Maria Elena Boschi sempre più sola, cresce la rabbia tra i big Pd

E oggi Renzi diserta il Colle

Renzi parla del 'caso Boschi' a Piazza Pulita su La 7 (LaPresse)

Renzi parla del 'caso Boschi' a Piazza Pulita su La 7 (LaPresse)

Roma, 19 dicembre 2017 - Il Nazareno , se non fosse deserto, sarebbe come la Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari di Buzzati. Un «non luogo» dove si attende l’arrivo del Nemico che, però, ogni giorno arriva e ti abbatte. I dati catastrofici dei sondaggi (Pd al 23,4% per Ipsos, al 24% per Swg: sei punti persi in sei mesi, un punto al mese) li ha riconosciuti lo stesso Matteo Renzi nella sua intervista di ieri al Corsera («È vero, il mio consenso è in calo, ma è perché siamo al governo»), ma ciò non toglie che spaventino tutti.

In ogni caso, Renzi – che oggi non si presenterà al Quirinale per ascoltare il discorso di auguri di Mattarella alle alte cariche dello Stato perché è «fuori Roma» – non nasconde la sua preoccupazione per la piega che hanno preso le audizioni nella commissione Banche. Le parole che, forse, fanno più male di tutte ieri sono arrivate da un ministro chiave del suo ex governo, Pier Carlo Padoan. Parole che, peraltro, hanno ‘irritato’, e non poco, anche Graziano Delrio, a sua volta tirato in ballo.

Padoan, dopo, ci prova a smentire e precisare, in pubblico e in privato, cioè con lo stesso Renzi: «Matteo, non volevo mettere in difficoltà Maria Elena, sono il solo che l’ha difesa pubblicamente». Renzi, a denti stretti, gli risponde: «Ne sono convinto, Pier Carlo». Poi ai suoi dice: «Spero che le parole di Padoan non vengano fraintese». Senza dire che, tra oggi e domani, le audizioni di Visco e Ghizzoni completeranno il crucifige ai danni dell’ex ministra. 

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Renzi, certo, prova a pensare ad altro. Ieri si è occupato di iniziare il giro di «consultazioni sulla prossima campagna elettorale», mettendo l’accento – spiegano dalsuo inner circle – «sui contenuti»: dalla polemica sull’euro con Di Maio, al lavoro di intreccio tra collegi e listini per le candidature. L’idea di fondo è «valorizzare storie diverse, mettendo un nome della sinistra interna in un collegio e facendo guidare il listino da un nome di area moderata e viceversa».

Ma se di liste e candidature s’inizierà a parlare, nel concreto, solo dopo la Befana, in attesa che «dai vari big i arrivino indicazioni e richieste», è certo che Renzi si candiderà nel collegio maggioritario di Firenze 1, sperando di poter incrociare i guantoni con Salvini.

E la Boschi? ‘Meb’, allo stato, si candiderà in Toscana: di certo in un collegio (forse Arezzo, la sua città, ma i malumori che arrivano dai dem locali sono fortissimi), probabilmente anche nel listino. Del resto, farla correre solo nel collegio maggioritario è un’arma pericolosa e a doppio taglio: potrebbe perderlo e restare fuori. In ogni caso il portavoce della segreteria, Matteo Richetti, ieri ha detto parole definitive sul tema: «La Boschi sarà candidata, dove lo decide il Pd». Il che fa capire che la strada di altre regioni come la Campania è aperta. Solo il Trentino è escluso: contro di lei è partita una raccolta firme del Pd locale.

Boschi, gradimento ai minimi. Ma l’effetto Etruria non c’entra

Il guaio è che il resto dei big e ministri dem (Franceschini in testa a tutti, Minniti, Delrio) sono muti: neppure una parola in difesa di Maria Elena. Dal lato minoranza, invece, arrivano critiche feroci. Il ministro Orlando le ha chiesto, di fatto, di non candidarsi. Gianni Cuperlo, a QN, ha detto che sarebbe stato meglio se non fosse tornata al governo. Solo Michele Emiliano tace.

Lei, ieri, si è difesa ribadendo la sua posizione: «Accusano me per coprire i veri scandali sulle banche», ma ha anche detto «se mi chiamano vado in commissione».

La linea di difesa generale sulle banche da parte dello stato maggiore del Pd la esplicita, però, il presidente Matteo Orfini: «Vogliono convocare la Boschi? Allora noi vogliamo sentire anche Mario Draghi e tutti gli altri nomi esclusi, tra cui Enrico Letta». Tirare in ballo Draghi è come mettere il dito nell’occhio a Mattarella, ma in ogni caso la linea Orfini suona come l’adagio biblico «muoia Sansone e tutti i Filistei».