Referendum, Renzi a Napoli: "Con noi via dalla palude"

Il premier parla dall'Assemblea sul Mezzogiorno. Scontri tra manifestanti e polizia prima del suo arrivo

Il premier Matteo Renzi all'assemblea sul Mezzogiorno a Napoli (Lapresse)

Il premier Matteo Renzi all'assemblea sul Mezzogiorno a Napoli (Lapresse)

Roma, 13 novembre 2016 - Il referendum come "occasione per fare chiarezza" e delineare il futuro del Paese. Matteo Renzi arriva a Napoli per il dibattito conclusivo dell'Assemblea sul Mezzogiorno e parla dell'appuntamento del 4 dicembre. Ma anche di Europa ("Non dia soldi a chi costruisce i muri) e delle elezioni di Donal Trump. Intanto fuori, nel capoluogo campano, ci sono stati attimi di tensione tra manifestanti anti-Renzi e forze dell'ordine.

REFERENDUM - Il premier arriva all'assemblea con un po' di ritardo e l'intervento si apre con un siparietto con il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il premier scherza: "De Luca mi definisce nei momenti di intimità 'il mangiaribollita in ritardo". Il governatore della Campania, da parte sua, al suo arrivo l'aveva apostrofato: "Hai fatto tardi, ma ti perdono se ci dai i soldi". "De Luca è più altoatesino che campano dal punto di vista della puntualità - replica Renzi in platea – io mi sento più vicino a voi. E i soldi De Luca in larga parte li ha già ottenuti". Salito sul palco è sul referendum costituzionale che concentra il suo discorso alla platea. "Qual è lo spartiacque per iniziare a definire il futuro? - domanda - io interpreto il passaggio del 4 dicembre come occasione in cui si fa chiarezza. Perché è evidente che tu dai un segno che la politica chiude la porta a chiave alla burocrazia e semplifica". Se non vince il Sì, "rimaniamo come adesso". Il 4 dicembre, rimarca Renzi, "si definisce un sistema più semplice". 

Il presidente interviene sulla polemicha scoppiata a proposito della lettera inviata dal Comitato del Sì agli italiani all'estero. "La semplificazione del 4 dicembre non è soltanto il taglio delle poltrone che è innegabile - continua - non a caso pur di non parlare del quesito referendario, ogni giorno se ne inventano una, oggi la lettera degli italiani all'estero  che in passato avevano fatto sia Bersani sia Berlusconi, ieri la polemica interna al partito domani non so". Per chi vota, aggiunge il premier  "c'è un quesito chiaro: vuoi eliminare il bicameralismo paritario, vuoi ridurre i costi, eliminare il Cnel e semplificare le regole del gioco? Il punto è che se il 4 dicembre si definisce un sistema istituzionale più semplice, puoi aprire un discorso diverso, anche sul Mezzogiorno, come fatto con i patti del Sud che ci siamo attribuiti responsabilità reciproche".

Il premier ha ripercorso lo scenario che ha portato alle sue elezioni due anni e mezzo fa:  "C'era stallo, c'era la palude - ricorda - il Parlamento non riusciva a eleggere il presidente della Repubblica, i parlamentari in sciopero della fame e non si parlava della riforma del lavoro". "Questo era lo scenario", dice spiegando che il compito del governo nei primi mille gionri "è stato rimettere a posto il passato". 

SCONTRI - Ad attendere Renzi fuori dall'ingresso della Mostra d'Oltremare di Napoli dove si è svolto l'incontro, una trentina di manifestanti. Gli attivisti attendevano l'arrivo del premier, tra slogan contro il governo al grido di "vota No" e striscioni. Momenti di tensione si sono registrati quando due cortei composti da attivisti dei centri sociali hanno cercato di entrare nell'Assemblea, forzando i cordoni di polizia in via Terracina e in viale Kennedy. Gli agenti hanno usato lacrimogeni e idranti per allontanare i contestatori che annunciano la propria partecipazione alla manifestazione nazionale del 18 novembre per il no al referendum costituzionale.

TRUMP - Spazio anche per commentare le elezioni Usa, con l'imprevista vittoria del tycoon Donald Trump. "Nel mondo dei 'big data' e della profilazione degli individui i cambiamenti sono veloci e imprevedibili", dice. "Da Trump la prima notizia che avremo sarà un piano di investimenti pubblici e privati con un meccanismo di credito fiscale - dice - fuori da qui le cose cambiano in modo strepitoso e noi abbiamo messo a posto passato. Viviamo nell'era delle previsioni e invece poi accadono cose imprevedibili. Chi avrebbe mai immaginato il successo di Trump? Solo una puntata dei Simpson del 2000. Eppure non solo si è candidato, ma ha vinto. Siamo in un grande tsunami e visto che c'è lo tsunami lo vogliamo cambiare o no questo futuro?".

"NO FONDI A CHI COSTRUISCE MURI" - Dal premier arriva anche una stoccata all'Europa a proposito del tema migranti. "I fondi europei sono italiani, noi diamo 20 miliardi e ne recuperiamo 12; gli altri 8 vanno ai Paesi che devono crescere e che si presentano insieme", ha detto Renzi. "Bisogna aprire un tavolo in Europa - ha affermato - quegli 8 miliardi di differenza non possono andare per costruire muri in quei Paesi per respingere i migranti. Lo facessero con i soldi loro". "Devi avere il coraggio di dire: 'non ho la macchina del tempo e non posso tornare indietrò ma siccome a primavera si comincia a parlare di bilancio, noi mettiamo il veto sul bilancio".