Referendum Lombardia e Veneto, risultati. Cosa succede ora

Plebiscito per il sì. Zaia: "Chiediamo lo Statuto speciale". Il governo: "E' una provocazione"

Il governatore del Veneto Luca Zaia (LaPresse)

Il governatore del Veneto Luca Zaia (LaPresse)

Milano, 23 ottobre 2017 - Come ampiamente previsto, i risultati dei referendum per l'autonomie sanciscono un plebiscito. In Veneto si è epresso a favore il 98.1 % degli elettori. In Lombardia - dove i dati definitivi sono arrivati solo in tarda mattinata causa problemi con il conteggio del voto elettronico - la percentuale supera il 95%. In sostanza: chi è andato alle urne, lo ha fatto per votare sì. Nella Regione di Luca Zaia, anche l'obiettivo quorum è centrato (si è recato ai seggi il 57,2% degli aventi diritto), mentre in Lombardia l'affluenza va poco oltre il 38% (ma il quorum qui non era necessario). Ma che effetti avrà l'esito della consultazione?

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COSA SUCCEDE ORA - Trattandosi di due referendum consultivi (in sostanza i governanti chiedono alla cittadinanza un parere), i risultati non sono vincolanti e non avranno effetti immediati. L'autonomia, come indicato nella Costituzione, dovrà passare prima da un'intesa tra lo Stato e la Regione interessata. Accordo che potrebbe poi sfociare in una proposta di legge, che infine dovrà essere approvata all'unanimità dai due rami del Parlamento.

Dal 23 ottobre i due governatori potranno avviare una trattativa con il governo nazionale (Zaia parla di "fine anno"). Trattativa che poteva essere avviata anche senza indire un referendum (come ha fatto, per esempio in Emilia-romagna il governatore dem, Stefano Bonaccini). Ma a questa argomentazione Maroni e Zaia controbattono sostenendo che il mandato popolare li renderà più forti nel negoziato con Palazzo Chigi. 

Il negoziato dovrà avvenire all'interno dei limiti fissati dagli articoli 116 e 117 della Carta. Non è, quindi, in discussione far diventare Lombardia e Veneto Regioni a statuto speciale, come Sicilia, Sardegna, Val d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (quest'ultima, in realta', costituita dalle Province autonome di Trento e Bolzano). Per questo sarebbe infati necessario modificare la Costituzione.

23 MATERIE - Ma Veneto e Lombardia potranno trattare sul trasferimento di maggiori competenze dallo Stato e, di conseguenza, di più fondi. L'articolo 117 della Costituzione fissa le 20 materie concorrenti e le tre esclusive dello Stato per cui le Regioni possono in parte chiedere più autonomia (queste ultime sono: giustizia e norme processuali, ordinamento civile e penale e giustizia amministrativa; norme generali sull'istruzione; e tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali). Le Regioni non possono chiedere alcunché sul fisco, la difesa e la sicurezza, l'immigrazione, e previdenza sociale. 

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ZAIA: STATUTO SPECIALE PER IL VENETO - Ha di che festeggiare il governatore veneto che annuncia subito: "Chiederemo tutte le 23 materie e nove decimi delle tasse". Per Zaia il referendum "diventerà endemico. Noi siamo degli apripista anche dal punto di vista giuridico e tecnico, visto che è sufficiente copiare la nostra legge" per indire una consultazione. E si dice soddisfatto anche Maroni, nonostante la partecipazione sia stata più tiepida in Lombardia. "Punto ad avere 24-25 miliardi di euro in più che mi consentirebbero di fare ciò che in questo momento non possiamo fare", ha commentato il presidente della Regione. A risultati ancora caldi il governo si è detto pronto a trattare, anche se il ministro dell'agricoltura Maurizio Martina frena sulle materie. Quelle "fiscali - e anche altre, come la sicurezza - non sono e non possono essere materia di trattativa. Non lo dico io: lo dice la Costituzione", puntualizza in un'intervista a Repubblica. Parole poco digerite da Zaia che controbatte al vetriolo. "Io ero rimasto al punto, e lo dico anche da ex ministro, che Martina si occupa dell'agricoltura e penso che il nostro interlocutore sia il Presidente del Consiglio". Insomma, un invito senza mezzi termini e farsi da parte. Zaia si spinge oltre, convocando una giunta giunta straordinaria che ha all'ordine del giorno anche "un disegno di legge per l'autonomia speciale che completa le richieste d'autonomia". Si tratta "del disegno di legge più breve della storia, ha infatti un solo articolo e chiede di inserire nell'elenco delle Regioni a Statuto Speciale  dopo le parole Val d'Aosta la dicitura 'e il Veneto'"

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IL GOVERNO: UNA PROVOCAZIONE - Arriva però un alt del Governo. La proposta di legge che istituisce lo Statuto speciale per il Veneto, annunciata oggi da Luca Zaia, è una "provocazione", così come l'idea di trattenere a livello locale i nove decimi delle tasse. Lo dice Gianclaudio Bressa, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri in materia di affari regionali. "E' evidente a tutti - spiega Bressa - che è irricevibile: se tutti fanno la richiesta di diventare regione a statuto speciale ho paura che si alteri l'equilibrio della Repubblica". A maggior ragione, "se tutti chiedono di trattenere i 9 decimi delle tasse sul territorio, non c'è più la Repubblica. Sono due provocazioni".