Referendum, respinto il ricorso M5s: inammissibile

Il Tar del Lazio: "Difetto di giurisdizione". I pentastellati: "Aspettiamo le motivazioni"

Il premier Renzi è il primo promotore del Sì al referendum (Ansa)

Il premier Renzi è il primo promotore del Sì al referendum (Ansa)

Roma, 20 ottobre 2016 - Il Tar del Lazio boccia il ricorso sul referendum costituzionale 2017 presentato da Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana. Il tribunale amministrativo - sezione 2bis - ha dichiarato il ricorso "inammissibile per difetto di giurisdizione". Grillini e Sinistra contestavano il contenuto del quesito, ritenuto ingannevole. "Così formulato - scrivevano - finisce per tradursi in una sorta di 'spot pubblicitario' a favore del Governo".

PERCHE' E' INAMMMISSIBILE  - La sentenza spiega perché la contestazione non può essere neanche vagliata dai giudici amministrativi ed è respinta tout court. "Sia le ordinanze dell'Ufficio Centrale per il Referendum" che hanno predisposto il quesito referendario "sia il decreto del Presidente della Repubblica che lo recepisce sono espressione di un ruolo di garanzia e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità, che li sottrae al sindacato giurisdizionale". Non sono cioè "impugnabili con gli ordinari mezzi", perché imparziali per definizione.  

5 STELLE: ASPETTIAMO LE MOTIVAZIONI - I Cinque Stelle sottolineano proprio il fatto che il tribunale non abbia "bocciato nel merito il ricorso. E il difetto di competenza non esclude che sia fondato". Ecco perché "attendiamo ora di conoscere le motivazioni, convinti come siamo di stare nel giusto". Nelle motivazioni "si capirà se le nostre eccezioni in relazione al quesito erano fondate o meno", fanno sapere fonti pentastellate. 

CRIMI: GOVERNO TRUFFALDINO - "Il Tar ha confermato che di fronte all'arroganza del governo non ci sono strumenti con cui reagire", tuona Vito Crimi che non chiude le porte a ulteriori vie giudiziari: "Aspettiamo le motivazioni e con gli avvocati valuteremo gli ulteriori passaggi". Per il senatore grillino "il problema del quesito ingannevole rimane. Mai nessun governo è stato talmente truffaldino nei confronti degli elettori" e per questo non si è "mai posto il problema di trovare gli strumenti per rispondere a questi mezzucci". Il quesito, spiega ancora, "non è appellabile" perché in genere viene fatto "con la massima garanzia e legalità".

Anche Sinistra Italiana attende le motivazioni. "Se fosse stato dichiarato il rigetto solo per difetto di giurisdizione non ci sarebbero voluti 3 giorni, sarebbero bastate due ore", commenta la senatrice Loredana De Petris, promotrice con Crimi del ricorso. 

Al momento il referendum procede spedito verso il 4 dicembre, data del voto. Si attendono comunque le decisioni sugli altri ricorsi, tra cui quello proposto dal Codacons in Cassazione e l'altro del Presidente emerito della Consulta Valerio Onida.