Venerdì 19 Aprile 2024

Intercettazioni Marra: "Raggi non ha le p... per fare il sindaco"

L'ex braccio destro della sindaca si lamenta dei ripensamenti della prima cittadina in relazione alla nomina (poi revocata) di suo fratello Renato

Raffaele Marra (Ansa)

Raffaele Marra (Ansa)

Roma, 23 giugno 2017 -  "Dice che l'hanno fregata", ma la verità è che la Raggi "non c'ha le palle" per fare la sindaca. Così Raffaele Marra, all'epoca suo braccio destro, parla al telefono con la sua amica Concetta stigmatizzando i ripensamenti della prima cittadina in relazione alla nomina (poi revocata) di suo fratello Renato, dalla polizia municipale alla Direzione Turismo del Campidoglio, nomina per la quale sono ora entrambi indagati dalla procura di Roma.

"Allora tu (Raggi, ndr) dovevi avere il coraggio di dire 'guarda è uno dei più bravi che ci stanno, lo volevo fare comandante, per non creare un problema l'aggia fatto direttore de' 'o Turismo. Non lo volete al Turismo? Bene, lo riporto al Corpo di Polizia, lo faccio vicecomandante, come lo volevo fare' ", dice ancora Marra nel corso della chiamata fatta il 16 novembre 2016, intercettata dai carabinieri e depositata agli atti del processo in cui è imputato di corruzione in concorso con l'imprenditore Sergio Scarpellini

"Non c'ha le palle di poterglielo dire? E allora che c.. lo fai a fa' 'u sindaco, scusami? Mi pare talmente scontata 'sta cosa. Tu hai colloquiato tutti, hai detto che tra i tre più bravi c'è mio fratello per fare il comandante. Anzi, ti sei dispiaciuta che per problemi politici non lo può fa' comandante sennò ti scoppia un putiferio - continua Marra -. Poi mi vieni a rompere? A quel punto, voglio di', tu avevi...tu lo volevi fa' comandante, poi dopo vicecomandante sicuramente sì, vicecomandante. Un vice-comandante è terza fascia! E mo' pure se non ti ho detto esattamente 'passa dalla prima alla terza' ma tu l'avevi messo in conto quando lo volevi fa' vicecomandante. Invece lei non ha avuto il coraggio di dire 'sì, è 'na cosa che ho fatto io' e sta facendo la principessa che che l'hanno fregata!... e mo non sa come uscirne". 

"Cioè sta tenendo lo stesso atteggiamento che ha tenuto con me all'inizio... quando è uscito fuori che io ero di Alemanno, lei non ha avuto il coraggio di difendermi sulla stampa - è la conclusione di Marra -. Lei doveva usci', dice 'Raffaele l'ho scelto io, sta con me, non me ne frega niente a dov'era! Mi fido di lui punto e basta'. E lei invece non l'ha mai voluto fa' questo passaggio e gli si è... torto contro".

ROMEO - Intanto emerge che l'ex capo segreteria politica del sindaco di Roma, Salvatore Romeo, era convinto della piena regolarità della sua nomina. "Il sindaco Raggi ha seguito la procedura corretta per la mia nomina", aveva detto infatti Romeo nel corso dell'interrogatorio svolto l'8 febbraio scorso davanti ai magistrati della Procura, pur precisando di non conoscere " quale dovesse essere ma immagino che quella seguita dalla sindaca fosse quella corretta anche perché devo ritenere che la sindaca abbia incaricato gli uffici competenti di studiare la problematica e di formalizzare, successivamente, il provvedimento deliberativo". Il passaggio dell'interrogatorio è presente in una informativa della squadra mobile allegata agli atti dopo la chiusura dell'inchiesta in cui Romeo rischia il processo per il reato di abuso d'ufficio relativo alla sua nomina, stesso reato contestato alla Raggi. In relazione all'aumento di stipendio da 39 mila a 110 mila (poi sceso a 93 mila dopo l'intervento dell'Anac), invece, Romeo fa presente che a suo avviso "lo stesso era assolutamente adeguato all'enorme carico qualitativo e quantitativo del lavoro da svolgere, del tutto non compatibile con quello che svolgevo in precedenza da funzionario del dipartimento". Quanto alle polizze intestate alla sindaca, Romeo spiega di non essersi "posto problemi di opportunità. La sindaca non ha alcuna conoscenza di tale circostanza nè l'avrebbe mai avuta se non nel caso di mia morte". "Non mi sono mai posto problemi di opportunità - ha fatto verbalizzare quel giorno Romeo - in quanto ho ritenuto di poter disporre liberamente delle mie finanze in vita a favore di qualsiasi beneficiario in caso di morte e ritenendo che questa informazione sarebbe rimasta di mia sola conoscenza".