Mercoledì 17 Aprile 2024

Segreteria Pd, Rossi in campo. Diverso da Renzi, ma non 'anti'

Il Governatore toscano: penso al prossimo Congresso del partito

Il governatore della Toscana Enrico Rossi (Lapresse)

Il governatore della Toscana Enrico Rossi (Lapresse)

Roma, 8 settembre 2015 - Vox populi, vox dei: il governatore Enrico Rossi si candida a segretario del Pd contro Renzi.

"Due premesse".

Prego.

"Uno: il congresso del Pd c’è nel 2017. Due: non sono e non sarò antirenziano. Io sono io, Enrico Rossi, con la mia storia, la mia cultura politica, le mie idee. Permettetemi di raccontare questa storia e di fare le mie proposte. In quest’ottica confermo una manifestazione di interesse".

Non si riconosce in nessuno dei politici nazionali dem diversi dal segretario?

"Guardi, lo dico con molto rispetto per tutti: non vedo chi sappia davvero impersonare una proposta alternativa, che non sia antirenziana in modo pretestuoso, a prescindere, ma che raccolga quel mondo di sinistra che sta alla base dei valori fondativi del Pd, di sinistra e non solo. Penso ai cattolici democratici."

Che cosa non le piace di quella che normalmente viene definita la minoranza dem?

"Ha posizioni troppo ferme e animate da spirito di rivincita, come mi pare stia accadendo sulla riforma del Senato o è stato sul Jobs Act. Ad ascoltare alcuni esponenti Pd pare che dalla questione del Senato elettivo passi il futuro della democrazia. La realtà è che la nostra gente si è espressa, ha dato a Renzi un mandato preciso. Invece spesso pare che nel Pd ci siano due partiti...".

Che voto dà al primo anno di governo Renzi?

"Il governo Renzi va aiutato in tutti i modi, con spirito unitario. Il Paese ha bisogno delle riforme, buttare tutto sarebbe un peccato. Vede, non sono antirenziano...".

Che cosa la differenzia da Renzi?

"Abbiamo un profilo politico e culturale diverso".

Non sarà solo un fatto di stile.

"Usiamo un diverso modo di raccontare la politica. Penso al suo rapporto con i corpi intermedi".

Sui sindacati che idea ha?

"Il sidacato ha fatto tanti sbagli, ma la rottura è un errore. Il sindacato va sfidato sull’innovazione".

Almeno il piano tasse di Renzi la troverà d’accordo.

"La riduzione delle tasse andrebbe fatta in modo mirato".

Anche sulla casa?

"Andrei cauto a ridurre le tasse sui patrimoni dei benestanti. Sarebbe un regalo inutile. Andrebbe ridotta a una parte di popolazione, diciamo a un 60/70 per cento, come fece Prodi. Il resto dei tagli a lavoro e imprese. Come peraltro ci chiede l’Europa"

Renzi è stato eletto segretario con una percentuale molto alta. Realisticamente, la sua segreteria è attaccabile?

"Uno spazio c’è. Guardi, non è giusto essere antirenziani per partito preso, ma neppure possono chiederci a tutti di diventare renziani".

Scendendo in campo, lei si confronterà anche con gli altri esponenti della minoranza dem. Mira a diventarne comunque il leader?

"Non ho fatto piani alternativi. Non ho concertato niente con nessuno, e in modo trasparente mi faccio avanti. I cambiamenti non si decidono in una stanza chiusa, ma rivolgendoci agli elettori. In questo ho imparato la lezione positiva di Renzi".

La vecchia guardia dei Bersani e D’Alema è fuori gioco?

"Li ascolto molto volentieri, possono svolgere un ruolo importante e dare un contributo di idee".

Il suo percordo verso la segreteria, quando sarà lo immagina con le primarie?

"Le primarie sono una conquista positiva".

C’è chi ha iniziato a metterle in dubbio, a chiedere che siano ristrette.

"Non scherziamo. Non è che si fanno per anni, Renzi ci diventa segretario e poi si cambiano. Un partito che si apre alla società è ormai una conquista oper il Pd".

Se diventa segretario si dimetterà da governatore?

"Assolutamente no. L’ho già detto a due amici di Sel che me l’hanno chiesto: proprio voi avete avuto un segretario che è stato anche per due mandati presidente di Regione? In Toscana si rivota solo nel 2020, qualsiasi cosa accada".