Mercoledì 24 Aprile 2024

Reato di tortura, ok al Senato. Manconi: "Non lo voto"

Il primo firmatario spiega: "Il testo è stato stravolto". Il ministro Orlando: "Passo in avanti, che colma un vuoto normativo". Amnesty e Antigone: "Testo distante da convenzione Onu"

L'aula del Senato durante la discussione del ddl sul reato di tortura (Ansa)

L'aula del Senato durante la discussione del ddl sul reato di tortura (Ansa)

Roma, 17 maggio 2017 - Anche l'Italia sembra vicina all'introduzione del reato di tortura. Il Senato ha approvato con 195 voti favorevoli, 8 contrari e 34 astenuti il disegno di legge. Il provvedimento, parecchio modificato rispetto al testo approvato dalla Camera, torna ora a Montecitorio per l'approvazione definitiva. Si tratta di una delle leggi bloccate dal cosiddetto ping-pong. A favore del provvedimento anche il Movimento 5 Stelle. 

MANCONI - Luigi Manconi - presidente della Commissione per i diritti umani e primo firmatario del disegno di legge - annuncia la sua decisione di non partecipare al voto sul suo provvedimento: "Il primo giorno della legislatura, il 15 marzo del 2013, presentai un ddl sulla tortura - dice - Quanto accaduto in questi anni è stato lo stravolgimento di quel testo che ricalcava lo spirito profondo che aveva animato le Convenzioni e i trattati internazionali sul tema". E sottolinea: "del disegno di legge che originariamente portava il mio nome, depositato esattamente il primo giorno della presente legislatura, non rimane praticamente nulla". Tra l'altro, accusa Manconi, "non si vuole seriamente perseguire la violenza intenzionale dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio in danno delle persone private della libertà, o comunque loro affidate".

IL MINISTRO ORLANDO - "Oggi passo decisivo per introduzione reato di # tortura. Bene larga approvazione #Senato. Adesso auspichiamo voto definitivo in tempi rapidi", twitta il ministro della Giustizia Andrea Orlando. E sottolinea: "Il testo, frutto delle necessarie mediazioni parlamentari, ci avvicina all'obiettivo di introdurre nel nostro ordinamento una nuova figura di reato, su cui anche molti organismi internazionali sollecitano da tempo il nostro Paese. Ora l'auspicio è che la Camera approvi in tempi rapidi e in via definitiva la legge, colmando cosi un vuoto normativo molto grave"

MINEO - I senatori di Sinistra Italiana si asterranno, annuncia invece Corradino Mineo, che parla di un testo "scritto male, un accordo al ribasso" per "accontentare" il centrodestra. Tra i difetti del testo ricordati da Mineo c'è anche quello "che sarà impossibile dimostrare in Tribunale che è stato commesso il reato di tortura". "Noi è da sempre che chiediamo di introdurre il reato di tortura in Italia - spiega Mineo - ma questo provvedimento proprio non ci piace".

GIOVANARDI - Bisogna fare attenzione a dire, "come è stato fatto per alcuni casi importanti, che è tortura bloccare pancia terra una persona fermata e mettergli le manette", ha detto in Aula il senatore Carlo Giovanardi che ricorda: "gli eroici carabinieri che davanti a Palazzo Chigi hanno fermato Prietti quando ha sparato al carabiniere e, invece di sparargli, gli sono saltati addosso, lo hanno buttato per terra e c'è la foto del carabiniere che è a cavalcioni della persona che ha tentato di uccidere il carabiniere e gli mette le manette dietro la schiena, ebbene in altri casi, come quello di Aldrovandi, questo è stato definito una tortura". "Inoltre se quello che ha sparato ed è stato bloccato avesse avuto un infarto, secondo il disegno di legge in esame quel carabiniere sarebbe andato all'ergastolo".

IL NUOVO TESTO - All'articolo 1 il nuovo testo prevede che chiunque, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minore difesa, è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. Se il reato è commesso da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle funzioni o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, la pena è della reclusione da cinque a dodici anni. La previsione non si applica nel caso di sofferenze risultanti unicamente dall'esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti.  Ancora: se dalla tortura deriva una lesione personale grave le pene sono aumentate di un terzo; se ne deriva una lesione gravissima sono aumentate dalle metà; se ne deriva la morte la pena è della reclusione di trenta anni. L'istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura, a prescindere dalla effettiva commissione del reato, è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni.

L'articolo 2 stabilisce che le dichiarazioni ottenute attraverso il delitto di tortura non sono utilizzabili in un processo penale.  L'articolo 3 non ammette il respingimento o l'espulsione o l'estradizione verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che la persona rischi di essere sottoposta a tortura.  L'articolo 4 esclude il riconoscimento di qualunque forma di immunità agli stranieri sottoposti a procedimento penale o condannati per il reato di tortura. 

AMNESTY E ANTIGONE - Un "testo impresentabile", "distante e incompatibile con la Convenzione internazionale contro la tortura". Così, in una nota congiunta, Amnesty International Italia e Antigone definiscono la proposta di legge approvata oggi in Senato. "Questa legge qualora venisse confermata - rilevano le due associazioni - sarebbe difficilmente applicabile: il limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo e a circoscrivere in modo inaccettabile l'ipotesi della tortura mentale è assurdo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del fenomeno della tortura nel mondo contemporaneo". Amnesty International Italia e Antigone, dunque, "con rammarico" prendono atto "del fatto che la volontà di proteggere, a qualunque costo, gli appartenenti all'apparato statale, anche quando commettono gravi violazioni dei diritti umani, continua a venire prima di una legge sulla tortura in linea con gli standard internazionali che risponda realmente agli impegni assunti 28 anni fa con la ratifica della Convenzione".