Mattarella scioglie le Camere. Elezioni 2018, la data è il 4 marzo

Il discorso di fine legislatura di Gentiloni: "Sulle banche evitata la crisi, non regalato soldi ai mariuoli". Poi sale al Colle. Dopo di lui Grasso e Boldrini. Quindi la firma del presidente della Repubblica

Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni (Ansa)

Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni (Ansa)

Roma, 28 dicembre 2017 - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sciolto le Camere. L'annuncio è stato pubblicato intorno alle 18 e 20 sul sito del Quirinale. Subito dopo il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende da fonti di governo, ha approvato il decreto di indizione della data delle elezioni politiche 2018 che sono fissate per il prossimo 4 marzo. Il provvedimento è stato controfirmato da Mattarella. La prima riunione delle nuove Camere è indetta per il 23 marzo. Questa mattina Gentiloni sul suo futuro politico, sul suo sentirsi o meno una "riserva della Repubblica", pronto a subentrare in caso non ci fosse una maggioranza dopo il voto, ha commentato: "Sognerei altre panchine".

LA GIORNATA - Si chiude la XVII legislatura. Il premier Paolo Gentiloni ha tenuto in mattinata la conferenza stampa di fine anno. Subito dopo il presidente del Consiglio è salito al Quirinale dal presidente Mattarella. Il colloquio tra il presidente della Repubblica e il premier è  durato circa mezz'ora. Mattarella ha quindi sentito i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini. In serata, il presidente ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere - come previsto dall'articolo 88 della Costituzione -, con Gentiloni che è risalito una seconda volta al Quirinale per controfirmare il provvedimento.  "Sarà Mattarella - ha chiarito questa mattina il premier - a dettare i tempi e i modi dei prossimi passaggi istituzionali, ma assicuro che il Governo governerà, non tirerà i remi in barca". 

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IL DISCORSO DI GENTILONI

"NON ABBIAMO TIRATO A CAMPARE" - "Quest'anno - ha esordito il premier - oltre che di fine anno, questa conferenza ha anche un significato particolare, io posso dire innanzitutto che ritengo importante aver raggiunto un obiettivo importante di questo governo, quello di arrivare ad una conclusione ordinata della legislatura". "Non abbiamo tirato a campare", ha detto Gentiloni riassumendo l'anno trascorso a Palazzo Chigi. "Non dilapidare gli sforzi fatti fino ad ora deve essere il primo impegno della prossima legislatura, sarebbe da irresponsabili non impegnarsi - ha proseguito il premier -. Siamo all'inizio di questo percorso. C'è molta strada da fare. Guai a immaginare un futuro di piccolo cabotaggio. Il mio governo era nato un anno fa dopo la sconfitta del referendum, le dimissioni di Renzi e con le difficoltà del Pd, ma non abbiamo tirato a campare". 

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MERITO DELLE FAMIGLIE - La crescita italiana nell'anno passato, ha poi rivendicato il presidente del Consiglio, "ha preso un buon ritmo" e oggi viaggia "al doppio delle previsioni di un anno fa". E "il famoso fanalino di coda dell'Europa non siamo più noi". Gentiloni la definisce una legislatura "travagliata" ma "fruttuosa" "L'Italia - ha detto - si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra. Il merito principale di questo è delle famiglie italiane delle imprese, del lavoro, di chi studia e di chi si prende cura delle persone". "La politica - ha proseguito - deve avere un certo ritegno nel considerare questa ripresa frutto di questa o quella iniziativa. L'Italia si è rimessa in piedi grazie soprattutto all'impegno degli italiani. Non dilapidare questi sforzi è il primo impegno che i governi che verranno dovranno assumersi".

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BANCHE - Il premier ha affrontato poi il nodo banche. "Hanno detto che abbiamo messo soldi pubblici regalandoli alle banche, in realtà si trattava di evitare conseguenze al sistema, altro che regalare soldi ai mariuoli e si è trattato di una frazione rispetto a quanto hanno messo altri paesi europei, purtroppo lo abbiamo fatto in una condizione molto molto difficile". "Lasciate lavorare il sistema - ha detto-, noi vigileremo ma cerchiamo di evitare crisi create da questa o quella regola improvvisata".

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IUS SOLI - Poi il tema Ius soli. Sembra ormai scontato che la legisatura si chiuderà senza il provvedimento a cui il Pd aveva detto di tenere ma che di fatto non è stato approvato. "Il modo migliore - ha detto Gentiloni - per archiviare lo Ius soli per molti anni sarebbe stato quello di farlo bocciare - ha detto -. Sono convintissimo dell'importanza di questa norma, e sappiamo che il futuro si gioca sulla nostra capacità di non escludere e di non respingere, perché chi semina esclusione e respinge raccoglie odio. Ma non abbiamo avuto i numeri, non ci siamo riusciti. Vi assicuro che da parte del governo non ci sono mai state incertezze, purtroppo c'era la certezza sulla mancanza dei numeri".

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ISIAMED - Tra le domande dei giornalisti quella relativa alle polemiche per il finanziamento di tre milioni di euro alla società IsiameD che dovrebbe digitalizzare il made in Italy. Gentiloni ha chiarito di non essere a conoscenza dell'emendamento che ha sancito il finanziamento alla società. "No, non ero a conoscenza - ha detto-. Se fossi a conoscenza di tutti gli emendamenti sarei un pazzo". "E' molto importante considerare la banda ultralarga come un servizio universale, non è solo uno stare al passo coi tempi, ma è un fattore di riduzione delle diseguaglianze sociali", ha aggiunto Gentiloni. "Si riducono le distanze culturali e sociali. Lavoriamo sull'industria 4.0 e sulla dotazione di banda ultralarga".