Giovedì 25 Aprile 2024

Pd, Renzi attacca: "Scissione ideata da D'Alema"

L'ex premier da Fabio Fazio: "La data del voto? Decide solo Gentiloni"

Matteo Renzi a 'Che tempo che fa' di Fazio (Ansa)

Matteo Renzi a 'Che tempo che fa' di Fazio (Ansa)

 Roma, 26 febbraio 2017 - La sfida a sinistra si gioca anche in tv: l'ex Pd Roberto Speranza parla all'Intervista di Maria Latella su Skytg24 e poco dopo l'ex premier Matteo Renzi gli risponde dalle telecamere di Raitre, dove interviene a 'Che tempo che fa' di Fabio Fazio. Chiaro che, come in ogni 'divorzio' che si rispetti, è subito 'guerra aperta' tra Pd ed ex dem.

Primarie Pd, Renzi superfavorito. E senza passare dal ballottaggio

La scissione nel Pd è rimediabile? "E' una cosa di palazzo - dice Renzi - La stanno facendo sulla data del congresso, sui codicilli. Nel mondo il problema della sinistra è Trump o la Le Pen. Quelli della sinistra non fanno altro che parlare di me e non dell'Italia". E confida: "Non ne posso più di questo dibattito, figuratevi i cittadini", aggiungendo che comunque lavorerà affinché ci sia un riavvicinamento. E più avanti, sempre riferendosi alla scissione: "Chi vince non può avere dal proprio interno la guerra. Si può sbagliare, l'ho fatto ma non si può accettare una politica contro le persone", dice Renzi ricalcando in un certo modo le parole di Guerini. "A forza di attaccare qualcuno l'Italia non cresce", sottolinea. 

Poi la stoccata:  "A me dispiace molto. Era un disegno già scritto, ideato e prodotto da Massimo D' Alema". E continua: "Possono chiedermi di dimettermi ma non rinunciare un ideale. E' come se D' Alema e i suoi amici non avessero mandato giù il rospo che altri avrebbero potuto competere" nel partito. "Io mi son dimesso perché ho preso atto di una sconfitta. Perciò sono ripartito daccapo, ma non potevo accettare ricatti. Ho invitato D' Alema a candidarsi alle primarie per avere consenso", ha concluso Renzi. "Tutti ora si scindono, anche l'atomo", nota l'ex premier, "siamo tornati alla Prima Repubblica".

L'addio al Pd di Vasco Errani

Alla domanda: perché non ha lasciato la politica?, l'ex premier risponde: "Volevo farlo, ci sono state discussioni accese anche in famiglia. I miei figli devono sapere che il loro padre può perdere ma non arrendersi. Non si può lasciare l'Italia nella palude e nel pantano". E ancora: "Vorrei che l'Italia non si rassegnasse alla logica che 'non cambierà piu' niente'. I milioni di italiani che hanno votato sì meritano di essere rimessi in campo", sottolinea Renzi che, confida, ora preferisce essere chiamato 'Matteo', non più presidente. "Sono passato dal tutto al niente", ricorda l'ex premier riferendosi alle dimissioni da palazzo Chigi e dal Nazareno. "E' stato una sorta di 'stress test' dell'anima". E riferendosi alla sconfitta al referendum: "Io non ho dato la colpa agli italiani, ma a me stesso".

Quanto alla data delle elezioni, Renzi resta sul vago: "Le elezioni sono previste nel febbraio del 2018, se Gentiloni deciderà che si voti prima lo deciderà lui". Già, perché lui, Renzi, non è più il capo: "Riparto da zero, con la forza delle idee. Ora tocca ai parlamentari, non a me. Ora fate le cose, non rinviate". E sprona a varare provvedimenti come la legge elettorale. "C'è un altro capo. Lo stimo, gli voglio bene, ma tocca a lui. Io sono fuori, sono uscito" senza indennità, senza vitalizi, sottolinea l'ex presidente del Consiglio riferendosi alla polemica con M5S. 

Il programma?  "Abbassare le tasse è un dovere in Italia. Non sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto, ma comunque c'è stato un passettino in avanti - dice - Quello che per me è importante non è solo il piano del taglio dell'Irpef per i prossimi cinque anni sul quale stiamo lavorando. Il punto chiave è che torni la dimensione del futuro in politica e che si sappia che quando c'è un problema non si vada dai cittadini". E Padoan? "In tre anni mai avute procedure di infrazione europea. Sono convinto che non ci sarà una infrazione, è giusto che Padoan abbia tutte le rassicurazioni ma l'Europa dovrebbe avere un'anima". Poi: "Sono sicuro che Gentiloni e Padoan farnno un ottimo lavoro", dice l'ex premier.

Sui problemi degli italiani Renzi dice la sua: lavoro di cittadinanza, non reddito di cittadinanza, sottolinea tornando a spiegare il suo punto di vista. "E' giusto aiutare chi resta indietro, chi non ce la fa, ma l'atteggiamento non può essere: 'Non ti preoccupare che ci pensa Papi, ovvero lo Stato", nota l'ex premier. "Noi dobbiamo dare stimoli altrimenti l'Italia muore. Non può pagare lo Stato per tutti".      

Infine Renzi non si sottrae alll'inevitabile domanda sull'inchiesta Consip: "E' già accaduto in passato, sta accadendo ora. Sono un personaggio pubblico e dico fiducia nei magistrati. Spero che facciano presto. Conosco mio padre, i suoi valori ma ora non posso che dire che sto con i magistrati. Però i tempi del processo devono essere brevi e si devono fare i processi nei tribunali e non sui giornali".