Giovedì 18 Aprile 2024

Rosatellum, prime fiducie alla legge elettorale in Senato. M5s in piazza

Bagarre in aula con tanto di gesto dell'ombrello e liti. Poi grillini, SI e Mdp lasciano palazzo Madama. Napolitano critico sulle pressioni esercitate su Gentiloni

La protesta del pentastellato Lucidi (Ansa)

La protesta del pentastellato Lucidi (Ansa)

Roma, 25 ottobre 2017 - Il Senato vota la fiducia posta dal governo a cinque articoli della nuova legge elettorale (il voto finale sul Rosatellum bis si terrà domani alle ore 12) ma in aula è ancora bagarre con Pietro Grasso costretto a richiamare più volte alcuni parlamentari. Tra gesti dell'ombrello (come quello fatto di Mario Giarrusso sotto i banchi della presidenza), scontri verbali e fazzoletti bainchi sugli occhi, il Movimento 5 stelle ha più volte protestato dentro Palazzo Madama, mentre fuori, di fronte al Pantheon, si sono radunati i suoi sostenitori per una manifestazione a cui prende parte anche il leader Beppe Grillo.

SI' ALLE FIDUCIE - Il governo ha comunque incassato la fiducia agli articoli 1 (150 sì, 61 no e nessun astenuto), 2 (151 favorevoli, 61 contrari e nessun astenuto), 3 (148 sì, 61 no e nessun astenuto), 4 (150 sì e 60 no) e 6 (145 favorevoli, 17 contrari e nessun astenuto). Assenti Forza Italia e Lega Nord, mentre a favore si sono espressi Pd, Ap, Ala (compreso Denis Verdini) e alcuni senatori dalle Autonomie e del gruppo Misto. Tra i cinque senatori a vita solo Carlo Rubbia ha votato sì, mentre gli altri (Giorgio Napolitano, Elena Cattaneo, Mario Monti e Renzo Piano) sono assenti per congedo. Non hanno votato invece i dissidenti Pd Vannino Chiti, Massimo Mucchetti, Claudio Micheloni, Walter Tocci e Luigi Manconi più l'orlandiano Roberto Ruta, che però presenziato per non far mancare il numero legale.

M5S, SI E MDP VIA DALL'AULA - Contrari M5s, Sinistra Italiana e Mdp, che nel momento del voto degli emendamenti dell'art. 5 (l'unico su cui il governo non ha posto la fiducia) hanno abbandonato l'aula. "Non abbiamo più niente da dire, adesso andiamo in piazza con i cittadini", ha detto Sergio Endrizzi, capogruppo M5S. "Non parteciperemo più a nessuna votazione, usciamo dall'aula", ha annunciato la senatrice di SI, Loredana De Petris. "Dopo aver votato convintamente no lasciamo con tristezza quest'aula. Sono quelli che restano che si assumono la responsabilità di votare questa legge elettorale", ha sottolineato la capigruppo MdP Maria Cecilia Guerra. L'art. 5 che stabilisce una clausola di invarianza finanziaria nell'applicazione del provvedimento è stato poi approvato dall'assemblea.

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GRILLO IN PIAZZA - Intanto sul palco di piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, piena di sostenitori del M5s, sono saliti Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. I tre si sono coperti gli occhi con la benda bianca prima che Grillo prendesse la parola. "Non abbiamo potuto fare una manifestazione davanti al Senato perché hanno paura. Ho consigliato alla polizia di andarci loro là, e di accerchiarli", ha detto il leadere fondatore del Movimento. Il Rosatellum bis? "E' come giocare a mosca cieca: qualsiasi votazione possiamo fare, l'esito è già scontato. E' una roulette dove vince sempre il banco. Questo è un paese spolpato dall'interno", ha proseguito. "Che trucchino pure questa legge, che facciano quello che vogliono ma noi andiamo oltre, noi siamo oltre. Noi dobbiamo combattere con gente dopata, noi non ci dopiamo, loro sì. Probabilmente vinceranno ma se vinceremo noi sarà una tripla vittoria - ha tuonato poi Grillo -. Cominceremo dalla Sicilia, ma io non voglio montarmi la testa". E poi, facendo un cenno al referendum delle autonomie, ha osservato: "Ormai c'è il decentramento, lo vedete dalla Lombardia e dal Veneto. Uno Stato ormai non esiste più. La vera politica si fa con il decentramento", ha aggiunto. Il comico ha anche parlato di Roma, difendendo l'amministrazione Raggi. "In questa città, dove dite 'nfame, er sorcio, s'è fatta 'na certa.. succedono cose incredibili. Io l'ho girata ed ho dovuto buttare le cicche per terra per sporcarla, ho incontrato anche quel topo che mi ha detto: 'non ce la faccio più, mi portano da un set all'altro per fotografarmi'", ha detto prima di chiudere con il classico blues 'Show me the way' ("Ho veduto una luce, ho sentito una voce"). "Adesso dovete andare con le bende in silenzio, non fate molte escandescenze: cospirate, quando dovete invitare delle persone dentro il movimento ditelo a bassa voce, ci difendiamo così", ha concluso Grillo rivolto a migliaia di persone riunite in piazza.. 

NAPOLITANO - Questa mattina, durante la discussione in aula, è intervenuto il presidente emerito Giorgio Napolitano pronunciandosi "con tutte le problematicità e le riserve che ho motivato, per la fiducia al governo Gentiloni, per salvaguardare il valore della stabilità, per consentire, anche in questo scorcio di legislatura, continuità dell'azione per le riforme". L'ex capo del Quirinale si è però chiesto se si possa far valere "l'indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida" per comprimere "il ruolo e i diritti" del Parlamento. D'altronte Napolitano ha sottolineato come, sebbene la riforma "per circostanze ben note, fosse divenuta urgente", questa non va "rivista alla vigilia di elezioni politiche generali". Il senatore a vita ha, poi, giudicato "singolare e improprio" il far pesare sul premier, "sottoposto a improprie pressioni", la responsabilità di "una fiducia che garantisse l'intangibilitrà della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti".