Pizzarotti, archiviate le accuse. "Ora Grillo mi deve reintegrare"

Silenzio dal direttorio. Il Movimento 5 stelle potrebbe negargli il simbolo

Federico Pizzarotti, sindaco a 5 stelle di Parma (Dire)

Federico Pizzarotti, sindaco a 5 stelle di Parma (Dire)

Roma, 17 settembre 2016 - ERA nell’aria da tempo ma da ieri è ufficiale. ll gip del tribunale di Parma, Paola Artusi, ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico del sindaco Federico Pizzarotti (e degli altri indagati), coinvolti nella vicenda delle nomine dei vertici del Teatro Regio di Parma. Per tutti l’accusa era abuso di ufficio, poi però la stessa procura una decina di giorni fa ha chiesto l’archiviazione. «Ora qualche sassolino dalla scarpa me lo toglierò – ha detto il sindaco – voglio il reintegro, ma non con una mail».

Di seguito la richiesta delle dimissioni del direttorio «inadeguato e incapace».Ma prima chiede: «I vertici vengano qui e facciamo pace». PIA illusione. Roberto Fico, ortodosso del direttorio, ha rimesso la decisione al garante Grillo, ma quel che trapela dal fronte stellato è che il sindaco non avrà alcuna visita dei leader, né i vertici – Grillo in primis – faranno abiura nei suoi confronti. Succederà, invece, che la sua posizione rimarrà appesa fino all’inizio della campagna elettorale per le comunali del 2017. Quando Pizzarotti chiederà di usare comunque il simbolo del Movimento e – forse – per allora «si sarà trovata una soluzione».

Ma su cosa abbiano in mente Grillo e i suoi, non è dato sapere. Però, pare proprio che l’archiviazione non basti a mettere fine al divorzio Pizzarotti e i vertici del M5S. Perché, viene spiegato, nei vertici del Movimento tutti erano certi da tempo che la vicenda del teatro Regio si sarebbe risolta in un’archiviazione, ma «il problema è che Pizzarotti ha deciso di tenersi tutto per sé, non condividendo il fatto di aver ricevuto un avviso di garanzia – si sostiene – e ormai il rapporto di fiducia è venuto meno». E a peggiorare la situazione, viene spiegato,la risposta di Pizzarotti alla mail in cui lo staff di Beppe Grillo chiedeva documenti al sindaco sulla vicenda giudiziaria che lo riguardava. E a cui il primo cittadino rispose negando i documenti a un «anonimo staff», lo stesso «che gli ha consentito di diventare il sindaco di Parma». Triste vicenda, insomma, quella di Pizzarotti che, comunque, fa capire come si comporta il Movimento con i «disobbedienti». «Se dovessi restare sospeso – ha commentato di seguito Pizzarotti – sarebbe ancor più evidente l’inadeguatezza dei presunti vertici el’incapacità di gestire situazioni».

INTANTO nei corridoi del Campidoglio si è sparsa voce che Roberta Lombardi abbia pronta una vendetta da consumare attraverso i suoi fidi Marcello De Vito (presidente del consiglio comunale) e Paolo Ferrara (capogruppo M5s). Il fronte caldo è quello della decisione finale sulle Olimpiadi che dovrà, appunto, essere votata dal consiglio non oltre la fine di settembre. Raggi, conoscendo queste intenzioni, avrebbe avviato una verifica sui consiglieri per capire chi — in caso di strappo coi vertici — resterà con lei e chi no (solo 7 sarebbero contro lei ). Grillo ieri è tornato sulla situazione nella Capitale parlando con alcuni membri del direttorio: «Virginia lasciamola lavorare, a breve arriverà il no alle Olimpiadi e farà una bella conferenza stampa. Deve portare avanti il programma M5s per Roma abbiamo scritto un programma meraviglioso. A gennaio poi facciamo il tagliando, vigiliamo step by step. Ma ora serriamo le file e mettiamola alla prova».