Senato
Roma, 30 aprile 2017 - I DIRITTI acquisiti si sa, non si toccano. Così, anche se il Parlamento ha modificato la normativa che riguarda i vitalizi, c’è sempre chi mette in tasca cifre pesanti perché uscito dagli emicicli in tempi di vacche grasse e legislazioni diverse. Anche perché, nonostante il cambio del metodo di calcolo nel 2012, vengono ancora erogati gli stessi assegni agli ex parlamentari di legislature precedenti. È il caso di Massimo D’Alema che, in virtù delle sette legislature trascorse a Montecitorio, porta a casa 5.674 euro al mese. Non ha di che lamentarsi neppure Walter Veltroni, ex segretario Pd, ex vicepresidente del Consiglio ed ex sindaco di Roma. Tante ‘ex’ funzioni che gli fruttano, ogni mese, 5.668 euro. Ma si può stare anche meglio. Come Luciano Violante, che percepisce un vitalizio di 9.363 euro al mese. O come Giuliano Amato, oggi giudice costituzionale: 31.411 euro al mese. Possibile? Lui stesso li ha spiegati così: «I 31 mila cumulano una pensione a un vitalizio che io automaticamente destino ogni mese ad attività di beneficenza. Nel dettaglio, la pensione che è al lordo di 22 mila, al netto è di 11.500. Che è una pensione niente affatto bassa».
Come non è bassa quella di Nichi Vendola, pensionato d’oro all’età di 57 anni con un assegno di 5.618 euro. Poi Franco Marini (5.800). Alfonso Pecoraro Scanio, deputato dal 1992 al 2008, è un altro caso; riceve 8.836 euro al mese da quando aveva 49 anni. Ma non bisogna guardare solo a sinistra. Ricchi trattamenti pensionistici li riscuotono anche ex graduati di rango del centrodestra come Gianfranco Fini, ex leader di An, che incassa 6.029 euro, oltre mille in più dell’ex ministro Claudio Scajola (4.927), e Marcello Dell’Utri, ex fondatore di Publitalia e braccio destro di Silvio Berlusconi, titolare di un vitalizio di 4.985. ANCHE Irene Pivetti, ex presidente della Camera in quota Lega, ha maturato un cospicuo vitalizio a seguito dei suoi 9 anni di mandato parlamentare. Dal 2013, ovvero da quando aveva solo 50 anni, percepisce 6.203 euro al mese. E fin qui, gli assegni d’oro più recenti. Ma ci sono anche le vecchie glorie della politica; si va da Arnaldo Forlani (6.062) e Fausto Bertinotti (4.987), da Oliviero Diliberto (4.992) a Stefano Rodotà (4.992) e Francesco Rutelli con i suoi 6.408 euro mensili. E ancora, l’ex ministro degli Interni Enzo Bianco, sindaco di Catania (5.601), l’ex leader di Italia dei valori Antonio Di Pietro (3.992) e Nicola Mancino, ex presidente del Senato ed ex vicepresidente del Csm, che dopo varie legislature collezionate nel centrosinistra riscuote 6.939 euro al mese. Come dimenticare, poi Rosa Russo Iervolino, parlamentare per oltre 20 anni e più volte ministro, che riceve mensilmente 5.400 euro netti. Alla cifra contribuisce anche il cumulo acquisito come sindaco di Napoli, dal 2001 al 2011. MICA finito. Sfogliando ancora le liste dei parlamentari in pensione (la spesa complessiva per i vitalizi tra Camera e Senato ammonta ancora oggi a 236 milioni di euro l’anno) si scopre anche altri nomi illustri, come gli avvocati Gaetano Pecorella (4.372 euro) e Carlo Taormina (2.150), sindacalisti come Sergio D’Antoni (3.958), giornalisti come Rossana Rossanda (2.124), Eugenio Scalfari (2.270) e Demetrio Volcic (2.934), magistrati come Giuseppe Ayala (5.692), registi del calibro di Franco Zeffirelli (3.408), il produttore Vittorio Cecchi Gori (3.408), gli imprenditori Luciano Benetton (2.381) e Santo Versace (1.589). Giancarlo Abete è dal 1992 che non occupa i seggi parlamentari, ma da quando aveva 42 anni riceve 6.590 euro mensili. In ultimo, un caso, quello di una pensionata a 41 anni e con un assegno di 8.455 euro. È di Claudia Lombardo, già definita Miss Vitalizio d’oro. Ha cominciato ad accumulare contributi dall’età di 21 anni, come consigliera regionale della Sardegna. È andata in pensione a 41 anni. Dopo avere versato complessivamente 222 mila euro. Recuperati in soli 26 mesi di pensione.