Macaluso: "Pisapia deve candidarsi, Renzi rischia la rovina"

Lo storico dirigente del Pci: "Ora basta rancori personali, riunitevi. Matteo ha perso lucidità: crede che solo lui cambierà il partito, l’Italia e l’Europa. Ma il Pd non è prerogativa di Renzi. Orlando, Franceschini o Delrio potrebbero sostituirlo»

Giuliano Pisapia e Matteo Renzi

Giuliano Pisapia e Matteo Renzi

Roma, 15 luglio 2017 - «Renzi è politicamente solo, ha perso lucidità. Pensa che solo lui possa salvare il Pd, l’Italia. E addirittura l’Europa...».  Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci e padre nobile della sinistra italiana, non risparmia critiche al segretario dem.  

Il libro ‘Avanti’ del leader Pd non ha aiutato... «No. Come si fa a dare giudizi così sprezzanti? Ormai è contro tutto e tutti, parla bene solo della moglie e dei figli. Forse ha fatto sua la frase di Mussolini: ‘Molti nemici, molto onore’. La verità è che è in crisi e neanche se ne accorge».

Alla sua sinistra, però, c’è confusione. Come legge il passo di lato di Giuliano Pisapia? «La sua è un’iniziativa giusta. Renzi è in crisi, quindi a sinistra c’è un mondo. Ma, seguendo anche l’idea di Romano Prodi, per costruire il centrosinistra bisogna allearsi con il Pd. Chiariamolo: se non ci si unisce, la destra vince».  

Progetto inviso agli scissionisti di Mdp... «D’Alema, Bersani, Speranza mostrano rancore e non vogliono alleasi col Pd se alla guida c’è Renzi. Sinistra italiana identifica il nemico più nel Pd che nella destra. Normale che Pisapia sia in difficoltà».

L’ex sindaco di Milano come potrebbe uscire dal vicolo cieco? «Intanto deve candidarsi. Le battaglie del centrosinistra si fanno in Parlamento. Poi deve far capire ai protagonisti del suo movimento che tutto il Pd non è Renzi!».

In piazza Santi Apostoli la linea non si è chiarita? «No. Bersani – che è una brava persona ed è stato un buon ministro, ma politicamente piglia cantonate – sul palco ha chiuso a qualsiasi dialogo coi dem. Ma se si parte con quelli che vogliono un accordo e quelli che dicono un no, radicale, all’asse con Renzi, il movimento di Pisapia non ha nessun avvenire. Come si fa ad andare avanti con una contraddizione così forte? L’ex sindaco di Milano deve spazzare via questa contraddizione».

Mettiamo che Pisapia riesca nell’intento. Crede che Renzi accetterebbe un’alleanza? «Nel Pd oggi sta maturando con Orlando, Franceschini e Delrio l’idea di costruire un centrosinistra unito. Perciò, se Renzi non accettasse, si porrebbe il problema di Renzi segretario e si aprirebbe una crisi così profonda, che se lui dicesse no andrebbe alla rovina totale». 

Vede un anti-Renzi in circolazione?  «Nel Pd ci sono tante personalità che potrebbero prendere il suo posto... il partito non è mica una sua prerogativa! Penso a Orlando, ma anche a Franceschini che, tra l’altro ha già fatto il segretario del Pd, o a Delrio».

Renzi, però, ha stravinto le primarie...  «Per ora tiene banco la sua narrazione: ‘Prenderemo il 40%’. Ma se poi prenderà il 25-27% che cosa succederà? Che prospettive avrà il Pd? Uno degli errori macroscopici di Renzi è aver puntato tutto sul Pd partito di governo, tralasciando gli orientamenti della società, senza analizzare perché si sta facendo strada in Italia un certo rigurgito di fascismo e razzismo... Separare la politica dalla cultura è stato un disastro».

Crede che qualcuno della minoranza Pd potrebbe abbandonare il partito? «Orlando, Franceschini, Cuperlo hanno detto che non usciranno dal Pd. Per ora».

Già. Per ora.  «Sul futuro decideranno loro, sono decisioni individuali». 

Lei è molto amico del presidente emerito Giorgio Napolitano. Che cosa dice del clima politico di questi ultimi mesi? «Non si occupa più di politica attiva, ma so che è amareggiato».