Mercoledì 24 Aprile 2024

Pisapia lancia Campo Progressista: "Non è un partitino"

Un soggetto politico aperto al dialogo e all'unità." L'obiettivo è dare a sinistra una casa comune" ha spiegato l'ex sindaco di Milano: "Non ho avversari e lavoro per conto mio""

Giuliano Pisapia (Lapresse)

Giuliano Pisapia (Lapresse)

Roma, 11 marzo 2017 - Al teatro Brancaccio di Roma, dove è nato l'Ulivo, Giuliano Pisapia battezza Campo Progressista, il nuovo movimento per un centrosinistra ampio "un soggetto politico e culturale a disposizione di tutti coloro che credono in un centrosinistra aperto, largo".

Un movimento che punta a una politica declinata non dai politici, ma dalle voci delle realtà sociali presenti sul territorio. Campo Progressista "è un soggetto politico e culturale a disposizione di tutti coloro che credono in un centrosinistra aperto, largo" sottolineava poco prima di entrare a teatro Pisapia. La differenza con l'Ulivo? E' che "l'Ulivo è partito dall'alto, sono stati i partiti a scegliere Prodi. Noi vogliamo partire dal basso, dalle realtà che sono sul territorio". 

In platea i fuoriusciti di Pd e Sinistra Italiana, da Roberto Speranza ad Arturo Scotto e Ciccio Ferrara. Presente anche il sindacato con Maurizio Landini, e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Poi la prodiana Sandra Zampa, ora schierata per le primarie Pd con Andrea Orlando. In sala anche Laura Boldrini e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, unico ospite politico, a prendere la parola dal palco. 

Il rapporto con Renzi e il Pd? "Non ho avversari e lavoro per conto mio", premette Pisapia. Campo Progressista non sarà mai un partitino né si presenterà alle elezioni amministrative: è un movimento che nasce dal basso e punta ad un centrosinistra allargato, come spiega Pisapia: "Io non sono in campo, il campo lasciamolo ai calciatori. Io sono a disposizione. Noi che crediamo alla buona politica ci mettiamo a disposizione, ognuno per la propria posizione", sottolineando dal palco che la politica è attività di volontariato. 

"Noi vogliamo cominciare oggi un viaggio insieme, anche se siamo consapevoli che non sarà un viaggio facile, ma una sfida necessaria" per coloro che con "storie diverse, ma tutte utili" sono per "un nuovo ampio centrosinistra capace di dialogare, di gentilezza, ma anche di decisioni. Un centrosinistra vincente perché siamo stufi di fare le elezioni e di non riuscire a vincere", ha continuato l'ex sindaco di Milano.

Movimento di dialogo e unità con tutti, ma con un solo un confine, spiega ancora Pisapia, "sono i nostri valori". Poi al Pd lancia un appello, "dal cuore e dalla ragione": bisogna decidere da che parte stare, certi che la destra è incompatibile con la sinistra. 

L'appoggio del nuovo centrodestra e di Verdini non fa parte del nuovo 'campo' politico. L'obiettivo è dare a sinistra una casa comune, senza un pensiero unico, ma con idee diverse che marciano insieme perché uniti si vince e si può cambiare il Paese. 

Discontinuità con le scelte del passato, anche dal linguaggio, perché non c'è bisogno di insultare l'avversario, dopo tanti divisioni e litigi, nella sinistra bisogna trovare una modalità diversa dal gridare al traditore. 

Pisapia non crede all'uomo solo al comando perché l'idea del leader, tanto teorizzata, si è rivelata fallimentare. Sulla legge elettorale il dibattito in corso, ma l'ex sindaco di Milano avverte: "Bisogna essere drastici e duri nel dire no ai nominati in Parlamento, sono i cittadini che devono scegliere chi li rappresenta. E bisogna salvare lo spirito della coalizione, come il primo Ulivo ha insegnato". 

Favorevole al Mattarellum, perché riesce a fare eleggere i migliori e dà spazio alle rappresentanze che non hanno forza, con uno sbarramento del 3% per entrare in Parlamento, che è ragionevole, consentendo anche governabilità. 

Tra i primi mattoni della casa di Campo Progressista Pisapia punta a far diventare legge lo ius soli, il fine vita, il reato di tortura. Sui voucher c'è stato un abuso vergognoso e si deve trovare un accordo, altrimenti la parola va data ai cittadini attraverso il referendum. Pisapia vuole un movimento che guarda al civismo, all'ambientalismo, al dialogo interculturale e interreligioso. Ma soprattutto che passi dalle parole ai fatti.