Venerdì 19 Aprile 2024

Legge elettorale, Pd vuole il suo testo base. Il relatore ritira l'Italicum bis

Mazziotti critica il cambio di posizione da parte del primo partito di maggioranza. Il Pd ha trovato l'appoggio di Lega, Svp e Ala. Invece M5S e FI favorevoli a quanto presentato giovedì scorso

Andrea Mazziotti in  in commissione Affari costituzionali della Camera  (imagoeconomica)

Andrea Mazziotti in in commissione Affari costituzionali della Camera (imagoeconomica)

Roma, 16 maggio 2017 - "Non ho nessuna intenzione di andare avanti con un testo che il Pd non approva perché non sono un incosciente". E' la reazione del presidente della commissione Affari Costituzionali e relatore sulla legge elettorale, Andrea Mazziotti, una volta terminato il giro degli interventi di tutti i gruppi in merito all'Italicum bis, dai quali è emersa la richiesta di non mettere ai voti il testo base presentato giovedì scorso. Contrari Pd, Lega, Svp e Ala. 

Il Pd attraverso il capogruppo Emanuele Fiano ha ufficializzato il cambio di rotta: "Non siamo favorevoli al testo che lei ha presentato mentre proponiamo come testo base la nostra proposta di un sistema al 50% collegi e 50% proporzionale". 

Mazziotti, pur prendendo atto che il Pd non voterebbe l'Italicum bis, critica quanto è avvenuto con un cambio di posizione da parte del primo partito di maggioranza. "Stanotte valuterò se continuare a svolgere il ruolo di relatore, poi domani ci sarà l'ufficio di presidenza della commissione e valuteremo" le prossime mosse. Poi ha aggiunto: "E' evidente che queta scelta determina uno slittamento dei tempi". L'approdo in Aula della legge elettorale era previsto per il 29 maggio. 

Il Pd così vince la prima battaglia in commissione Affari costituzionali della Camera e stoppa l'Italicum bis, grazie anche al sostegno dei verdiniani, della Lega, dei fittiani e delle minoranze linguistiche.

Il Movimento 5 Stelle ribadisce invece, in Commissione Affari Costituzionali della Camera, il suo sì al testo base presesentato dal relatore Mazziotti, l'Italicum bis. Il pentastellato, Danilo Toninelli, critica duramente il Pd e chiede a Mazziotti di restare relatore anche qualora sia presentato un altro testo base. 

Al contrario Fratelli d'Italia chiede al relatore di ritirare il testo base. Ignazio La Russa: "Visto che il testo base non ha la maggioranza è inevitabile a questo punto il ritiro del testo e il passaggio a un altro testo, anche se FdI lo avrebbe votato".

Anche il presidente del gruppo misto alla Camera, Pino Pisicchio, chiede a Mazziotti di non mettere a votazione il testo base, in quanto non avrebbe la maggioranza dei voti. "Cerchiamo di evitare una spaccatura netta", ha sottolineato Pisicchio.

Il leader di Fi Silvio Berlusconi in una nota: "Sono convinto che il nuovo sistema di voto possa essere approvato in Parlamento seguendo il monito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed essere dunque il frutto della più ampia condivisione possibile tra le forze politiche". Berlusconi continua: "Forza Italia non ha mai cambiato idea: chiediamo un sistema elettorale proporzionale (con eventuale premio di maggioranza alla coalizione che raggiunge il 40%), e con un modo serio e trasparente di assicurare il rapporto fra elettori ed eletti, escludendo quindi il voto di preferenza". "Siamo quindi molto perplessi per la unilaterale proposta del Partito democratico di un finto 'modello tedesco' (il cosiddetto Verdinellum)".

La Lega Nord vuole come testo base la proposta avanzata dal Pd. Giancarlo Giorgetti dice: "Finalmente il Pd ha una proposta da cui poter partire con un ragionevole numero di voti per poterla approvare. Il carico se lo deve prendere il Pd, non servono altri giorni di riflessione. Il fatto nuovo politico è che il Pd è uscito allo scoperto, presentate la proposta e votiamola". 

Il gruppo di Ala non voterà il testo base sulla legge elettorale. E Mdp annuncia l'astensione in commissione Affari costituzionali della Camera qualora si dovesse votare il testo base sulla legge elettorale. Alfredo D'Attorre ha quindi criticato il Pd, "responsabile dell'allungamento dei tempi". Anche Sinistra italiana, con il capogruppo Giulio Marconi, nel caso di voto sul testo base, si schiera per l'astensione, sottolineando l'impossibilità di andare in aula il 29 maggio.