Venerdì 19 Aprile 2024

Grasso molla il Pd. Mdp pronto a farlo leader

Regia di Bersani. Il capogruppo dei senatori dem, Zanda: "Non condivideva più la linea politica del partito"

Pietro Grasso con Luigi Zanda

Pietro Grasso con Luigi Zanda

Roma, 26 ottobre, 2017 - Grazie tanto, ora basta. Il presidente del Senato Pietro Grasso lascia il Pd. D’ora in poi siederà sui banchi del gruppo Misto. Mdp ha il suo candidato leader dopo il tramonto dell’eterno indeciso Giuliano Pisapia? Domanda ovvia. Viene in mente il famoso «a pensar male...» di andreottiana memoria, ma Roberto Speranza, coordinatore Mdp, fiuta subito il pericolo. E mette giù col suo staff una dichiarazione netta: «Rispetto profondamente la decisione di lasciare il gruppo del Pd dopo le ultime gravissime scelte compiute. La politica ha oggi più che mai bisogno di buoni esempi. Noi continueremo a impegnarci per dar vita a quel progetto visionario a cui proprio Grasso ha fatto riferimento nel suo intervento a Napoli».  Ecco, quel «Napoli» spiega molte cose. In occasione della festa Mdp nel capoluogo partenopeo – trapela da ambienti dalemiani – la presentazione dell’ultimo libro del presidente del Senato è prevista in una saletta vicino al palco centrale. Il motivo: non tirare per la giacca la seconda carica dello Stato. Ma lui, no: vuol salire sul palco. Mossa interpretata come una scelta di campo. Senza, sia chiaro, mai dimenticare il ruolo istituzionale. Del resto, l’ex magistrato che ha combattuto la mafia non ama la politica-politicante. Prima di tutto le istituzioni.   E, sempre da uomini vicini a D’Alema, il ragionamento è questo: Grasso lascia il Pd per il continuo ricorso alle fiducie e per il modo in cui è stata trattata la riforma della legge elettorale. Ma lo fa dopo, non prima del voto finale per mantenere sul Rosatellum un profilo alto. Insomma, non statemi addosso, se ne riparla nel momento in cui il presidente della Repubblica scioglierà le Camere. Poi, è chiaro, che, sempre a Napoli, la sua frase «mi sento un ragazzo di sinistra e chiedo alla sinistra di non fare passi indietro sui principi» non può che essere apprezzata – e tanto – dagli esponenti di Mdp. Non è casuale, insomma, che sempre Speranza adoperi le sue stesse parole, progetto visionario. Un progetto che comincia a prender forma. Esulta il deputato dem Filippo Fossati: «La bella notizia è che esiste Grasso. Nel giorno più nero per il Senato ne difende le regole e trova il modo, da parlamentare, di marcare il suo dissenso politico con un atto esemplare». Così come, in chiave anti-Renzi, il centrodestra evidenzia come Matteo Renzi sia sempre più in difficoltà.  Deborah Bergamini, Forza Italia: «Visco riproposto e Grasso dimesso. Due tegole per Renzi e per il Pd, seconde forse solo alla sconfitta referendaria di dicembre».  Chi, invece, va nel panico è il M5S, che pure sostenne, in parte, la candidatura-Grasso per Palazzo Madama: «Ha atteso anche troppo». Ovviamente, non la piglia per niente bene il Pd. «Ma perché l’ha fatto? – ragionano i renziani –. Noi lo volevamo candidato per le elezioni siciliane assieme a tutta la sinistra...». Il capogruppo al Senato Luigi Zanda dice che Grasso gli ha chiarito quanto ormai fosse distante dal partito. Il ministro Maurizio Martina parla di scelta che «amareggia», Matteo Orfini cerca di calmare le acque, mentre Salvatore Margiotta vorrebbe le dimissioni dalla presidenza, modello-Fini: Grasso è lì per volere del Pd.   E qui si apre il secondo capitolo del romanzo della sinistra: chi ha facilitato l’intera operazione, fatte salve le convinzioni di Grasso? C’è chi fa finta di non sapere nulla (Davide Zoggia, tostissimo bersaniano: «Sono a Siracusa in campagna elettorale»). In realtà tutti sanno del rapporto privilegiato che nacque nel 2012 con Pier Luigi Bersani. Fu l’allora leader Pd a volerlo a tutti i costi. E se c’è qualcuno con cui Grasso mai ha smesso di parlare è proprio Bersani. A Napoli è restato sino alla fine del suo intervento. E D’Alema, colui che in molti vedono come il vero king-maker di Mdp? «È a Campobasso. Credo sia molto contento», detta un fedelissimo.  L’operazione-Grasso è cominciata.