Martedì 23 Aprile 2024

Referendum, bordate di Bersani e D'Alema a Renzi

L'ex segretario Pd su Facebook: "Non abbiamo lasciato la disaffezione alla destra"

Pier Luigi Bersani (Ansa)

Pier Luigi Bersani (Ansa)

Roma, 5 dicembre 2016 - La partita si giocherà mercoledì in direzione, ma intanto gli (ormai ex) rottamati del Pd si tolgono qualche sassolino all'indomani del risultato del referendum costituzionale che ha travolto il premier Matteo Renzi e il suo governo. Pier Luigi Bersani parla da Facebook: "Come aveva solennemente promesso la Carta dei valori del Pd, nessun governo adesso oserà più impugnare la Costituzione per affermarsi, dividendo il Paese", scrive l'ex segretario del Pd impegnato per il No durante la campagna referendaria. Si fa sentire anche Massimo D'Alema, in prima linea come oppositore di Renzi per tutta la campagna. "Non ho festeggiato", assicura l'ex premier nel corso nel corso di 'Carta Bianca', il programma di Bianca Berlinguer su Rai 3. "La sconfitta di Renzi ha assunto proporzioni catastrofiche, per un errore ha interpretato il referendum come un voto politico tra il fronte del sì e del no", ha aggiunto.

BERSANI - "Nel risultato di ieri c'è qualcosa in più - scrive Bersani sul profilo ufficiale -. Avevamo visto per tempo che nel paese si muoveva un'onda di disaffezione e di distacco. Non abbiamo accettato di consegnare tutto questo alla destra. Adesso ci impegniamo per la stabilità e per una netta e visibile correzione delle politiche". "Una vera governabilità può derivare solo dalla capacità di rispondere alla nuova e grande questione sociale che si è aperta nel mondo e in Italia. E' ora di comprendere finalmente che l'alternativa tra sinistra e destra si gioca nel profondo della società. L'establishment viene dopo", conclude.

D'ALEMA - D'Alema non crede nelle dimissioni di Matteo Renzi dalla guida del Partito democratico. Il segretario, spiega,  deve "unire il suo partito, cercare di capire le ragioni della sconfitta e preoccuparsi del Paese, se conferma le sue dimissioni certamente dovrebbe sostenere un altro governo", ha sottolineato D' Alema. Piuttosto le dimissioni, sottolinea l'ex premier sarebbero dovute arrivare  dopo le amministrative. "Sarebbe stato più ragionevole se si fosse dimesso dopo che ci ha fatto perdere Roma, Torino e decine di città italiane", ha affermato Massimo D' Alema, intervistato da Bianca Berlinguer su Rai 3. "Lì aveva perso come leader del Pd", ha spiegato D' Alema, invece ha fatto del referendum "un voto di fiducia al governo", ha aggiunto l'ex premier.