Giovedì 18 Aprile 2024

Banca Etruria, Padoan: "Non ho autorizzato nessun ministro a occuparsene"

L'audizione in Commissione di inchiesta alla Camera: "Le discussioni sulle crisi bancarie erano essenzialmente fra me e il premier Renzi". Degli incontri della Boschi con soggetti coinvolti nelle vicende dell'istituto aretino "ho saputo dalla stampa"

Maria Elena Boschi e Pier Carlo Padoan (Ansa)

Maria Elena Boschi e Pier Carlo Padoan (Ansa)

Roma, 18 dicembre 2017 - "La discussione sui casi bancari è stata tra me e il presidente del Consiglio (Renzi ndr)". Così ha risposto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a Giovanni Paglia (SI) che in commissione d'inchiesta alla Camera gli ha chiesto se avesse avuto notizia di un interessamento di suoi colleghi ministri su Banca Etruria.

"Non ho autorizzato nessun ministro a occuparsi di Etruria"

"In rare occasioni" le vicende dell'istituto aretino "sono state discusse in gruppi più ampi di governo" ma in generale i colloqui erano tra il premier "e il sottoscritto".  Poi al senatore Andrea Augello che gli chiedeva delucidazioni in merito ai colloqui tenuti da Maria Elena Boschi (con il presidente Consob per esempio) e Graziano Delrio su Etruria, Padoan ha precisato: "Io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un'autorizzazione, la responsabilità (del settore bancario, ndr) è in capo al Ministro delle finanze che d'abitudine ne parla con il Presidente del Consiglio". In particolare, a proposito degli incontri tra l'ex ministro delle riforme Boschi con soggetti coinvolti a vario titolo nel caso Etruria, il ministro dell'Economia ha ammesso di esserne venuto a conoscenza "dai mezzi di stampa". 

"Vigilanza insufficiente in alcuni casi"

Una parte dell'audizione di Padoan si è poi concentrata sulla vigilanza di Bankitalia. In alcuni casi è stata insufficiente, ha detto Padoan rispondendo alla domanda di un parlamentare sui motivi che hanno spinto il governo a confermare l'attuale governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. "I criteri chiave che hanno informato la decisione del governo iguardano essenzialmente la continuità istituzionale". Quindi, ha aggiunto, "si è voluto dare anche un segnale di stabilità ai mercati in un contesto nel quale, pur riconoscendo specifici casi in cui la vigilanza forse poteva fare meglio, questo avveniva in un contesto assai complesso sia di cambiamento della normativa europea che di situazione di fragilità dell'economia". Taluni crac bancari, compresi "quelli delle due Venete - ha ammesso in ogni caso il ministro  - non sono spiegabili solo con gravità della crisi e il cambiamento del regime normativo". 

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Nel complesso, parlando della gestione della crisi delle 4 banche, non si può dire che "sia andato tutto bene", conclude Padoan. Ma "all'interno di questo quadro difficile e in movimento sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per una soluzione che minimizza i costi di gestione della crisi". Non c'erano alternative alla risoluzione del governo, precisa il ministro. L'unica sarebbe stata "la liquidazione delle banche che, se fosse stata assistita da aiuti di Stato, avrebbe comunque comportato il medesimo grado di partecipazione dei creditori subordinati alle perdite".