M5S, il finanziere Proto: "Mi candido da indagato". Toninelli: "Mai in lista uno come lui"

Il finanziere si dice "sicuro di poter vincere senza grandi problemi". La replica: termini scaduti, ma potremo difenderci dagli scalatori senza scrupoli

M5S, Toninelli: no alla candidatura di Proto

M5S, Toninelli: no alla candidatura di Proto

Roma, 4 gennaio 2018 - Provocazione, colpo di teatro o reale autocandidatura?  Chissà, di certo per entrare nelle fila del M5S si è fatto avanti oggi anche il finanziere Alessandro Proto, passato agli onori della cronaca per aver racimolato a suo tempo quasi il 3% di Rcs Mediagroup grazie ai capitali di alcuni investitori stranieri e poi arrestato con l'accusa di manipolazione del mercato e ostacolo all'attività degli organi di vigilanza. Ma, tempo qualche ora, la canditatura è stata bocciata: "Mai in lista uno come lui", dichiara Danilo Toninelli.

LA 'CANDIDATURA' - Ma ecco l'annuncio di Proto: "Ho preso questa decisione dopo aver appreso che si possono candidare anche persone indagate. Sono da sempre un estimatore della mentalità del Movimento e purtroppo negli ultimi mesi, sto vedendo una caduta verso il basso della prima linea, a partire da Di Maio, che di leader ha davvero poco". Non è chiaro se Proto si sia o meno candidato, visto che il termine ultimo per le presentazioni era ieri alle 17.

Il finanziere non è nuovo a incursioni nel mondo politico, visto che nel 2012 si avvicinò al Pdl dicendosi pronto a candidarsi per eventuali primarie. Oggi è sicuro di farcela: "Con la popolarità acquisita negli anni e radicata sui social sono sicuro di poter vincere senza grandi problemi", butta lì, lanciando la sfida al candidato premier. E ricorda: "Quanto da me previsto nel 2013, poi bloccato a causa del mio arresto, e cioè diventare Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana potrebbe avverarsi nel giro di pochi mesi".

LA BOCCIATURA  M5S - Per i grilini risponde il deputato Danilo Toninelli. Che in una nota precisa: "È chiaro che un come Alessandro Proto non potrà entrare nel MoVimento 5 Stelle e men che meno potrà usarlo come un taxi per arrivare in Parlamento. I termini per le autocandidature in vista delle parlamentarie sono scaduti e parte ora la fase di scrematura. Lui non ha nemmeno partecipato, ma grazie allo statuto che ci siamo dati, potremo comunque difenderci dagli scalatori senza scrupoli e selezionare chi ha davvero i requisiti, anche etici, per partecipare al nostro grande progetto di cambiamento del Paese. Proto, visto il suo curriculum e le tipologie di reati che ha commesso, può rimanersene tranquillamente a casa".

CHI E' PROTO  - Proto svela la sua ambizione politica  in una nota inviata in qualità di "Chairman, Ceo & Founder" della Proto Group Ltd, con sede londinese nella prestigiosa Berkeley Square. Oltre al suo movimentato passato di finanziere, che va dall'arresto del 2013, al patteggiamento per truffa e aggiotaggio, alle mega-multe della Consob, Proto è passato agli onori della cronaca anche per aver tentato l'acquisto del Parma Calcio e per aver intermediato l'acquisto di alcune isole per conto di alcuni "Paperoni".

L'ultima sarebbe la star internazionale degli investitori, Warren Buffet ma a servirsi della mediazione della Proto Enterprises per acquistare isole in Grecia ci sarebbe anche l'attore statunitense Johnny Depp. Tutti epigoni di una una storia che nasce con un Proto che sembrava la giovane promessa della finanza, che si lanciava in incredibili scalate ai più grossi gruppi italiani e scorrazzava per i mercati diffondendo comunicati con informazioni false, senza tirar fuori un soldo. 

Proto aveva infatti annunciato un fantomatico patto di soci con il 2,8% di Rcs MediaGroup, l'editore del Corriere della Sera, aveva millantato un incursione nel salvataggio di Fonsai e poi via via non aveva lasciato in pace nemmeno Fiat, Tod's, l'Espresso e Mediaset. E aveva anche detto di essere pronto a correre alle primarie del Pdl. Per lui poi un paio di mesi a San Vittore con le accuse di aggiotaggio, ostacolo alla Consob e truffa, l'uscita dal carcere e i domiciliari. Le sue incursioni in finanza gli sono costate infatti prima il carcere ma subito dopo la chiusura della sua vicenda giudiziaria con un patteggiamento a 3 anni e 10 mesi e senza risarcire un euro - pare fosse nullatenente - ai risparmiatori raggirati.