Martedì 23 Aprile 2024

Referendum 4 dicembre, Di Maio: sento odore di brogli

Dopo la 'scrofa ferita' di Grillo, nuovo affondo M5s. La replica Pd: "Pensi allo scandalo firme false in Sicilia"

Luigi Di Maio (Ansa)

Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 23 novembre 2016 - Il Movimento 5 Stelle alza il tiro nell'ultima tranche di campagna per il referendum costituzionale del 4 dicembre. Dopo l'affondo di Beppe Grillo che ieri ha paragonato Matteo Renzi una "scrofa ferita" ("ha una paura fottuta" della consultazione e "attacca chiunque veda"), oggi Luigi di Maio non fa ammenda. "Utilizza dei termini, c'è a chi piace e a chi no", risponde interpellato ad Agorà su Rai 3. Di Maio si spinge oltre e arriva a paventare truffe elettorali.  "Sento odore di brogli - dice il vicepresidente della Camera  - abbiamo visto più volte che ci sono stati e potrebbero esserci anche in questo caso. Abbiamo chiesto un osservatorio sulle nostre modalità di voto".

VOTO ESTERO -  Nel mirino, in questi giorni,  è finito anche il voto degli italiani all'estero e qualcuno si è spinto a paventare il rischio di possibili alterazioni dei risultati.  Il comitato del No ha già dichiarato che se il voto estero si rivelasse determinante per l'esito del referendum, inoltrerebbe ricorso. "Il voto per corrispondenza presenta caratteristiche particolari - risponde il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel corso di un question time alla Camera -, capisco l'attenzione particolare anche per l'estrema incertezza del risultato ma ciò non può giustificare atteggiamenti denigratori".  Quindi aggiune: "I nostri concittadini non sono italiani di serie 'B' tantomeno sono potenziali imbroglioni". Per Gentiloni "anche in caso di disfunzioni il sistema ha gli anticorpi al proprio interno per evitare che ciò metta a rischio la regolarità del voto. Non alimentino voci e sospetti su brogli perché sembra quasi mettere le mani avanti, ma si denuncino i casi". E ancora: "La nostra rete diplomatica e consolare applica la legge in modo corretto e imparziale".  "Escludo - aggiunge il titolare della Farnesina - che il materiale elettorale inviato dalle nostre sedi diplomatiche possa contenere propaganda". Quindi un'informazione tecnica: "Siamo in grado di garantire che qualora ci siano nostri concittadini che non hanno ricevuto la scheda possano votare attraverso il consolato".

Di Maio ha servito l'assist per chi, dal Pd, passa alla facile controstilettata. A raccogliere la palla è Silvia Fregolent, capogruppo Dem alla Camera: "Luigi Di Maio, straparla di brogli eventuali, ma si gira dall'altra parte sullo scandalo conclamato delle firme false a Palermo. Delle sospensioni non si hanno notizie. I parlamentari coinvolti non dicono nulla e i particolare dell'inchiesta sono sempre piu' inquietanti. Ormai il livello di reticenza dei 5 stelle è insopportabile". 

Intanto da Bologna giunge la notizia di un'altra indagine, dopo quelle siciliana: 4 grillini sono indagati per presunte irregolarità nella raccolta delle firme alle elezioni regionali dell'Emilia Romagna del 2014.

Referendum, come votano i vip

I TIMORI DI STANDARD & POOR'S - E sulle conseguenze del Sì e il No al referendum arriva anche un altro parere 'illustre', dopo quello del Financial Times che aveva ipotizzato rischi per l'euro. Caldeggia il Sì anche il capo economista dell'agenzia di rating Standard & Poor's, Jean-Michel Six, che teme le turbolenze politiche in caso del No: "L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una crisi politica in Italia. Ci sarebbe un Governo tecnico che porterebbe a elezioni politiche, anche se non è scontato, potrebbe durare a lungo prima di arrivare a nuove elezioni". A parlare di elezioni anticipate era stato ieri lo stesso vice segretario del Pd Guerini, mentre, sempre ieri, il Comitato del No annunciava ricorso in caso di una vittoria del Sì grazie ai voti dall'estero.