà: vero, ma Silvia Virgulti, la sua compagna, la paga il gruppo) ma poi c’è anche la voce “consulenze”. Dentro c’è un po’ di tutto: dati informatici, assistenza legale, etc. La senatrice Barbara Lezzi ne ha avuto bisogno per ben 85 mila euro, Di Battista e Sibilia per 40 mila, la Lombardi per 30 mila.

RIMBORSI ANTICIPATI - Basta? Macché. Un’altra voce, semi oscura, sono i “rimborsi anticipati”: tu giri l’Italia, o il mondo, anticipi la somma, poi il gruppo ti viene in aiuto e ti rimborsa. Toninelli, mago pentastellato dei sistemi elettorali, ne ha chiesti per ben 21 mila euro, il più oscuro Manlio Di Stefano ben 20 mila. Tra le spese indicate nella voce “eccedenze” della “diaria” (sono le spese che possono non essere rendicontate, al 50% del “rimborso dell’esercizio di mandato”, Di Battista primeggia con ben 55 mila euro, l’onorevole Scibona non si sa cosa ne faccia dei suoi 48 mila euro, la Taverna di 42 mila.

LA CANCELLERIA DI DI MAIO - In fondo abbiamo tenuto alcune ‘chicche’. Di Maio, che è vicepresidente della Camera, e quindi gode di uffici preposti e servizi gratis già di suo, dichiara 5 mila euro per “cancelleria varia”, 1500 euro per “commissioni bancarie”, 2700 euro per “servizi postali” e 1200 euro per “francobolli”. Il che, per l’uomo simbolo di un Movimento nato e cresciuto nella Rete, è un po’ un paradosso. O un controsenso. Infine. Nell' ultimo quadrimestre (maggio-agosto 2016) il M5S Senato ha speso 748.875 euro, la maggior parte dei quali (oltre 350mila euro) per "personale e collaboratori". I deputati non hanno una rendicontazione quadrimestrale come gruppo, l' ultimo bilancio è relativo al 2015, dove si legge che gli "oneri" sono stati di 3,7 milioni di euro (350mila euro più dell' anno precedente).

 Di Battista, soprannominato dai colleghi "gallo cedrone", negli ultimi tre mesi rendicontati, cioè fino a luglio, ha speso 2.800 euro tra pranzi, cene, bar e alimentari generici. Ma alla voce "vitto" non è Di Battista lo spendaccione, lo è il deputato Mattia Fantinati, che finora ha utilizzato 32mila euro pubblici solo per mangiare, a quanto pare. Per "Alberghi e simili" vince il deputato grillino Cosimo Petraroli, da Torino, con 41mila euro spesi.

TELEFONI E AFFITTI - I big tornano ai primi posti in altre voci, come le "spese telefoniche", dove Roberto Fico è secondo con più di 12mila euro in telefonate. Quindi ancora Di Maio tra quelli che spendono di più in "noleggio auto", quasi 9mila euro, al secondo posto dopo il deputato Bernini (10mila). Il senatore Lello Ciampolillo è il campione dei taxi: 16.668 euro. Mentre non è noto che tipo di appartamento abbia in affitto (coi soldi della Camera) la deputata Marta Grande; spende oltre 77 mila euro l'anno. Troppo? Forse.

Ma questo lo decideranno gli elettori.

Firme false in Sicilia, "grillini sapevano"