Giovedì 18 Aprile 2024

Orfani da femminicidi, legge ferma. In Parlamento vince la bagarre

Testo arenato in Senato da 15 mesi. FI: apre un varco all'adozione gay

La prova del Parlamento. Fiducia difficile

La prova del Parlamento. Fiducia difficile

Roma, 3 agosto 2017 - Tra poco saranno 15 mesi. Oltre un anno che la proposta di legge a tutela degli orfani delle vittime di femminicidio è in discussione in Parlamento. Presentata il 26 maggio 2016, tre anni dopo il via libera alla legge contro il femminicidio, e approvata all’unanimità dalla Camera, lo scorso primo marzo è approdata a Palazzo Madama. E stop. Perché la legge, che ha tra i suoi cardini la cancellazione della possibilità per il partner omicida di poter usufruire della pensione di reversibilità della persona che ha ucciso, pare essersi fermata al Senato. In commissione Giustizia a Palazzo Madama, Forza Italia, Gal e la Lega Nord hanno frenato sulla possibilità che il testo venga discusso in sede deliberante (e cioé senza dover passare dall’Aula).

Disco verde per questa modalità solo se vi saranno le modifiche chieste dai tre partiti di centrodestra. Ovvero scongiurare l’inserimento nella legge italiana, attraverso questo provvedimento, della stepchild adoption, l’adozione del figlio da parte del compagno, possibilità già stralciata dalla legge sulle Unioni civili. «Noi vogliamo rapidamente licenziare la norma – spiega il senatore azzurro Francesco Nitto Palma – ma vogliamo una legge tecnicamente corretta e che non sia lo strumento per ufficializzare normativamente ciò che già è stato bocciato nell’Aula del Senato».

I giochi si riapriranno dopo la pausa estiva, se si troverà l’accordo politico la legge potrà avere una corsia preferenziale ed essere approvata prima dell’avvio della delicata sessione di bilancio. «Alla Camera abbiamo costruito un patto di civiltà tra forze politiche e culture diverse – spiega Fabrizia Giuliani, scrittrice e deputata dem – che spero regga anche al Senato per farla diventare legge dello Stato, il Pd farà di tutto, è doveroso». I dati del fenomeno sono impressionanti: 1600 orfani di femminicidio nei quindici anni dal 2000 al 2015 e solo nel primo semestre del 2017 i bambini e gli adulti rimasti orfani in questo modo sono 38, di cui 22 minori che hanno visto la mamma uccisa dal papà. Numeri tali da far apparire scontato il sospetto che la dotazione finanziaria della legge – 2 milioni di euro a partire del 2017 per borse di studio e inserimento professionale – sia totalmente ‘inadeguata’.

Da quest'anno il Fondo per le vittime di mafia, usura e reati internazionali violenti viene esteso appunto anche agli orfani di crimini domestici ma con una dotazione aggiuntiva che mette in forse la piena applicazione di un aspetto importante della legge. Che prevede, tra l’altro, il gratuito patrocinio e l’assistenza legale a spese dello Stato sia per il processo penale, sia per quello civile, a prescindere dal reddito. La legge sana poi situazioni paradossali stabilendo che a godere dell’eredità della vittima siano i figli e non certo il partner-omicida a carico del quale si predispone il congelamento dei beni, con l’obbligo in sede penale per il giudice di riconoscere ai figli della vittima il 50% del risarcimento presunto già con la sentenza di primo grado. Inoltre le vittime potranno chiedere di cambiare il cognome del genitore condannato per l’uccisione della madre senza dover affrontare l’ennesima trafila burocratica.