Renzi, le magliette gialle irritano i sindaci del terremoto

Il segretario Pd lancia i volontari del sisma. Coro di no dei sindaci: ci dia i soldi

Matteo Renzi domenica scorsa con i volontari Pd a Roma (Ansa)

Matteo Renzi domenica scorsa con i volontari Pd a Roma (Ansa)

Macerata, 16 maggio 2017 - Il bis dei volontari dem con la ramazza non fa fare la ola ai terremotati. Matteo Renzi ha lanciato l’idea: mandiamo i volenterosi del Pd ad ascoltare i cittadini nel cratere, domenica prossima, dopo la pulizia delle strade di Roma di due giorni fa. Ma l’invasione di magliette gialle nelle Marche non convince. «Il governo – sottolinea l’ex premier – ha fatto moltissimo per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto ma la burocrazia è sempre in agguato per bloccare, fermare, rimandare, rallentare. Questa delle magliette gialle nelle zone del terremoto è una buona opportunità. Chi vuole darci una mano lo faccia». Proposta che il leader avrebbe avanzato per dare il segnale che il partito non si nasconde ai dossier più scomodi, come quello del sisma, ma che sarebbe stata accolta tra dubbi anche all’interno del Pd.

I SINDACI , sfiniti dai ritardi e dalle lacune nella gestione dell’emergenza, gli rispondono picche. Specialmente dal Maceratese. «Ma Renzi si accorge della situazione solo ora? E fino a dicembre dov’è stato – esplode Mario Baroni (Muccia, lista civica) -? Non era presidente del Consiglio? Di passerelle ne abbiamo già viste abbastanza. Ci diano i soldi, piuttosto. Mentre loro vengono per far vedere quanto sono vicini ai terremotati, ergo per campagna elettorale, il Comune ha dovuto fare anticipazioni di cassa. Non arrivano i pagamenti, sono sotto di 200.000 euro. I fornitori e le ditte sono in attesa». E ancora le casette non si vedono, neanche all’orizzonte. «La burocrazia deve accelerare – incalza Baroni – non possiamo rischiare di passare un altro inverno così». «Di certo le magliette gialle non saranno risolutive – sottolinea Alessandro Delpriori (Matelica, tesserato Pd) – ma meglio che niente. Al mio Comune deve ancora arrivare un milione di euro, l’ultimo pagamento risale a dicembre. E le ditte aspettano». A proposito di burocrazia: sorride, Delpriori, citando l’esempio della scrivania per il Comune. «L’abbiamo pagata 900 euro, ma la funzionaria della Regione mi ha chiesto come mai non avessi riparato quella vecchia. Ho dovuto mandarle foto per far capire quanto fosse distrutta. Questa è la burocrazia».

RISPOSTA al veleno pure da Giuseppe Pezzanesi (Tolentino, FI): «Siamo stanchi di questi giochini, Renzi propone un’iniziativa che non serve a niente. Ci prendono in giro. Manca un raccordo tra uffici sisma e tecnici, non c’è chiarezza, i soldi stanziati per la microzonazione sismica di terzo livello sono a dir poco insufficienti, non riescono a partire le aree per le casette e ora ci vogliono anche togliere il punto di primo intervento. Intanto – spiega – i commercianti devono chiudere temporaneamente perché non arrivano i contributi una tantum». «Vedere Renzi che attacca la burocrazia del terremoto – attacca Guido Castelli, sindaco di Ascoli – è come vedere re Erode che fa una campagna per Save the children». Più conciliante Paolo Teodori, sindaco di Ripe San Ginesio: «La burocrazia è il male di questo secolo. Si poteva fare di più, ma c’è anche da dire che in questo disastro non è semplice trovare soluzioni. Ci vorranno dai 10 ai 20 anni per ricostruire». E nel Fermano, se da una parte Adolfo Maringeli (Amandola) e Domenico Ciaffaroni (Montefortino) accolgono di buon grado «iniziative che contribuiscono a far conoscere le reali problematiche», dall’altra Armando Altini (Falerone), fa notare che «se questa dev’essere solo una passerella per coprire i tanti errori, allora meglio che restino dove sono». «Basta che non sia solo una sirena di richiamo politico», così Romina Gualtieri (Monsampietro Morico). «Alla vergogna non c’è limite – si legge in una nota di Sinistra italiana, Rifondazione e Possibile (Marche) – reagire a questa indecente presa per i fondelli».