Giovedì 18 Aprile 2024

Referendum, Smuraglia a Renzi: riforma stravolge Costituzione

Alla festa Pd di Bologna il confronto tra il segretario e il presidente Anpi. Il premier: "Dire che è in gioco la democrazia è prendersi gioco degli italiani"

Bologna, Matteo Renzi con Carlo Smuraglia alla Festa Pd (Ansa)

Bologna, Matteo Renzi con Carlo Smuraglia alla Festa Pd (Ansa)

Bologna, 15 settembre 2016 - "La riforma stravolge lo spirito della Costituzione". E' Carlo Smuraglia a prendere per primo la parola nel faccia a faccia con Matteo Renzi alla Festa dell'Unità di Bologna che per l'occasione registra il tutto esaurito. Sul piatto c'è il referendum costituzionale che divide - forse per la prima volta così nettamente - il centrosinistra dall'Anpi, di cui Smuraglia è presidente. "Sarebbe un danno per il Paese se passasse questa riforma, quindi ci battiamo perché non passi" precisa, mettendo in guardia dai rischi di un "Senato svirilizzato", eletto "non si sa ancora con quali modalità", dall'articolo 70 "che complica il procedimento legislativo invece che alleggerirlo". Ma la questione del Governo "non ci riguarda". Se Renzi cadrà o meno, lo deciderà il Parlamento e non l'associazione dei partigiani. "Perché Renzi è tornato indietro sulle dimissioni in caso di vittoria del No? A un certo punto ci si è resi conto che era una posizione pericolosa quella originaria", ipotizza il presidente dell'Anpi.

RENZI FISCHIATO - All'accusa di Carta violata Renzi risponde che  "si può votare 'sì', si può votare 'no'. Ma dire che è in gioco la democrazia è una presa in giro per il popolo italiano". A tenere il filo del dibattito c'è Gad Lerner, piuttosto innervosito da un pubblico indisciplinato e aggressivo. Dalla platea arriva l'invito ad andare a casa per il premier. "C'è una procedura semplice - replica pronto e indispettito Renzi - finché c'è la fiducia del Parlamento io rimango". Ma quando i presidente del Consiglio loda i risultati del governo, allora piovono veri e propri fischi.  "In questo paese negli ultimi due anni ci sono più diritti per tanti e per tutti. Andate a dire a due persone dello stesso sesso se hanno meno diritti. Se ci sono 580mila posti di lavoro in più, dovete dire grazie a chi ci ha creduto". Ancora contestazioni. 

IL NODO ITALICUM - Si cerca però di restare nel merito del confronto e dal referendum all'Italicum il passo è breve. Il Governo non ha nel cassetto un nuovo progetto di legge elettorale, ammette Renzi, ma sull'Italicum si può ancora discutere. Anche se "un po' mi costa - confessa - è un'ottima legge, essendo copiata dalla legge dei sindaci". La questione dei collegi può essere affrontata ma "voglio vedere le carte". Così chiama in causa Forza Italia, Lega Nord, Fdi, M5s e Sel. "Se avete proposte, noi ci siamo", manda a dire Renzi. Dei ballottaggi però "non si può avere paura dei ballottaggi, vuol dire avere paura degli elettori". Ma sull'italicum il confronto non decolla. Piuttosto Carlo Smuraglia affronta il tema dei 'dissidenti' all'interno dell'Anpi, i favorevoli al sì. I tre astenuti del congresso nazionale, calcola Smuraglia, significano "mille" contrari "che possono fare quello che vogliono", contro 124.000 iscritti all'Anpi. Renzi invece ricorda l'esempio di Germano Nicolini, detto 'Diavolo', che "non mi ha mai votato" eppure al Referendum "voterà sì". 

Zero a zero palla al centro, in una partita dominata dal fair play: le posizioni restano comunque distanti anni luce.