Sabato 20 Aprile 2024

Renzi-Berlusconi, patto segreto. Nuovo Italicum poi elezioni a giugno

L'idea è un proporzionale a liste bloccate e soglie di sbarramento alte. E l'ex premier cerca casa a Roma

Renzi-Berlusconi, nuovo patto del Nazareno (Ansa)

Renzi-Berlusconi, nuovo patto del Nazareno (Ansa)

Roma, 14 gennaio 2017 - STA per nascere l’«Italicum mascherato»? Un sistema elettorale mezzo Italicum, mezzo proporzionale? Se ne parla da giorni al Nazareno, dove lo chiamano «il patto del Diavolo». Un ‘Nazareno 2.0’ stipulato, a breve, tra gli stessi contraenti del ‘Nazareno 1.0’, Renzi e Berlusconi, ma con obiettivi assai diversi dall’originale: per Renzi sarebbe l’assicurazione che la legislatura verrà interrotta assai prima della scadenza naturale (febbraio 2018) e che si voterà a giugno; per il Cav la polizza è più impalpabile.

Vaghe rassicurazioni (e pressioni) sul governo Gentiloni affinché non si costituisca contro il ricorso dei legali del leader di FI che ne chiedono la riabilitazione presso la Corte europea di Strasburgo e, in rapida successione, il voto favorevole del Pd quando, prima o poi, il Parlamento si ritroverà a votare sulla legge Severino sempre ai fini dell’applicazione della sentenza di Strasburgo, altrimenti essa non avrebbe effetti giuridici e Berlusconi resterebbe incandidabile. Poi, certo, il sostegno del governo Gentiloni nel braccio di ferro Mediaset-Vivendi. Stop alle sanzioni con la Russia, nomine di enti pubblici da concordare. Ma la merce di scambio sa farsi anche concreta, se Renzi vuole e come il Cavaliere sa bene.

ED ECCO che un Renzi ringalluzzito, che a Roma sta cercando pure casa, ieri mattina è andato a trovare Gentiloni al Gemelli («tra i due la sintonia è perfetta», dicono fonti di governo), poi ha avuto raffiche di incontri al Nazareno: Zanda (per i numeri al Senato), Cuperlo (per ‘aprire’ a sinistra), il ‘solito’ Guerini, sempre più calato nel suo ruolo di «numero due» del Pd. E il ministro Martina: avrà un ruolo, nella nuova segreteria, dove entreranno lo scrittore Carofiglio e vari sindaci, ma non l’Organizzazione, che resterà in capo a Guerini. Infine, Renzi si è preparato per un’intervista sulle «Ragioni della Sinistra» che darà oggi a Repubblica. A Guerini e Zanda, il compito più arduo. Far arrivare, via Paolo Romani e Gianni Letta, un sms al Cavaliere, che di Renzi non si fida più: «Preferisci l’uovo oggi (una legge elettorale concordata, ndr) o l’incerta gallina (una legge elettorale ‘minacciosa’, ndr) domani?». La cosa curiosa è che Berlusconi ci sta pensando stavolta sul serio. Specie dopo che, spiega l’autorevole fonte del Nazareno, «gli abbiamo recapitato due messaggi: con il proporzionale puro non governa nessuno, neanche tu, e neppure con la grosse koalition; se vuoi avere la certezza di poterti scegliere i parlamentari, solo noi, che abbiamo uguali ‘problemi’ in casa, siamo la tua unica garanzia».

ECCOLO, dunque, il «patto del diavolo». Premessa: non si possono «fare i conti senza l’oste». Bisogna aspettare che la Consulta (udienza il 24 gennaio, sentenza 10 febbraio) si pronunzi. Poi, serve che la Consulta ritagli, dall’Italicum, in vigore solo per la Camera, un sistema di base proporzionale, senza il ballottaggio (e, forse, senza le multicandidature), ma tenga intatto il premio di maggioranza al 40%, da assegnare però al primo turno. Ne risulterebbe un sistema proporzionale sì, ma con soglie di sbarramento alte e da limare in Parlamento («in un mese e mezzo ce la si fa», assicurano al Nazareno). La proposta a FI, scritta nero su bianco, è questa: l’8% al Senato, ma il 5% alla Camera per i partiti che corrono da soli, mentre le soglie scenderebbero al 4% al Senato e al 2,5% alla Camera per i partiti «coalizzati», cioè che corrono in una coalizione.

E, soprattutto, nel Patto c’è un premio di maggioranza «variabile»: non più «fisso» come nell’Italicum (55% di seggi, pari a 340 deputati), ma 55% dei seggi con il 40% dei voti, meno del 55% se prendi meno. Infine, niente preferenze, ma liste ‘corte’, come nel sistema spagnolo, o collegi maggioritari «grandi», non come nel Mattarellum, ma come nel Senato Prima Repubblica. L’obiettivo è identico: poter sapere chi verrà eletto, riuscendo a controllare le proprie truppe parlamentari. Desiderio e volontà care a Forza Italia come al Pd di Renzi.

I possibili intoppi, sulla strada del «patto del Diavolo», però, sono tanti. Uno per tutti: Renzi non è più premier, Berlusconi non controlla più la coalizione di centrodestra.