Mercoledì 24 Aprile 2024

Meloni lancia Italia Sovrana. In piazza con Salvini e Toti

La presidente di Fratelli d'Italia riunice il centrodestra: "Elezioni subito, stop all'immigrazione clandestina e via dall'euro". Fischi per Brunetta

Giovanni Toti, Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Lapresse)

Giovanni Toti, Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Lapresse)

Roma, 28 gennaio 2017 - Giorgia Meloni riunisce a Roma le tante anime del centrodestra, dalla Lega a Forza Italia ai Popolari per l'Italia, per lanciare un nuovo progetto politico, chiedere elezioni subito (con qualsiasi legge elettorale) e spronare gli italiani ad abbandonare la rassegnazione. Messaggi che arrivano dal palco di piazza San Silvestro al termine di un corteo per le vie del centro di Roma (25mila militanti per gli organizzatori). E' da qui che la Meloni elenca i punti principali del programma di Italia Sovrana: stop all'immigrazione clandestina, uscita dalla zona euro, sicurezza, famiglia. Temi cari anche Matteo Salvini e a Giovanni Toti, che infatti non disertano la manifestazione. 

"Italia Sovrana è la fine della rassegnazione, la presa di coscienza di una rivoluzione", dice la presidente di Fratelli d'Italia chiedendo agli italiani "il 40% dei voti per avere la maggioranza in Parlamento e rimettere al governo della nazione gente che faccia gli interessi dell'Italia e degli italiani". Poi si rivolge ai possibili alleati e afferma: "Vogliamo mettere insieme chi condivide le nostre idee, possiamo vincere. Facciamo le primarie, troviamo un portabandiera e andiamo a riprenderci questa nazione. Mandiamo a casa Renzi e Gentiloni". "Vogliamo votare per chiedere agli italiani di darci una maggioranza su una proposta politica che dica 'prima gli italiani', 'prima la sovranità' e che non vogliamo essere una colonia", spiega. 

Poi, riprendendo un refrain coniato per la campagna elettorale per il Campidoglio, ribadisce: "Noi siamo con i mercati rionali e non con i mercati finanziari della sinistra radical chic che pensa che il popolo non capisca niente". Tanti sono gli ostacoli da superare. Prima di tutto l'euro: "Una catastrofe per l'Italia. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo e di dire che ce ne dobbiamo liberare. Vogliamo lo scioglimento concordato e controllato della zona euro. Vogliamo tornare ad essere padroni a casa nostra" perché "la nostra Costituzione deve venire prima delle leggi europee".

Matteo Salvini non chiude la porta alla proposta di unità ma detta delle condizioni: "Chi ha tradito non va più messo in lista neanche se arriva Padre Pio: Alfano, Cicchitto, Verdini e Casini devono andare a casa". La coalizione, sottolinea, potrà essere anche ampia ma dovrà avere un programma preciso che dica: 'Prima gli italiani'. A Berlusconi, che difende per la vicenda delle olgettine ("i pm arrestino i mafiosi invece di guardare nel buco delle serrature"), il leader del Carroccio manda un messaggio chiaro: chi si allea con la Merkel non può allearsi con noi. "Un Paese che non controlla la sua moneta - sono le sue parole - è schiavo, dobbiamo tornare ad avere una nostra moneta. E chi difende l'euro a Bruxelles non si allea né con me né con Giorgia Meloni". 

Sul palco sale anche Renato Brunetta e dal pubblico partono fischi. Arriva Meloni a dargli manforte, invita ad ascoltare con pazienza. "Chiunque divida il centrodestra vuole il governo di Renzi - dice il capogruppo forzista con il pubblico che ancora rumoreggia- Se continuiamo con gli errori lo lasciamo vincere. Chi non vuole il centrodestra unito si prende le sue responsabilità". Poi chiude con "uniti si vince", e parte l'applauso.

Della necessità di un centrodestra unito parla anche Giovanni Toti, che durante la sfilata chiarisce ai cronisti di essere a Roma non a titolo personale ma in rappresentanza di tutta Forza Italia. "Non siamo uguali, non la pensiamo allo stesso modo" ma "ci rispecchiamo negli stessi valori", quindi il centrodestra "deve candidarsi a guidare questo Paese" per non lasciare il governo al Pd. Per farlo, spiega, occorre "costruire qualcosa che sappia tenere conto delle sensibilita' di tutti, sedersi a un tavolo". Certo, conclude il consigliere politico di Silvio Berlusconi, "prima si vota è meglio e'", ma è altrettanto importante presentarsi alle urne con un programma chiaro. "La strada sarà lunga ma è in discesa", conclude con un ottimismo chissà se e quanto condiviso.