Giovedì 18 Aprile 2024

Legittima difesa, Grasso: "Meno male che c'è il Senato"

La legge passata alla Camera tra polemiche e spaccature. Anche Renzi ora vuole modificarla. Salvini: "Pronti a referendum per cancellarla". L'Anm: "Intervento inutile, si desista" Sparare ai ladri di notte, sì della Camera. Cosa cambia Il tabaccaio: "Uccisi un ladro, lo rifarei" - di NINO FEMIANI

Il presidente del Senato Pietro Grasso (Ansa)

Il presidente del Senato Pietro Grasso (Ansa)

Napoli, 5 maggio 2017 - La legge sulla legittima difesa è passata alla Camera con i soli voti della maggioranza tra molte polemiche e spaccature fra i partiti anche all'interno delle stesse formazioni politiche. Il testo introduce la legittimità della reazione a un'aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa di notte o all'introduzione con violenza, minaccia o inganno. A favore il Pd - ma con dei distinguo - e Ap, contrario il centrodestra, Mdp e i Cinquestelle. Oggi è intervenuto anche il presidente del Senato Grasso: "Diciamo meno male che c'è il Senato, se dobbiamo intervenire su questo tema. Staremo a vedere le proposte di ulteriori modifiche".

Cosa cambia con la nuova legge

Lo stesso Renzi ieri, in tarda serata, ha sollevato dubbi sul testo e annunciato l'intenzione di farlo modificare, mandando di fatto all'aria il compromesso tra Pd e Ncd. "Capisco le sue considerazioni - ha risposto l'ex premier a una delle mille critiche piovute sulla sua app ieri sera dopo l'approvazione alla Camera". "Inviterò i senatori - ha annunciato - a valutare di correggere la legge nella parte in cui risulta meno chiara e logica, visto che io per primo ho avuto molti dubbi".

"Se vanno avanti con questa schifezza raccogliamo le firme per un referendum per cancellarla", ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini. Quanto alle perplessità di Renzi, Salvini si è chiesto: "Come fa il Pd ad approvare una norma il giovedì e venerdì dire il contrario? Ormai il Governo e la maggioranza sono allo sbando, che si torni a votare". 

Durissima la presa di posizione dell'Anm. Quello sulla legittima difesa "è un intervento che non serviva" e che "è anche un pò confuso". Il legislatore "non deve assecondare gli umori" della società e dovrebbe "desistere dal mettere mano a questa normativa", ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Eugenio Albamonte intervistato dal Gr1. 

CAMBIO DI ROTTA - A questo punto interviene il relatore della legge, il dem David Ermini. Che spiega: "La percezione di quello che è uscito è completamente stravolta e invece, come giustamente mi ha detto Renzi, la percezione dei cittadini deve essere di completa sicurezza e quindi dobbiamo essere disponibili a correggere la locuzione" della legge sulla legittima difesa.  E ragiona: "Non servirebbe togliere la parola notte, ma se è l'elemento per cui si deve fare una campagna elettorale contro, allora la togliamo". Poi spiega la posizione del segretario Pd: "Ieri Renzi mi ha chiamato verso l'ora di cena. Renzi è molto più bravo di me e di noi e ha capito che quello che era uscito non era il testo di legge ma era una locuzione che, sì, poteva dare luogo a battute e a scherzi ma veniva percepita come se la legittima difesa fosse possibile solo di notte". 

"Dopo aver parlato con Matteo mi sono reso conto che aveva ragione - è il racconto di Ermini - La percezione era completamente stravolta, tutti, anche i grandi giornalisti, avevano capito una cosa che non è nel testo. Quindi siamo disponibili a correggere, a togliere, a modificare questa locuzione per dare anche la percezione di una legge equilibrata che specifica e non stravolge", aggiunge.  "La notte - precisa il relatore della legge - è una tipica locuzione che si usa nei testi legislativi per rappresentare una situazione di minorata difesa, poi c'è un 'ovvero' che spiega che include anche altre circostanze che fanno riferimento a tutta l'intera giornata. Le ore notturne erano presenti anche nel testo di Fdi, nell'emendamento Lupi-Marotta che è stato votato da Forza Italia. Inoltre l'emendamento aggiuntivo con cui abbiamo rotto con il centrodestra unito nel comitato dei nove, l'emendamento Molteni, non prevedeva la soppressione della locuzione notte ma chiedeva una presunzione di rapporto di proporzionalità e attualità. Quindi era noto a tutto il Parlamento come era scritto il testo".