Pietro Grasso presenta Liberi e uguali. "Il capo sono io, non D'Alema"

In tv da Fazio, il presidente del Senato precisa: "Se ne accorgeranno". Altra staffilata a Renzi: "Io guardo al futuro, il suo non è molto roseo"

Pietro Grasso presenta il simbolo di 'Liberi e Uguali' in tv da Fazio (Ansa)

Pietro Grasso presenta il simbolo di 'Liberi e Uguali' in tv da Fazio (Ansa)

Roma, 10 dicembre 2017 - Anche se la parola 'sinistra' non c'è, è un simbolo tutto rosso, quello di 'Liberi e Uguali': lo presenta illeader Pietro Grasso in diretta tv a 'Che Tempo che fa' di Fabio Fazio. E subito tiene a precisare sarà lui alla guida del partito, altro che D'Alema (come aveva detto Renzi): "E' una vita che ho posizioni di guida - spiega Grasso - ho guidato magistrati e processi, penso di poter riuscire a guidare una formazione politica anche da solo, e non sarà un comando posto dall'alto. Sono abituato a discutere e dialogare e poi a prendere decisioni, se ne accorgeranno, se qualcuno non ci crede".

Una risposta che non dà adito a dubbi, quella del presidente del Senato, al leader Pd che, proprio nel salotto del programma di Fazio aveva detto che Liberi e Uguali sarà in realtà guidato da Massimo D'Alema. E non è un'idea solo sua, anche un grande vecchio del Pd come Emanuele Macaluso, in un'intervista a Qn, aveva dichiarato: "Grasso sbaglia, il capo è D'Alema".

Tornando al simbolo, Grasso spiega ironicamente: "Non volevo il nome, ma mi hanno detto che è come il braccialetto che si mette al polso dei neonati". E ancora: "È amaranto che indica protezione. Poi ci sono alcune foglioline, a forma di E, che indicano le donne presenti nel nostro movimento e il ruolo che svolgono nel Paese". 

Quanto ai compagni di viaggio, "quei ragazzi (Speranza, Civati e Fratoianni, ndr) volevano rifare la sinistra ma si deve rifare il Paese, 18 milioni a rischio povertà sono tema più ampio della sinistra, non è tema di sinistra, destra o centro ma problema del Paese".  E sulla sua scelta di scendere in campo dice: "Mi sono trovato di fronte a una scelta di vita, la mia aspettativa era fare il nonno e potevo farlo. E invece ho pensato a tutti i nipoti della generazione di mio nipote e ho esteso il mio carico e fardello". 

E sempre rispondendo alla staffilata di Renzi: "Io non ho un passato politico, guardo al futuro, Renzi ha forse una fase Zen che è passata e ora una fase con un futuro non molto roseo e comincia a dare stilettate...". Il segretario Pd aveva anche dichiarato che i presidenti di Camera o Senato scesi nell'agone politico non hanno avuto fortuna.  "C'è un vento di antipolitica - ha detto Grasso - io sono nuovo alla politica. Faccio a Renzi i migliori auguri, ho pieno rispetto della sua funzione di segretario di un grande partito. In campagna elettorale manterremo uno stile e una forma corretta, ma se lui comincia a provocarmi io sono pronto a rispondere". E ha concluso l'argomento ribadendo "cercheremo di andare avanti mantenendo il rispetto delle persone".

Cosa ha detto Matteo Renzi su Grasso:

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Quanto alla possibile discesa in campo anche di Laura Boldrini, presidente della Camera, Grasso commenta: "Si è data una linea, vuole portare a termine la legge di bilancio, staremo a vedere". Ma di sicuro la vorrebbe in squadra: "auspichiamo, appena finite le incombenze della Camera, che possa venire da noi". 

E il tema delle alleanze, ineludibile con questa legge elettorale? Grasso spiega: "ci sarà una situazione di partenza da sinistra ma con un progetto: ho una visone piu ampia che fare il leader di una ridotta a sinistra, come è stata definita". E continua: "Con i segretari dei partiti (Fratoianni, Speranza e Civati, ndr) c'è un progetto, una visione del Paese non finalizzata solo alla fase elettorale".  "Siamo in fase costituente - continua - ci stiamo proiettando verso i territori, cercando di avere un connubio tra cittadinanza attiva, associazioni, movimenti, anche cattolici, progressisti, democratici". Insomma, nessuna preclusione, neppure ai dem: "Il mio obiettivo è allargare, nessuna preclusione verso il Pd dopo il voto".

Poi la rivendicazione della propria diversità: "Ci sono state campagne elettorali che hanno guardato alla rottamazione, le ruspe, le scatolette di tonno aperte per dire che bisognava distruggere tutto il sistema istituzionale e cambiarlo. No, io sono per il sistema istituzionale". E il racconto del suo addio al Pd: "Ho dato le dimissioni dal gruppo del Pd proprio perche ho visto cambiare il ruolo della politica e di questo partito. L'ultimo momento della legge elettorale in cui il senato ha dovuto porre e votare la fiducia senza poter discutere la propria legge elettorale, ha provocato in me una reazione di non poter più restare e quindi ho fatto questo atto che è il mio primo atto politico".

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