Venerdì 19 Aprile 2024

Referendum, Napolitano attacca Renzi: "Errori hanno favorito il No"

Sull'Italicum: "Serve stabilità per governare, non puoi averla se un partito ottiene la maggioranza con il 28% dei voti. Le alleanze non sono una bestemmia"

Giorgio Napolitano alla scuola di formazione del Pd (LaPresse)

Giorgio Napolitano alla scuola di formazione del Pd (LaPresse)

Roma, 1 ottobre 2016 - Giorgio Napolitano in campo per il 'sì' al referendum costituzionale del 4 dicembre. "Se vince,  avremo la possibilità di tornare a rendere il Parlamento un luogo degno", dice il Presidente emerito della Repubblica parlando alla scuola di formazione del Pd. Napolitano non risparmia qualche critica al premier Matteo Renzi, ammettendo che la campagna non è stata esente da errori. "Non si è partiti bene - afferma -: si sono commessi molti errori che hanno facilitato la campagna del No".  Secondo il Presidente emerito anche Renzi "ha capito" che qualcosa non è andato come sarebbe dovuto. "Ma il tempo conta, ed è tanto che persone si sono opposte alla riforma perchè erano contro Renzi".

ITALICUM - Napolitano parla anche della nuova legge elettorale e ricorda come chi ha governato nelle ultime legislature non abbia mai ottenuto più del 40% dei voti alle urne. "Per avere un governo stabile l'importante è avere molti voti e un partito che governa", spiega Quindi critica 'impostazione secondo cui viene attribuito un consistente premio di maggioranza anche a chi vince, ma senza ottenere tantissimi voti: "Se a tutti i costi, pur di avere un governo, devi dare la maggioranza a chi ha ottenuto il 28% dei voti, egualmente non è garantita la stabilità", sottolinea. E se nel Pd e nella maggioranza si discute (animatamente) se aprire o meno al premio di coalizione, invece che al partito, il Presidente emerito chiarisce che "non è una bestemmia" ipotizzare che dopo le elezioni del 2018 nessun partito raggiunga "la maggioranza da solo" e che quindi si cerchino "delle alleanze". "Quando si voterà nel 2018 - dice - si potrebbero creare tre raggruppamenti o tre partiti maggiori, non si può dare ora per scontata una soluzione". Per questo, sottolinea, "si puo' mettere in conto il fatto di riuscire ad essere primi senza avere una maggioranza assoluta e, quindi, fare alleanze". 

LA REPLICA - La sferzata è stata tuttavia apprezzata dal premier. "Oggi Napolitano mi ha anche un po' criticato, ma è bello, giusto e utile ricevere critiche da chi ha saggezza e esperienza. Se Napolitano con la sua saggezza e capacità mi ha fatto delle critiche sono felice di farne tesoro. È vero io ho sbagliato a giocare il futuro del governo sulla riforma costituzionale ma ho sbagliato in buona fede. Ho sbagliato ma capita a chi fa le cose", ha detto Renzi, nel suo intervento a un incontro sul referendum al Teatro Rossini di Pesaro.

"Negli ultimi 30 anni la politica si è fermata e le riforme costituzionali ne sono un chiaro esempio", ha proseguito il presidente del Consiglio parlando dei tentativi di cambiamento della Carta costituzionale avvenuti in passato e spiegando che sono state fatte "chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere". "Noi le riforme le abbiamo fatte, per la prima volta", ha aggiunto. Il premier ha spiegato che con il sì "non c'è nessuna deriva autoritaria" perché "non è in discussione la democrazia bensì la burocrazia". Renzi ha sottolineato che, "se passa" il sì, "l'Italia potrà essere più competitiva e più forte a livello internazionale". Parlando di burocrazia, il premier ha citato l'esempio del "collegato all'agricoltura che è stato fermo 870 giorni tra le due camere e in questo tempo chissà quante aziende sono andate in difficoltà. Questo meccanismo - ha concluso - deve finire".