Sabato 20 Aprile 2024

Italia ingovernabile. "Sfiducia nei politici"

Dopo il voto: gli italiani consapevoli che gli interessi di bottega porteranno all’instabilità. Resterà il proporzionale: conviene a tutti per evitare la vittoria dei grillini

Grafico di Qn

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DOPO la bocciatura parziale dell’Italicum da parte della Corte Costituzionale, governo e Parlamento si erano impegnati, a parole, a chiudere in tempi brevi la questione legge elettorale. Sembrava questione di giorni, poche settimane al massimo. E invece le proposte depositate in Commissione Affari costituzionali della Camera sono addirittura 28; appare piuttosto improbabile che si arrivi, come previsto, a un testo unico da presentare in Aula il 27 marzo. Come dimostra il sondaggio di Ipr Marketing che pubblichiamo, questa situazione di stallo è percepita dagli italiani come la conferma dell’inaffidabilità della politica. Non solo: la fiducia nei confronti dei partiti è ai minimi da oltre 25 anni. Colpa della corruzione e delle responsabilità nell’ingovernabilità del Paese. E per di più questa precarietà istituzionale rischia di scatenare ancora una volta la sfiducia degli investitori internazionali e degli alleati europei.

Roma, 17 marzo 2017 - TRA l’ostilità degli scissionisti, le resistenze dei centristi, le traversie dei democratici, le pressioni dell’Europa e l’arrembare della magistratura, questo governo sembra già in pieno stallo. Consoliamoci: dopo sarà anche peggio. ‘Dopo’, cioè dopo essere stati chiamati alle urne, si presume nel febbraio 2018, scopriremo che non c’è un vincitore. Tutti diranno di aver vinto, nessuno avrà la forza politica per formare un governo. Nelle segrete stanze del Palazzo, comincerà allora una trattativa sfibrante e non è affatto detto che al termine degli inevitabili mercanteggiamenti si creino le condizioni per la nascita di un esecutivo di larghe intese. Con l’aria che tira, è probabile che Forza Italia, Pd e centristi vari non abbiano i numeri sufficienti per dar vita a una maggioranza parlamentare. Agli occhi del mondo, sarebbe una conferma: l’Italia è un Paese ingovernabile anche quando ha un governo in carica, figurarsi senza... Tra investitori internazionali, mercati finanziari e alleati europei, chi non si allontanerà ostentatamente da noi ci salterà rapacemente alla gola. Insomma, una tragedia nazionale.   QUESTO scenario si realizzerà a causa dell’insipienza dei partiti politici, o, per meglio dire, dell’opportunismo dei loro leader. Della vanagloria di Renzi e dei renziani, dello spirito di vendetta di D’Alema e dei dalemiani, dei calcoli di bottega di ciascuno. Il sistema elettorale proporzionale distruggerà il Paese, ma assicura comode rendite di posizione ai commercianti della politica. Non lo toccheranno. Anzi, c’è persino il rischio che abbassino la soglia di sbarramento del Senato (oggi all’8%) per consentire a qualche altro nano politico di innestare a palazzo Madama le insegne del proprio partitino fittizio. In questa fase di debolezza diffusa e alleanze incerte, il proporzionale va bene a tutti. Non lo toccheranno, dunque. Non lo toccheranno anche perché in Italia e all’estero le classi dirigenti stanno esercitando tutte le pressioni di cui sono capaci: vietato introdurre il ballottaggio o premi di maggioranza raggiungibili, se ne potrebbero avvantaggiare i grillini. Chiamarla «democrazia» comincia a essere difficile.    MA TUTTO questo gli italiani l’hanno già capito. Basta leggere i risultati del sondaggio che ha realizzato per noi l’Ipr di Antonio Noto. Guardate le tabelle: l’Italia sarà ingovernabile per il 65% degli intervistati, la colpa andrà data alla classe politica per il 58%, mentre solo il 7% dei cittadini ha fiducia nei partiti politici. Quando poi si tocca la questione morale, tema su cui si sfogano tradizionalmente le ipocrisie nazionali, è pure peggio. Solo il 12% degli italiani pensa che in futuro i politici saranno meno corrotti, solo il 28% ritiene che in termini di propensione alla corruzione non siano «tutti uguali», solo il 38% pensa che nei prossimi anni la qualità della classe politica migliorerà. Si capisce che, se questi sono gli umori dell’opinione pubblica, l’istinto di sopravvivenza abbia consigliato all’attuale governo di disinnescare il referendum promosso dalla Cgil innestando un’imbarazzante retromarcia sui voucher. Di retromarcia in retromarcia, però, di inerzia in inerzia, nella migliore delle ipotesi l’Italia resterà ferma al palo. Come un capretto incatenato a mo’ di esca in attesa che le belve lascino il bosco e lo sbranino. Difficile rassegnarsi a questo scempio nazionale, difficile accettare tanto egoismo politico.    ESTREMO appello, destinato probabilmente a riecheggiare nel deserto: date all’Italia un sistema elettorale che consenta la nascita di un governo stabile! E se vincono i grillini vedremo di cosa sono capaci. Faranno disastri? Probabile. Probabilissimo. Sono i rischi della democrazia.