Giovedì 18 Aprile 2024

Pd, Grasso condannato a pagare 83mila euro. E lui: ricorso

Decreto ingiuntivo del Tribunale di Roma per l'ex presidente del Senato. Che però smentisce: "Nessuna notifica, e comunque quando arriverà farò opposizione"

Pietro Grasso, ex presidente del Senato (ImagoE)

Pietro Grasso, ex presidente del Senato (ImagoE)

Roma, 20 luglio 2018 - Pietro Grasso dovrà pagare 83mila al Partito democratico, somma di quanto avrebbe dovuto versare mensilmente al partito del Nazareno, come previsto dallo statuto. A stabilirlo è il tribunale di Roma, che ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti dell'ex presidente del Senato, eletto nella scorsa legislatura con il Pd e poi approdato a Leu, di cui ora è leader. Ne dà notizia il tesoriere dei democratici, Francesco Bonifazi, che scrive via Twitter: "Avevo promesso che avremmo portato la vicenda in Tribunale, per rispetto a chi segue le regole. Oggi è arrivato il Decreto Ingiuntivo contro il presidente Grasso per gli 80mila euro deve al Pd. Viva la giustizia". Ma Grasso promette battaglia: "Non ho ancora ricevuto alcuna notifica di decreto ingiuntivo - scrive in una nota -, quindi non so su quali base possa essere stata emessa", e comunque "quando arriverà il decreto farò opposizione".

GRASSO: FARO' RICORSO - L'ex presidente del Senato si difende: "Di certo c'è che nessuno mi ha mai chiesto una determinata cifra mensile nel corso di tutta la scorsa legislatura, e da presidente del Senato, come so essere norma, non ho ritenuto di finanziare alcuna attività politica, oltre ad aver rinunciato, tra le altre, alla parte di indennità che viene solitamente utilizzata per finanziare i partiti". Grasso contrattacca il tesoriere Pd: "Dopo aver chiesto via mail più di un mese fa un incontro con Bonifazi e i rispettivi legali, ho rinnovato la richiesta direttamente a lui due giorni fa per dimostrare, carte alla mano, le mie ragioni ed evitare il contenzioso. Evidentemente il tesoriere del Pd - che ha svuotato le casse con la scriteriata campagna referendaria e con le mega consulenze ai consiglieri americani, scelte di cui a farne le spese sono stati i dipendenti - ha bisogno di scaricare su altri le colpe della sua pessima gestione, e provare a trasformarle in un mezzo strumentale e propagandistico. Quando arriverà il decreto può star certo che farò opposizione".

BONIFAZI: RISPETTARE LE REGOLE - Per Bonifazi "le regole vanno rispettate, specie se si di decide di stare in una comunità". Il tesoriere Pd commentà così la decisione del tribunale di Roma: "Su 63 richieste di decreto da noi avanzate il giudice ne ha emessi praticamente quasi tutti. Noi abbiamo preso l'impegno, durante l'approvazione del bilancio, di destinare tutti questi soldi a sostegno dei nostri lavoratori in cassa integrazione. Poi è chiaro che tra l'emissione del decreto e la percezione effettiva del denaro, ahimè, passerà del tempo".