Di Traglia: "Democratici per il No, che liberazione"

L'ex portavoce di Bersani chiude: "Faremo iniziative in tutta Italia, credo che parteciperanno anche Pier Luigi e D'Alema. L'italicum? Renzi non lo cambierà mai..."

Di Traglia con Bersani (ImagoE)

Di Traglia con Bersani (ImagoE)

«I democratici per il No? Una liberazione». Stefano Di Traglia, ex portavoce di Pier Luigi Bersani, formalizza quella che ormai è la posizione della minoranza Pd dentro al partito: No al referendum costituzionale. Lei disse che avrebbe votato No al referendum non a caso il 25 aprile. E ora fa pure un comitato. «Attenzione: non è un comitato nel senso di un locale con insegne con la scritta No...». E che cos’è? «Un atto dovuto. Molti elettori, iscritti, gente borderline che aveva votato Pd ma che ora non lo voterebbe più, sono mesi che dicono No alla riforma. Faremo iniziative, confronti, dibattiti». Tutto è partito dal circolo storico di Testaccio, simbolo della sinistra... (Ride) «In realtà, cortesemente, ci hanno messo a disposizione la sala per due ore...». Esporterà ‘I Democratici per il No’ oltre il Lazio? «Perché no? Il ‘format’ arriverà anche in altre regioni. Il Pd non è solo quello di governo o quello che è in Parlamento. C’è un partito nei territori che ha bisogno di organizzare il proprio dissenso alla riforma». Dica la verità: dietro il suo ‘comitato’ c’è lo zampino di Bersani. «No, dietro la nostra iniziativa c’è solo la passione di molti democratici. Pier Luigi, se vorrà, parteciperà ai nostri incontri». Il partito dice che le vostre «iniziative» non sono autorizzate. «Molti circoli Pd hanno già dato la disponibilità per i confronti tra il Sì e il No». Avete contatti col dem più agguerrito del fronte del No, Massimo D’Alema? «Ci incontreremo, come vedremo anche il comitato del No dei costituzionalisti». La minoranza è unita contro la riforma della Costituzione. Primo passo per la scissione? «No». Ieri Bersani in un’intervista ha detto che «trattenersi è molto difficile». «Non è un caso se ci chiamiamo Democratici per il No e non antagonisti per il No. Anche i colori del logo, simili a quelli del Pd, non sono scelti tanto per fare». Il fuoco di fila dei No della minoranza che cosa significa? «Nonostante le promesse di Renzi di cambiare l’Italicum, per me se passa il Sì alla riforma la legge elettorale non verrà modificata». Il dado è tratto qualunque promessa faccia oggi il premier in Direzione Pd? «Se anche dice di voler cambiare il doppio turno, togliere i capilista bloccati... resta che doveva dirlo e farlo prima». Insomma, tutta colpa di Renzi. «No, però se non avesse allontanato Bersani, Epifani e tutti gli altri dalla commissione Affari costituzionali per votare l’Italicum e si fosse confrontato di più, si sarebbe trovata una soluzione più condivisa». Sul superamento del bicameralismo perfetto finché lo proponeva D’Alema eravate d’accordo... «Bisogna entrare nei dettagli per capire le differenze». Non avete paura del fatto che se vince il No ci sarà instabilità?  «La stabilità non si risolve col cambio della Carta. La sostituzione di Enrico Letta con Matteo Renzi, ad esempio, ci sarebbe stata comunque». Infine: la personalizzazione. Renzi si è pentito.  «Già, peccato che poi accendi la tv e c’è sempre lui. E in giro per l’Italia chi ci va? Sempre lui».