Pace fiscale, c'è l'accordo dopo una giornata di tensioni

Risolto il braccio di ferro nella maggioranza su decreto fiscale e manovra Pensioni e pace fiscale, c'è l'accordo sulla manovra

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 15 ottobre 2018 - Sembra raggiunto l'accordo su pace fiscale e pensioni. Dopo una giornata di tensioni, si sarebbe trovata l'intesa nel vertice di governo a Palazzo Chigi, secondo di giornata dopo quella della mattina, questa volta alla presenza anche di Salvini e Di Maio, oltre che naturalmente al premier Conte e al ministro Tria. E' ora in corso il cdm, convocato per le 17.30, in cui si dovrebbero varare legge di Bilancio e decreto fiscale. Il consiglio dei ministri è iniziato in ritardo, subito dopo il summit governativo 

LA TENSIONE - Dopo la lunga riunione di ieri sera, il presidente del Consiglio con il sottosegretario Gian Carlo Giorgetti e il ministro dell'Economia hanno continuato a cercare per tutta la giornata una soluzione sulla pace fiscale, anche se lo scontro nella maggioranza principalmente su condono e pensioni è durissimo. Tanto che Di Maio ha disertato il summit di questa mattina proprio per le tensioni sul decreto fiscale. Il vicepremier era nella sede del governo, ma ha deciso di non partecipare alla riunione. Assente anche il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, impegnato a Monza all'assemblea di Confimi industria. Il ministro dell'Interno è rientrato a Roma nel primo pomeriggio proprio per partecipare alla nuova riunione in vista del Cdm per sciogliere il nodo sulla pace fiscale.

Da Monza Salvini non ha voluto commentare le voci di frizioni nella maggioranza. "Sono qui per parlare di impresa e di industria", ha risposto. Poi ha aggiunto: "Sui furbetti nessuna transigenza, però ci sono milioni di italiani che convivono con le cartelle di Equitalia che li stanno portando alla disperazione e al suicidio. Uno Stato normale con questa gente ragiona, non continua a condannarla". "Mi dicono non si può fare? Ma volere è potere, quindi noi andremo fino in fondo".  

"C'è il decreto fiscale nel pomeriggio, la manovra di bilancio domani", ha continuato il vicepremier aggiungendo di avere "ben chiaro quali sono i nodi". "Lo dico agli amici dei Cinquestelle: saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia per chi ha fatto la dichiarazione dei redditi ma non è riuscito a pagare tutto è nel contratto di governo. Quello per me vale", ha ribadito. 

"Se mancano due miliardi io da ministro dell'Interno un miliardo lo metto a disposizione cash. Sono soldi in meno detratti dalle spese per l'accoglienza alla Riace. Meno sbarchi vuol dire meno costi. E quel miliardo che gli italiani risparmiano grazie ai minori sbarchi possiamo metterli nella riduzione delle tasse. Quindi di mio la metà della copertura l'ho già trovata", ha anche risposto Salvini.