Mercoledì 24 Aprile 2024

Pd, Renzi riparte dal Lingotto. "Basta paura, puntiamo al futuro"

L'ex premier lancia la sua candidatura e difende il doppio ruolo di segretario e premier. Ma ribadisce: "Siamo al fianco del governo Gentiloni"

Matteo Renzi sul palco del Lingotto (Lapresse)

Matteo Renzi sul palco del Lingotto (Lapresse)

Torino, 10 marzo 2017 - "Tornare a casa per ripartire insieme". Matteo Renzi prova a ripartire dal Lingotto, da dove l'avventura del Pd era cominciata dieci anni fa con Walter Veltroni. "Dobbiamo ripartire dopo il brusco stop del referendum ma anche rispetto al post referendum. Sembra che qualcuno sogni di riportare indietro le lancette della storia. Ma noi abbiamo la responsabilità di fare tesoro degli errori, rilanciare sugli ideali e i contenuti e restituire una speranza al Paese. Ripartiamo dai luoghi che hanno segnato la nostra storia e tradizione", spiega infatti il segretario uscente dal palco dell'ex fabbrica dove il colore dominante è il verde e ricompare il simbolo del Pd (inserito nel trolley simbolo del viaggio, scelto per la kermesse). Ma puntualizza: "Siamo eredi della migliore tradizione non reduci". Quindi rilancia: "Il futuro non va più di moda ma è la nostra sfida, la paura è l'arma elettorale degli altri. Noi abbiamo la responsabilità e il dovere di fare tesoro degli errori commessi, rilanciare su valori e ideali, e restituire una speranza al nostro Paese".

image

L'INTERVENTO COMPLETO DI RENZI

"AL FIANCO DI GENTILONI" - Renzi ribadisce poi il sostegno al governo Gentiloni e critica le divisioni interne al partito. "Non siamo qui per far ripartire l'azione del governo che va avanti. Ieri è stato approvato il reddito di inclusione e la Camera ha approvato dopo qualche mese la prima forma di organizzazione di lavoro autonomo, l'Eni ha firmato un accordo straordinario con gli americani sul Mozambico e ieri mi ha telefonato il sindaco di Amatrice annunciandomi di che si farà il centro sportivo con 20 alunni necessari di cui sei fuori regione. Ho ancora la pelle d'oca. Per tutte queste cose siamo convintamente al fianco di Gentiloni", dice. "Rivendico il tentativo di restituire il primato alla politica. Ma senza dividersi tra correnti" e non la politica "del quotidiano nauseante ping pong di queste settimane e di questi mesi". 

PAROLE PER EMILIANO E ORLANDO - Poi parla ai suoi diretti avversari alla corsa per la guida del Pd. "Questo è un popolo che non parla mai male degli altri ed il primo messaggio è per Orlando ed Emiliano, a loro auguro buon lavoro e l'assicurazione che da parte nostra mai una polemica ad personam come quelle che abbiamo subito noi per settimane", prosegue. 

SEGRETARIO-PREMIER - Prima di annunciare la sua candidatura alla segreteria del partito, però, Renzi rilancia la necessità dell'identità del segretario-premier. "Deve essere chiaro che essere il segretario del partito e il candidato alla guida del governo non è solo da statuto o un ambizione personale, ma una consuetudine europea fondamentale - spiega -. Se non fossi stato capo del partito non avrei ottenuto nessuno dei risultati, l'ho ottenuto avendo il 41%, il consenso della gente. Il mio biglietto da visita con la Merkel erano 11.2 milioni di voti presi dal Pd perché è il consenso la base di ogni rivendicazione".

LA PIATTAFORMA BOB - Renzi lancia stoccate ai Cinque Stelle, che "hanno provato nel giro di 48 ore, l'emozione e l'ebbrezza di passare dal movimento più antieuropeo in assoluto, a quello più europeista di tutti perché avevano solo da piazzarsi "("con un'idea di Europa 'a la carte' che non ci appartiene") e lancia la nuova piattaforma digitale del Pd. "Si chiamerà non 'Rousseau', ma Bob, come Bob Kennedy. Chi vorrà avrà la sua password con il suo pin. E' la piattaforma che si collega con le feste dell'Unita'. Non lasceremo la straordinaria invenzione del web nelle mani di chi fa business e soldi con gli ideali degli altri". 

TICKET CON MARTINA - L'ex premier spiega anche che "ci vuole un modello diverso". "La necessità di maggiore collegialità è prioritaria" e, per questo, "abbiamo proposto il ticket con Maurizio Martina, che ha guidato il partito in Lombardia e ottenuto risultati all'interno di un ministero che aveva bisogno di recuperare autorevolezza. E' uno di quelli che ha salvato Expo ed è uno dei tanti under 40 che abbiamo messo in prima fila, ma non l'unico", dice ringraziandolo per aver accettato il ticket per il congresso.

IL PROGRAMMA - Il candidato segretario illustra l'idea dell'alternanza scuola-lavoro ("non è mercificare il futuro dei nostri figli, ma evitare che abbiano un futuro da disoccupati) e quella di "investire di più sulle politiche attive, sul lavoro". "Va respinto il concetto di reddito di cittadinanza - aggiunge - perché così si afferma il concetto che la rendita è meglio del lavoro. Noi vogliamo lavoro e non assistenzialismo".

APPLAUSI - La platea regala un lungo applauso a Sergio ChiamparinoPiero Fassino, quando Renzi li chiama in causa come "amministratori che hanno reso grande Torino". Ma l'ex premier ringrazia anche "la sindaca Appendino per averci ospitato", perché "anche questo è il nostro stile di comportamento". "No a chi sa solo fare polemica, solo distruggere l'avversario, utilizza ogni tipo di polemica per riempire i talk show delle battaglie personali e rancorose contro qualcuno e non per qualcosa - conclude l'ex premier -. Noi rilanciamo con i nostri ideali alti e nobili. Questo è il Pd, io ci sono con la forza e l'energia che conoscete. Con l'entusiasmo ma anche con le mie ferite: un uomo si vede da come indossa le sue cicatrici. Ci sono perché ci siete voi. E la cosa più grande è non essere da solo ma insieme a una comunità di donne e di uomini che ci crede. Questa è la nostra comunità: andate a spiegarlo a chi non l'ha capito".