Primarie Pd il 30 aprile, via libera dalla Direzione

Trovata una mediazione con la minoranza che chiedeva più tempo. Cuperlo: "Questo calendario è un altro errore"

Matteo Renzi e  Andrea Orlando (Ansa)

Matteo Renzi e Andrea Orlando (Ansa)

Roma, 24 febbraio 2017 - Le primarie del Pd si terranno il 30 aprile "dalle ore 8 alle ore 20". Lo ha annunciato il presidente della commissione per il congresso e vicesegretario dem Lorenzo Guerini, intervenendo alla direzione dem, che ha approvata la proposta, , contenuta nel regolamento congressuale, con 104 sì, 3 no e 2 astenuti. Le candidature per la corsa alla segreteria potranno essere presentate "entro le ore 18 del 6 marzo", mentre il 7 maggio si terrà l'eventuale ballottaggio o l'assemblea nazionale per la proclamazione del nuovo segretario del partito. 

LA DIREZIONE DEL PD

CUPERLO - La convergenza sul 30 aprile indica che è stata trovata una mediazione con la minoranza che chiedeva pù tempo. Resta però Gianni Cuperlo. "E' stato commesso un errore rispetto allo sforzo collettivo che avrebbe dovuto fare un gruppo dirigente. Esprimo qui la mia convinzione e il mio voto conseguente", ha detto in direzione Cuperlo ricordando la sua proposta, avanzata all'ultima assemblea, "che prevedeva una tempistica diversa". Polemico anche Francesco Boccia, che ha chiesto l'allungamento per i tempi d'iscrezione al partito. "Lasciare il limite del 28 febbraio per il tesseramento è una effettiva forzatura", ha dichiarato.

"Sono gli stessi tempi del 2013"

LA REPLICA - "A chi dice che il congresso ha tempi lampo, ricordo che dalla data di approvazione del regolamento alla conclusione con le primarie passeranno 66 giorni, il congresso 2013 fu fatto, dal regolamento alle primarie, in 71 giorni. Siamo quindi in linea con i tempi utilizzati nel 2013", ha detto, dal canto suo, Lorenzo Guerini.

NIENTE ELEZIONI A GIUGNO - La scelta di fare le primarie del Pd il 30 aprile "risolve un problema non banale: si chiude così definitivamente il dibattito sul voto politico a giugno, perché le procedure per attivare un percorso elettorale sono minimo di 45 giorni, e non posso pensare ad una crisi politica durante il congresso", ha detto Piero Fassino. "E' un elemento di rasserenamento della situazione politica e del dibattito interno - ha sottolineato l'ex sindaco di Torino - Il Pd sostiene il governo in tutti i passaggi del suo mandato. E' necessario avere un governo molto forte, altrimenti rischiamo di trovarci con qualche problema". 

"Segretario e premier? Non farei le due cose"

ORLANDO -  "Nelle condizioni date, è una scelta giusta. Con le primarie a maggio e la proclamazione del segretario si sarebbe arrivati a ridosso delle amministrative", ha commentato Andrea Orlando. Il Guardasigilli, in lizza alle primarie, ha però escluso la possibilità - in caso di vittoria - di correre anche come premier. "Nel momento in cui, dopo dicembre, il sistema maggioritario è venuto meno, è sempre più difficile che il segretario del partito di maggioranza relativa sia anche il premier", ha detto. "Per i limiti che mi riconosco - ha aggiunto -, non sarei in grado di fare le due cose contemporaneamente e penso sia giusto pensare ad altre figure in grado di guidare il governo ma anche tenere insieme la coalizione".

CORSA A QUATTRO - Per la segreteria si profila una corsa a quattro. Oltre all'ex premier e segretario uscente Matteo Renzi e al ministro Orlando, ci sono Michele Emiliano e la coordinatrice torinese dei Moderati Carlotta Salerno.