Mamma Regione rende speciali pure gli stipendi

In Sardegna c'è miss vitalizio, in Valle d'Aosta e Friuli boom di dipendenti pubblici

Grafico di Qn

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INDENNITA' e vitalizi da favola, carrozzoni di partecipate da 7mila dipendenti, sprechi e fisco ‘speciale’. Sono queste alcune delle caratteristiche delle Regioni a Statuto speciale. Ma ognuna ha il suo statuto, appunto. E, quindi, particolari privilegi. Un esempio su tutti? Miss vitalizio. Si tratta di Claudia Lombardo, ex presidente del Consiglio regionale della Sardegna, figlia dell’ex consigliere socialista poi passato con Forza Italia, Salvatore. Figlia d’arte, è entrata in politica giovanissima e a soli 41 anni, dopo quattro legislature, è andata in pensione. Il vitalizio? 5.100 euro netti al mese. Non è andata male anche agli ex consiglieri regionali della Valle d’Aosta. La Regione ha dovuto stanziare 4,4 milioni di euro fino al 2019 proprio per riuscire a pagare i vitalizi. D’altra parte, a incidere sulle casse della Vallée, ci sono casi come quelli dell’ex consigliere Claudio Lavoyer che ha avuto una buonuscita di 1,5 milioni a fronte di contributi versati di 497mila euro. E se in Trentino Alto Adige c’è chi ha fatto ricorso alla Consulta contro i ‘tagli’, in Valle d’Aosta i figli dell’ex presidente del Consiglio regionale, Albert Cerise, scomparso nel 2012 prima delle dimissioni, hanno fatto ricorso per avere l’assegno vitalizio di 500mila euro. Ieri, la Corte dei Conti l’ha definitivamente respinto. Ma nella regione più piccola d’Italia, a stridere è l’esercito mastodontico di dipendenti pubblici. Nonostante i 127mila abitanti (oltre 80mila i residenti dai 15 ai 64 anni), la Valle d’Aosta ha, infatti, 11.519 dipendenti pubblici, con una percentuale di dipendenti in rapporto agli abitanti, secondo ImpresaLavoro , maggiore della Francia. Di questi, 2.797 sono solo della Regione. Ciò significa – secondo il conto annuale della Ragioneria annuale dello Stato (2016) – 34,61 dipendenti della Regione ogni mille abitanti. «Mamma Regione», c’è chi la chiama infatti in Valle d’Aosta. E, in effetti, qui l’autonomia permette qualcosa di inimmaginabile: un aeroporto regionale dove non volano aerei. Ciò nonostante resta aperto e ha ben venti dipendenti. Di voli (a parte quelli dell’aeroclub) al Corrado Gex neanche l’ombra. Unica eccezione: quello di Matteo Renzi nel 2015. L’ex premier atterrò ad Aosta per andare a sciare a Courmayeur.

DANILA Chenal, giornalista del settimanale Gazzetta Matin , parla di «custodi di una cattedrale nel deserto», con l’aerostazione progettata da Gae Aulenti in degrado, e milioni di euro spesi per trasformare un aeroporto turistico in scalo commerciale. Ma mamma Regione vede e provvede. Un altro esempio? L’altra partecipata: Saint-Vincent Resort & Casinò con ben 660 dipendenti. Una situazione critica, e il nuovo amministratore unico pensa di arginare un rosso che – si vocifera – sia di 20 milioni di euro, con 264 licenziamenti collettivi. La proliferazione di impiegati pubblici, però, non c’è solo ad Aosta. Se la Provincia di Bolzano guida la classifica (50,84 dipendenti su 1000 residenti in età attiva), si difende anche il Friuli Venezia Giulia. Circa 85mila dipendenti pubblici di cui 3.817 in Regione per un costo complessivo di 3 miliardi di euro, scrive il Piccolo di Trieste. Si tratta, secondo la Ragioneria dello Stato, di cinque ‘regionali’ ogni mille residenti. Molti meno di Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta, ma tantissimi di più rispetto al Veneto che di dipendenti regionali ne conta 0,81 ogni mille residenti (in Lombardia, 0,50). Ma non è solo una questione di numeri. Gli stipendi dei regionali in Trentino Alto Adige, Sardegna, Sicilia e Friuli Venezia Giulia sono più ricchi. Risultato: un impiegato ‘regionale’ di Venezia prende 5.040 euro in meno all’anno dell’‘omologo’ sardo, 6.400 in meno del collega friulano e addirittura 8.700 in meno del dipendente di Bolzano. Confronti che fanno capire perché alcuni comuni veneti confinanti con il Friuli-Venezia-Giulia e il Trentino Alto-Adige sognino la secessione e altri chiedano gli stessi privilegi dei vicini ‘speciali’.

3- Fine.